giovedì 7 luglio 2011

La botta, a freddo, del cardinal Levada a chi contesta il raduno di Assisi (Rodari)

La botta, a freddo, del cardinal Levada a chi contesta il raduno di Assisi

di Paolo Rodari

“Perché mai, se era tanto attento ai possibili fraintendimenti del gesto del suo beato predecessore, Benedetto XVI ha ritenuto opportuno recarsi pellegrino ad Assisi in occasione di un nuovo incontro per la pace e la giustizia?”.
La risposta della Santa Sede ai critici del raduno interreligioso di Assisi, promosso dal Papa il 27 ottobre prossimo, arriva a freddo sulle colonne dell’Osservatore Romano, diverse settimane dopo il montare delle polemiche. Ma arriva.
E’ il successore di Joseph Ratzinger alla Dottrina della fede, il cardinale William Joseph Levada, a rivendicare la giustezza della convocazione e l’inesistenza del rischio che con raduni siffatti si favorisca il relativismo, l’opinione che in fondo siano solo differenze penultime quelle che si frappongono tra le religioni.
Nel 1986, l’anno del primo raduno, diverse critiche arrivarono dall’interno della curia romana. “Così si apre la strada all’indifferentismo e al relativismo religioso”, era il giudizio di molti. Secondo alcuni tra i critici di Assisi vi era anche l’attuale Pontefice. Ma le parole di Levada sembrano voler smentire questa vulgata. Non a caso il cardinale statunitense ricorda sul giornale vaticano quanto nel 2002 disse proprio Ratzinger in un’intervista al mensile 30Giorni: “Se noi come cristiani intraprendiamo il cammino verso la pace sull’esempio di San Francesco, non dobbiamo temere di perdere la nostra identità: è proprio allora che la troviamo”.
A scendere in campo con Levada, in queste ore, sono stati altre due personalità di peso della curia romana, il cardinale segretario di stato, Tarcisio Bertone, e il presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, il cardinale Jean-Louis Tauran.
Bertone ha annunciato in queste ore la presenza anche di alcune personalità del mondo della scienza e della cultura che si definiscono non religiose: “Più profondamente, siamo convinti che la posizione di chi non crede, o fatica a credere, possa svolgere un ruolo salutare per la religione in quanto tale, per esempio nell’aiutare a evidenziarne possibili degenerazioni o inautenticità. Tracce di questo ‘illuminismo’ rettamente inteso sono presenti nella stessa tradizione biblica, fortemente critica verso modalità di culto che non avvicinano, ma allontanano da Dio”.
Il primo raduno di Assisi provocò polemiche per la decisione di far pregare i vari leader assieme. Tauran ha spiegato che vi saranno anche quest’anno momenti di preghiera, ma di “preghiera personale”.
Poi un cammino-pellegrinaggio verso la basilica di San Francesco.

Pubblicato sul Foglio giovedì 7 luglio 2011

© Copyright Il Foglio, 7 luglio 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

3 commenti:

sonny ha detto...

A volte i sogni non diventano realtà. Come dicono a Roma: " Aò, t'ha detto male!"
Senza intento offensivo, ma solo con ironia:

http://www.ilgiornale.it/milano/forum_famiglie_tettamanzi_rivela_avevo_mente_altro_progetto/07-07-2011/articolo-id=533636-page=0-comments=1

mariateresa ha detto...

allora, questo è OT ed è la smentita della dichiarazione sul sacerdozio femminile del cardinale Policarpo, Lisbona

http://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=16450

ora, io sono più indulgente di Raffaella, forse perchè sono indulgente di natura, a cominciare da me stessa, ma insomma anche la smentita mi mette a disagio.
Non che suoni insincera. Non mi sembra.
Ma quanto tempo è passato dalle sue infelici dichiarazioni? In quanti siti, giornali, commenti sono state utlizzate le sue parole? Allora, cardinale Policarpo, lunga vita a lei, ma prima di parlare non può pensarci prima?
Lei non è un don Pistoluzzi qualsiasi.
Inoltre con l'aria che tira, veramente lei non si è immaginato cosa avrebbero fatto delle sue parole? Ma mi facci il piacere.

Anonimo ha detto...

Mah, io ho letto l'intervento di Levada e francamente non mi pare una particolare "botta" rispetto a chi solleva dubbi su Assisi.
Semmai è una riflessione in "curialese" perfetto che. Tra l'altro dice cose sacrosante anche se nel solito linguaggio che alla fine non scontenta nessuno, anche perchè pochi lo capiscono.
Non capisco questa lettura fornita da Rodari, mi sembra volutamente spinta.