Su segnalazione di Laura leggiamo:
No a arroganza e successo a tutti i costi: così il Papa indica la via dell’amore di Cristo, ricordando tanti poveri in difficoltà e tanti ricchi insoddisfatti
No a arroganza e successo a tutti i costi: così il Papa indica la via di Cristo all’umanità di oggi in cui – dice – c’è “tanta gente oppressa dalle difficoltà materiali, tra cui tanti immigrati”, e “tanti uomini e donne ricchi insoddisfatti, addirittura malati di depressione”. Benedetto XVI, all’Angelus, annuncia che si recherà a Castel Gandolfo. Il servizio di Fausta Speranza
“Il vero rimedio alle ferite dell’umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere, è una regola di vita basata sull’amore fraterno, che ha la sua sorgente nell’amore di Dio”. Così Benedetto XVI parla all’umanità di oggi partendo dal brano del vangelo di Matteo che racconta di “quando Gesù percorreva le strade della Galilea annunciando il Regno di Dio e guarendo molti malati, sentiva compassione delle folle, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore”. A quelle folle Gesù chiedeva mitezza e umiltà di cuore, sottolinea il Papa, che guarda al mondo di oggi:
“…tanta gente oppressa da condizioni di vita difficili, ma anche priva di validi punti di riferimento per trovare un senso e una meta all’esistenza”
Il Papa parla di poveri e di ricchi:
“Moltitudini sfinite si trovano nei Paesi più poveri, provate dall’indigenza; e anche nei Paesi più ricchi sono tanti gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione.”
In particolare poi il pensiero di Benedetto XVI va a chi vive le drammatiche condizioni che a volte le migrazioni comportano:
“Pensiamo poi ai numerosi sfollati e rifugiati, a quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita.”
Gesù promette di dare a tutti “ristoro”, - dice il Papa - ma pone una condizione: abbracciare la legge dell’amore. E Benedetto XVI dà indicazioni chiare:
“Per questo bisogna abbandonare la via dell’arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo.”
Una parola forte sull’ambiente:
“Anche verso l’ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole ‘mitezza’.”
Ci sono poi le relazioni umane in cui – avverte Benedetto XVI - non si può dimenticare la dignità di ogni persona:
“Soprattutto nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non violenza, cioè la forza della verità contro ogni sopruso, è quella che può assicurare un futuro degno dell’uomo.”
Dopo la preghiera mariana il Papa ricorda la “gioia della Chiesa in Romania, in particolare della Comunità di Satu Mare, dove oggi viene proclamato Beato János Scheffler, che fu vescovo di quella Diocesi e morì martire nel 1952”. “La sua testimonianza – dice Benedetto XVI - sostenga sempre la fede di quanti lo ricordano con affetto e delle nuove generazioni.”
Poi nei saluti in varie lingue, in francese parole di incoraggiamento a vivere il periodo di vacanza “orientati al riposo e alla serenità”, ricordando che partire deve significare innanzitutto “vivere in modo nuovo le relazioni con gli altri dedicando tempo proprio a questo” e incoraggiando a mettere il Vangelo in valigia. In inglese l’augurio a trovare “sollievo nel corpo e nello spirito” in questo tradizionale periodo di riposo annuale, con un saluto particolare ai candidati al diaconato permanente della Diocesi di Elphin in Irlanda. In tedesco l’invito a guardare a Gesù che conosce i nostri affanni. In spagnolo il saluto a professori e alunni del Colegio Internacional Europa di Siviglia. In slovacco il pensiero alla festa dei Santi fratelli Cirillo e Metodio che la Slovacchia celebrerà martedì prossimo. In polacco l’invito a guardare al Cuore di Maria come “sorgente di vita e di santità”, “nel contesto delle recenti celebrazioni liturgiche del Sacratissimo Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria”. Infine il cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli da Pistoia e ai ragazzi di Latisana, dell’arcidiocesi di Udine. A tutti l‘augurio di “una buona domenica e un buon mese di luglio”, con l’annuncio dell’imminente soggiorno a Castel Gandolfo:
“Nei prossimi giorni lascerò il Vaticano per recarmi a Castel Gandolfo. Da là, a Dio piacendo, guiderò l’Angelus domenica prossima. Grazie!“
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