Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
Ritorno al futuro
di Errico Novi
[19 agosto 2011]
È' come se a Madrid il Papa teologo guardasse negli occhi la crisi e ne svelasse il contenuto morale. E chiedesse anche alle centinaia di migliaia di giovani accorsi per incontrarlo di riconoscere «la dimensione etica dei problemi economici» e farsene testimoni.
La ventiseiesima edizione della Giornata mondiale della gioventù chiarisce dunque da subito in che direzione volge lo sguardo: al futuro incerto, in particolare alle difficoltà, per i giovani, «di trovare un lavoro degno, o perché l'hanno perduto o perché precario e insicuro». C'è un incontro ravvicinato tra la spiritualità e la mobilitazione cattolica e il fantasma che si aggira nel mondo occidentale, il fantasma dell'insicurezza e della povertà. E un significato pare assumerlo anche il confronto a distanza tra lo stesso Benedetto XVI e gli indignados, radunati a migliaia a Puerta del Sol per contestare l'evento. A loro il Pontefice riserva un passaggio ispirato a dignità e fermezza: «La Giornata mondiale della gioventù offrirà una testimonianza coraggiosa e piena di amore per il fratello, decisa e prudente al contempo, senza nascondere la propria identità cristiana, in un clima di rispettosa convivenza con altre legittime opzioni ed esigendo nello stesso tempo il dovuto rispetto per le proprie».
Anche questo delicato incrocio di sguardi tra il Papa, i suoi ragazzi e quegli altri giovani venuti a contestarli rafforza l'idea di un raduno centrato sul tema della crisi economica. Perché in fondo quella cristiana dei cattolici e quella antipolitica degli indignados sono due risposte diverse allo stesso problema. Non è un caso che si sfiorino fino quasi a collidere. Tensioni forti si sono registrate soprattutto mercoledì sera, quando proprio nella cruciale Puerta del Sol c'è stato prima uno scambio di cori a distanza tra manifestanti e pellegrini, quindi una carica della polizia per allontanare gli indignados, con un bilancio di 7 fermati e 11 feriti non gravi. Certo è che i ragazzi venuti per Benedetto XVI devono sentirsene dire di tutti i colori: «Quello zainetto lo pago io, mettici dentro i preservativi», urla per esempio una ragazza a un giovane cattolico.
L'allusione è agli zainetti con il "kit del pellegrino"fornito dall'organizzazione della Gmg. E soprattutto al fatto che secondo le proteste le spese dell'evento sarebbero nell'ordine di 100 milioni di euro, «tutti pagati collettività».
Curiosa contestazione. Alla quale risponde tra l'altro Radio Vaticana ricordando come lo stesso portavoce del governo Zapatero abbia ribadito che «le Gmg non costeranno nulla e che il peso ricade sulla Chiesa, sui pellegrini stessi e su alcuni patrocinatori privati ». Con un'ulteriore, lapidaria chiosa: «Le spese per la sicurezza », ricorda Radio Vaticana, «sono quelle che riguardano qualsiasi altra manifestazione, comprese quelle degli indignados». Senza contare che gli introiti del turismo «sono molto importanti per la Spagna, soprattutto in questo momento di crisi». Certo suona davvero come un paradosso il fatto che un movimento come quello degli indignados si mobiliti con tanta solerzia proprio contro un altro movimento di giovani ispirato e percorso dalle stesse preoccupazioni per la crisi economica. È quasi come se gli indignados assumessero l'imprevedibile - per loro - ruolo di custodi dello status quo piuttosto che di fautori del cambiamento. Le tensioni d'altronde sono giustificate considerata proprio la delicatezza del momento e delle questioni sollevate da Benedetto XVI. Che in questa prima giornata dell'appuntamento, e in previsione della messa di domenica a cui interverranno un milione e mezzo di persone, parla in due diversi momenti. Prima a bordo dell'aereo papale partito da Ciampino, dove risponde alle domande dei giornalisti italiani in viaggio con lui. Quindi subito dopo il suo atterraggio all'aeroporto Barajas, dove accorrono ad accoglierlo il re Juan Carlos con la regina Sofia, il premier Zapatero e l'arcivescovo di Madrid Antonio Maria Ruoco Varela. Dallo scalo madrileno il Pontefice percorre circa 20 chilometri a bordo della Papa-mobile, accompagnato da due ali di folla fino alla nunziatura, tra coriandoli e bandiere. Proprio il re di Spagna conferma subito il carattere "politico"della Giornata mondiale, quando accoglie Benedetto XVI all'aeroporto dicendo che «nono sono tempi facili» e che «occorre porre fine all'intollerabile disoccupazione dei giovani».
