Benedetto XVI: Indulgenza plenaria ai partecipanti alla Gmg. Don Serretti: significa cambiare vita
Il Papa ha concesso il dono dell’Indulgenza plenaria a quanti si recheranno in spirito di pellegrinaggio a Madrid in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù in programma dal 16 al 21 agosto. La Penitenzieria Apostolica ha pubblicato il relativo Decreto in cui si stabilisce anche che “potranno conseguire l’Indulgenza parziale tutti coloro che, ovunque si trovino, pregheranno per i propositi spirituali di questo incontro e per il suo felice esito”. Per ottenere l’Indulgenza occorre confessarsi, ricevere la Comunione e pregare secondo le intenzioni del Papa con la volontà di non peccare più. Ma come spiegare ai giovani la dottrina delle Indulgenze? Sergio Centofanti lo ha chiesto a don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
R. - La logica dell’indulgenza è una logica di purificazione ed è quindi una logica di santificazione. Quindi i giovani sono invitati, in questo cammino di ripresa, in questo pellegrinaggio, che è simbolo della vita dell’uomo e del cristiano, a ricuperare questa dimensione di pienezza e di amicizia con il Signore, che è impossibile finché nella nostra vita resta qualcosa che è contrario a Lui: il peccato è proprio questo! Per questo si richiede il distacco interiore da ogni forma di peccato, anche la più veniale e anche la più leggera.
D. - Quindi l’indulgenza si inserisce in un cammino di purificazione, come diceva Gesù: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”…
R. - Per noi il cammino di purificazione e di santificazione significa un cammino di conformazione a Lui. Questo chiede il cambiamento della vita. Una delle caratteristiche principali di questi incontri di giovani e in particolare della Giornata mondiale della gioventù è proprio questo: sono occasioni di incontro forte, vero, pieno, che inducono, che provocano un cambiamento radicale della propria vita. Siamo nell’ordine della conversione: l’indulgenza è un segno di misericordia che apre ancora di più il nostro cuore in vista proprio del cambiamento, sempre più completo, sempre più totale, sempre più pieno e perfetto, della nostra vita. (mg)
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3 commenti:
Si richiede l'esclusione di ogni "affezione al peccato". In tal modo, l'indulgenza plenaria rimette tutte le pene dovute per i peccati commessi fino al momento in cui la si "lucra" (ottiene).
Anche la breve intervista sopra riportata esprime, purtroppo, il disagio della maggior parte del Clero attuale di fronte a una concezione "economica" della Salvezza (Dio dona il premio al vero bene e assegna la pena al vero male). Si sposta subito il discorso sul "cammino indefinito", sul "miglioramento continuo" e simili, respingendo il realismo evangelico.
Proprio oggi viene letto il Vangelo più "economico" che esista: quello del piccolo debitore e del debitore (verso Dio) di una cifra immensa.
Caro Andrea, ho riletto con molta attenzione il testo dopo aver visto il tuo post, anche perchè stimo molto don Serretti.
Ma non credi che si tratti,solo di una differenza di linguaggio e non sostanziale?
Non mi sembra respinga il realismo evangelico, piuttosto sottolinea come l'indulgenza apra la prospettiva di un cammino "guidato" e reso efficace dalla presenza di Cristo e non basato sulle proprie forze.
Purtroppo no, cara Fabiola: non è solo una differenza di linguaggio.
A parte l'evidenza del fatto che nessuno, nella normale frequentazione delle chiese, sente mai parlare di indulgenze, nel caso presente don Serretti "sfugge per la tangente" immediatamente (parlando di "logica di purificazione e di santificazione").
L'indulgenza, specie plenaria, non è in una "logica di purificazione" (= ritorno migliore di come sono partito), bensì è proprio in una logica ECONOMICA: devo a Dio moltissimo (gravità del peccato, anche veniale, e delle sue conseguenze), ma con l'indulgenza NON GLI SONO PIU' DEBITORE, se non di gratitudine.
In altre parole, se la lucro validamente sono pronto all'ingresso immediato in Paradiso.
L'indulgenza plenaria è applicabile anche alle anime del Purgatorio.
Il frutto dell'indulgenza non è, come dice don Serretti, essere pienamente amici del Signore (liberi da ogni ombra di peccato), ma essere leggeri, del tutto (o in parte) sgravati dei debiti del passato.
La Chiesa applica ai suoi figli che lo vogliano, e che siano debitamente disposti, il tesoro dei meriti dei Santi.
In altre parole, non si "esce" dall'indulgenza plenaria PERFETTI (questo sì sarebbe un grave fraintendimento), bensì non più soggetti alla riparazione (temporale e/o post mortem) del male commesso.
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