Appello di Ratzinger
Gli ostaggi dei pirati siano trattati con umanità
Sono circa ottocento persone nel mondo (tra loro anche due italiani) tuttora sotto sequestro
Giovanna Chirri
Roma
Circa ottocento persone nel mondo sono nelle mani dei pirati.
Ieri una delegazione di familiari di alcuni di loro è stata ricevuta a Castelgandolfo dal Papa, che durante l'Angelus ha anche lanciato un appello: «I marittimi che purtroppo si trovano sequestrati per atti di pirateria», ha detto, «vengano trattati con rispetto e umanità».
E ha pregato «per i loro familiari, affinché siano forti nella fede e non perdano la speranza di riunirsi presto ai loro cari».
L'incontro tra la delegazione internazionale e Benedetto XVI è avvenuto su invito di questi, giunto mercoledì scorso, dopo il recente appello degli organismi vaticani e della Cei a governanti, comunità internazionale e pirati, in favore dei sequestrati sul mare. Per oltre dieci minuti in un salone del palazzo apostolico, il Pontefice «si è informato sulla situazione di ogni vittima, ha manifestato partecipazione alla sofferenza, vivo interesse alla difesa della dignità dei rapiti: ci ha colpito la sua bella umanità, ha grande capacità di compatire», ha raccontato all'Ansa don Giacomo Martino, direttore dell'Apostolato del mare della Fondazione Migrantes della Cei. Nel 2010 con 445 attacchi, 53 navi sequestrate e 1.181 marittimi catturati, la pirateria ha raggiunto il suo massimo storico. A tutt'oggi questo fenomeno non accenna a diminuire, considerando che finora sono stati denunciati 214 nuovi episodi, con 26 navi e 522 marittimi ancora ostaggio dei pirati (IMB Piracy Reporting Centre). Tra gli ostaggi ci sono anche 11 italiani, catturati in due raid, a febbraio tra India e Somalia e ad aprile al largo dell'Oman.
I familiari delle vittime, racconta don Martino, hanno mostrato molta dignità e hanno apprezzato molto la vicinanza di Papa Ratzinger. E la delegazione ringrazia le Capitanerie, che hanno messo a disposizione i propri mezzi per organizzare in tempi brevi l'incontro con Benedetto XVI. La pirateria, commenta il sacerdote, «è ormai una organizzazione criminale con interessi internazionali» rispetto alla quale le varie soluzioni tentate risultano inefficaci. Tra queste le cittadelle, aree rinforzate sulle navi dove gli equipaggi possano rifugiarsi in caso di arrembaggio: «Basta che un uomo resti fuori, viene catturato e diventa ostaggio, e che dire del fatto che i pirati possono affondare tutta la nave con le persone dentro la cittadella?».
Benedetto XVI ha dedicato il primo Angelus delle sue vacanze a una riflessione sulle parabole con le quali, ha spiegato, Dio «attira» l'uomo interpellandone «intelligenza» e «libertà», ed esprimono il «metodo» di Gesù: «Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a Sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato: l'amore infatti rispetta sempre la libertà».
Infine un accenno a san Benedetto, il patrono d'Europa del quale oggi ricorre la festa e al quale l'attuale pontefice si è ispirato nello scegliere il nome del pontificato. Oltre al santo di Norcia, l'altro ispiratore di Joseph Ratzinger è stato Benedetto XV, il genovese Giacomo della Chiesa, che condannò la prima guerra mondiale come «inutile strage».
© Copyright Gazzetta del sud, 11 luglio 2011
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