È proprio di questi temi che il Santo padre ragiona durante il volo da Ciampino a Madrid. Sollecitato dalla domanda di un giornalista sul messaggio che la Chiesa può dare di fronte a una crisi economica che è anche sociale e morale, Papa Ratzinger risponde che «si conferma nella crisi attuale quanto già apparso nella precedente grande crisi» ossia che «la dimensione etica non è una cosa esteriore ai problemi economici». In particolare il Pontefice avverte che «l'economia non funziona solo con una autoregolamentazione mercantile ma ha bisogno di una ragione etica per funzionare per l'uomo ». Cita quindi Giovanni Paolo II e la sua Enciclica sociale: «L'uomo deve essere il centro dell'economia e l'economia non si deve misurare secondo il massimo del profitto, ma secondo il bene di tutti». Nella concezione «umana» della vita economica il Pontefice, sempre nella riflessione svolta con i cronisti che lo accompagnano, indica diverse dimensioni: «Responsabilità per la propria nazione e non solo per se stesso», innanzitutto. Quindi «responsabilità per il mondo», nel senso che «anche l'Europa non sta in se ma è responsabile per l'intera umanità, e deve pensare ad affrontare i problemi economici sempre in questa chiave di responsabilità anche per le altre parti del mondo, per quelle che soffrono».
Da qui il pensiero alle Gmg come«ispirazione dovuta a Giovanni Paolo II», da «continuare », anche perché «danno ai cristiani il coraggio di sentirsi credenti, mentre spesso si sentono isolati». E anche discriminati, aggiunge Benedetto XVI subito dopo essere sceso dall'aereo e aver ricevuto il saluto del re di Spagna: «Che nessuno vi tolga la pace, non vergognatevi del Signore», dice subito. E l'impressione è che voglia riferirsi anche alle contestazioni subite dai ragazzi accorsi a Madrid. A loro, ai giovani, il Pontefice dedica ancora altre considerazioni, sempre collocate nella cornice della crisi economica: «La scoperta di Dio rianima i giovani e apre i loro occhi alle sfide del mondo ». Occhi che «vedono la superficialità, il consumismo e l'edonismo imperante, tanta banalizzazione nel vivere la sessualità, mancanza di solidarietà e tanta corruzione». Diffi- cile non riconoscere l'immagine di una società particolarmente indebolita di fronte alla crisi perché segnata dal relativismo, ricordato anche nella catechesi rivolta dal cardinale Bagnasco ai giovani italiani accorsi a Madrid. «Senza Dio sarebbe arduo affrontare queste sfide ed essere veramente felici », dice il Pontefice. Che esorta a costruire una società in cui «si rispetta la dignità umana e la reale fraternità».
La sfida è ardua giacché «non mancano difficoltà», dalle «tensioni e scontri con spargimento di sangue» alla «giustizia e valore della persona umana sottomessi a interessi egoisti, materiali e ideologici». E soprattutto «la difficoltà a trovare un lavoro degno, che costringe i giovani a vivere senza sicurezza ». In un mondo in cui chi ha fede in Cristo soffre anche per la privazione dei «segni della sua presenza nella vita pubblica », ricorda il Papa. Che così non manca di associare il relativismo diffuso tra le istituzioni alle ragioni profonde della crisi. Secondo una lettura sullo stato di salute della società che promette di accompagnare il raduno fino a domenica.
© Copyright Liberal, 19 agosto 2011 consultabile online anche qui.
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