mercoledì 6 luglio 2011

Scola, CL e certi pregiudizi (Angelo Busetto)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Fabiola.

6 commenti:

Andrea ha detto...

Il "peccato originale" in cui don Giussani indusse i suoi fu proprio quello della cattolicità della Chiesa, che è sinonimo della sua struttura eminentemente realistica (o della "sana laicità" tanto cara a papa Benedetto).

In altre parole, alla Chiesa non interessa né può interessare essere un circolo o una federazione di circoli ("Chiese territoriali"); interessa invece essere anticipazione della Civiltà divino/umana inaugurata da Cristo (Regno di Dio o Gerusalemme Celeste).
Don Giussani ha ripetuto un numero impressionante di volte che Cristo non è schema mentale, ma Avvenimento.

raffaele ibba ha detto...

Tre anni fa sono andato, per la prima volta, ad un meeting di Cl.
Ho trovato un sacco di libri interessanti (tra cui molte cose di H. U. von Balthasar) e tantissima gente bella che frequentava una kermesse per me molto difficile.
Il tema era qualcosa che riguardava l'individuo ed una lettura del cristianesimo a mio avviso tipicamente "neoliberista", cioè impregnata di individualismo e di relativismo etico, sopratutto per quel che riguarda il profitto ed il successo personale.
Non dico che questo è quello che ha predicato e praticato don Giussani. Non conosco don Giussani e lo conoscerò, prima o poi. Sono sicuro che la sua spiritualità mi insegnerebbe qualcosa, o molto magari.
Ma oggi Cl è, soprattutto pure se non esclusivamente, la Compagnia delle opere e il monopolio della sanità lombarda costruito con gli stessi schemi stalinisti-massonici con cui il Pci/Pd ha fatto e fa monopolio della sanità in Emilia Romagna Toscana ed Umbria.
Similia similibus curantur.
In effetti, per me e sbaglio di sicuro, dal punto di vista "politico" Cl assomiglia troppo a quella "sinistra" "marxista-leninista (molto) immaginaria" che ho conosciuto, frequentato e non amato, ma seguito.
Angelo Scola è un cardinale di Santa Romana Chiesa, Cattolica e Apostolica.
Il che significa che la sua formazione Cl fa parte del suo bagaglio come molte altre cose.
Fa parte.
Vedo che tutti lo vogliono tirare dalla loro visione della Chiesa.
Così da qualche parte ho letto un titolo molto sbagliato, a mio avviso.
Che Scola va a Milano per chiudere la fase Martini - Tettamanzi.
1979-2011 contro 2011- 2019.
Ovviamente non è così.
Scola va a Milano a fare l'arcivescovo.
Come lo farà si vedrà, ma sarà sicuramente persona cristiana, equilibrata e attenta; sarà un pastore considererà tutti i cristiani della sua diocesi parte del suo gregge.
Gregge di cui ha la responsabilità davanti a Dio.
Anche questo articolo non è equilibrato e cerca "vendette" contro un certo modo di "essere chiesa", visto quasi come "nemico" e che invece è legittimo e dà frutti copiosi di fede, speranza e carità.
Modo di essere cristiani che è stato interpretato ed è interpretato politicamente.
Ma questo è molto sbagliato.
Tuttavia penso che il nodo vero non sia stato ancora messo bene in luce.
E questo il nodo si chiama "san Costantino imperatore", come dicono a Desulo, qui in Sardegna, quando intorno a 7 luglio fanno una "ardia" in suo onore.
Sono convinto che questo nodo sarà risolto da Dio e non da noi.
Ma noi dovremo parlarne liberamente. E liberamente confrontarci e dividerci, per poi unirci nel Corpo e Sangue di Cristo, nell'Eucarestia, ringraziamento al Padre per l'Amore che ci dà e ci fa donare agli altri.
Ma questo non si fa.

Un saluto in Gesù Risorto

ciao
r

Andrea ha detto...

Il vero nodo, caro Raffaele, non si chiama "San Costantino Imperatore", ma (con linguaggio paradossale) "San Pietro Imperatore".
Vuole dare un'occhiata al mio commento all'omelia di mons. Pelvi, in data 2 luglio?

In altri termini, qual è il tipo di autorità che Cristo esercita? un'autorità di "indirizzo culturale" o un'autorità di edificazione di una vera società divino/umana? ("Ecco la dimore di Dio con gli uomini": Apocalisse 21, 3).

raffaele ibba ha detto...

Non abbiamo la più pallida idea, di alcun genere, di quale sia la "autorità" di Gesù Cristo Re.
E non ne abbiamo idea perché il Regno di Gesù "non è di questo mondo", infatti armate ed eserciti non l'hanno difeso.
Leggi Pavel Florenskij ed il silenzio della Verità davanti allo scetticismo del mondo.
Il problema è santu Antine e non san Pietro. Perché l'autorità di Pietro modellata sull'imperium romano nasce DOPO il IV secolo d. C.
Prima neppure ci sono le parole per dire questo problema.

Gioia in Gesù RIsorto.


ciao
r

Andrea ha detto...

Non è vero, caro Raffaele.
San Pietro e i successori, venendo dall'intimità con Cristo e dalla tradizione ebraica di disprezzo del paganesimo, non avevano il minimo complesso di inferiorità rispetto al grandioso apparato romano; al contrario.
Ciò non esclude affatto lo straordinario senso di sollievo e di giubilo che ci fu nel IV secolo, al momento dell'adesione dell'autorità suprema dell'Impero a Cristo (c'era voluta la battaglia di Ponte Milvio, con la visione dell' "In hoc signo vinces").
Era ovvio che "Roma" aveva e avrebbe continuato ad avere un ruolo decisivo per il mondo intero (Orbe).

La classificazione del "costantinismo" come crimine storico/religioso della Chiesa non più "pura" appartiene all'antiromanesimo, cioè anticattolicesimo, degli ultimi secoli, e trovò un momento forte in una famosa conferenza del pre-Concilio.

raffaele ibba ha detto...

Antiromanesimo come anticattolicesimo.
Questa equazione non è ovvia, per nulla.
Costantino è solo un passaggio.
Non è il punto d'arrivo di nulla. Nulla si ferma e nulla inizia con Costantino.
Roma è assassina, per tutto quello in cui non è cristiana.
Nello stesso senso tutta la civiltà umana è assassina, ed è per questo per questo che Gesù Cristo viene a salvarci.
Infatti solo in Cristo Gesù c'è la salvezza e non in Roma, come sa bene, e come fa, Antonio in Egitto.
Bisogna vedere in Roma niente più che un passaggio storico, transitorio come tutti i passaggi storici; invece vedere in Roma un destino deciso da Dio, vedere in Roma "la Gerusalemme che viene dal Cielo" è idolatria.
Roma è una città ed il Papa è tale non perché è a Roma ma perché Pietro è venuto a fare il vescovo a Roma, perché Roma era il centro dell'impero umano ed il Papa succede e raccoglie l'eredità di Pietro. Che è una eredità che NON È di questo mondo.
Se il centro del mondo fosse stata Costantinopoli Pietro sarebbe andato a Costantinopoli.
Il Papa è tale proprio perché è il successore di Pietro. Ed è da Pietro che viene la sua eredità e la sua tradizione, non da Roma.
Si fa di Roma un idolo.
Ma Roma è assassina, come tutte le città di Caino.
Solo Cristo Gesù dalla Sua Croce e dalla sua Resurrezione (avvenute a Gerusalemme!) la salva e ci salva.

Gioia in Gesù Risorto

ciao
r