lunedì 4 luglio 2011

Il Papa: bisogna abbandonare la via dell’arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo (Mandelli)

Il Papa: no all'arroganza per conquistare il potere

Nei Paesi ricchi troppi insoddisfatti e depressi

Elena Mandelli

ROMA

I Paesi poveri, dove sono troppi gli «oppressi»; quelli ricchi, dove dominano insoddisfazioni e depressione; gli sfollati, i rifugiati, le persone costrette a emigrare; e la natura, verso cui l'uomo è sempre più aggressivo.
È stata una riflessione ampia, che ha toccato tanti dei temi a lui cari, quella condotta ieri da Benedetto XVI all'Angelus e che lo portato a rivolgere un appello valido ovunque e per chiunque: «Bisogna abbandonare la via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo».
Perché è la sete del successo a ogni costo, sottintende il Papa, che fa sì che i paesi ricchi sfruttino quelli poveri; che dove la ricchezza c'è l'uomo insegua spesso senza limiti il tornaconto personale; che si sfrutti l'ambiente guardando al ritorno immediato, senza alcuna prospettiva e senza pensare a ciò che si distrugge.
È stato l'ultimo Angelus di Benedetto XVI a Piazza San Pietro prima della pausa estiva. A giorni partirà per Castel Gandolfo: «Da là, a Dio piacendo, guiderò l'Angelus domenica prossima», ha annunciato lui stesso prima di salutare i fedeli. Poco prima, commentando il Vangelo, si era soffermato sulle tante «ferite dell'umanità».
Lo sguardo di Gesù, aveva detto, si posa su «tanta gente oppressa da condizioni di vita difficili, ma anche priva di validi punti di riferimento per trovare un senso e una meta all'esistenza. Moltitudini sfinite si trovano nei Paesi più poveri, provate dall'indigenza; e anche nei Paesi più ricchi sono tanti gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione. Pensiamo poi ai numerosi sfollati e rifugiati, a quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita».
«Il vero rimedio alle ferite dell'umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere – ha avvertito il Pontefice – è una regola di vita basata sull'amore fraterno, che ha la sua sorgente nell'amore di Dio».
Anche verso l'ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole «mitezza».
Poco prima di congedarsi dai fedeli, nell'augurare buone vacanze, un invito: «Mettete il Vangelo in valigia».

© Copyright Gazzetta del sud, 4 luglio 2011

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