Tra le carte portate in vacanza dal Papa spunta l’idea di una nuova enciclica
di Paolo Rodari
12 luglio 2011 -
Anche quest’anno Benedetto XVI è partito per le vacanze estive coi compiti da casa.
Nel buen retiro di Castel Gandolfo, infatti, per il secondo anno consecutivo meta preferita alle montagne della Valle d’Aosta o del Trentino, Papa Ratzinger si dedica non soltanto a lavorare a quella che doveva essere una semplice appendice ai due tomi già pubblicati del libro su Gesù di Nazaret e che con ogni probabilità diventerà una sorta di terzo volume (il tema sono i vangeli dell’infanzia di Cristo), ma anche all’idea di un’enciclica dedicata alla fede.
Dopo la prima enciclica, la Deus caritas est, le cui bozze egli ereditò dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, che aveva incaricato il Pontificio consiglio Cor Unum di mettere per iscritto un impianto generale della prima parte del lavoro, dopo l’enciclica sulla speranza (Spe salvi) e quella sulla carità (Caritas in veritate), potrebbe prendere presto forma lo scheletro dell’enciclica sulla virtù teologale “mancante”, la fede appunto.
Il 2012, del resto, ha una scadenza che molto sembra adatta per la pubblicazione di un lavoro siffatto, l’anniversario dei venti anni della pubblicazione in prima stesura da parte di Giovanni Paolo II del nuovo catechismo della chiesa cattolica sancito dalla costituzione apostolica Fidei depositum dell’11 ottobre 1992. In Vaticano in molti ritengono possa essere questa la data giusta per l’uscita dell’atteso testo papale, nel caso venga presto ultimato.
Il tema della fede ha attraversato in modo particolare gli anni di Ratzinger sacerdote fino a quelli precedenti l’elezione al soglio di Pietro, i ventitré anni e mezzo della conduzione dell’ex Sant’Uffizio, gli anni del Ratzinger “custode della fede” a fianco di Giovanni Paolo II. Già nel 1968 l’attuale Pontefice pubblicava “Introduzione al cristianesimo”, una raccolta di lezioni universitarie sulla professione di fede apostolica. E poi tante pubblicazioni fino all’uscita dei volumi “Rapporto sulla fede” (1985), “Il sale della terra” (1996) e il libro “Alla scuola della verità”, dato alle stampe in occasione del suo settantesimo compleanno.
Ratzinger parla della fede e del suo rapporto con la modernità e in particolare con le sfide più attuali che la modernità pone all’uomo e alla chiesa.
Il ritiro del Papa a Castel Gandolfo andrà avanti fino a tutto il mese di settembre. Sarà interrotto solo dai giorni in cui parteciperà alla giornata mondiale della gioventù di Madrid (dal 18 al 21 agosto) e in quelli del viaggio in Germania che, dal 22 al 25 settembre, avrà come tappe Berlino, Erfurt e Friburgo in Brisgovia.
A castello è prevista una sola visita ufficiale, quella del primo ministro della Malesia, Najib Razak, il 18 luglio, in vista dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e questo paese. E’ in queste prime settimane di luglio che il Papa si dedicherà agli studi, alla lettura e alla scrittura. Soltanto dal 3 agosto, infatti, riprenderanno le udienze private e quelle generali del mercoledì, e dunque la villa estiva del Papa uscirà in qualche modo dal suo isolamento.
Tra i lavori più di routine c’è la pubblicazione dell’esortazione apostolica post sinodale sulla riconciliazione in Africa. A fine agosto, poi, i lavori con gli ex allievi della “Ratzinger Schülerkreis”. Questi rifletteranno sulla nuova evangelizzazione assieme alla teologa Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, e a un membro della Comunità dell’Emmanuele, Otto Neubauer.
Pubblicato sul Foglio martedì 12 luglio 2011
© Copyright Il Foglio, 12 luglio 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
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