Festa dell'accoglienza. Il Papa ai giovani: scegliete Cristo e la vostra gioia contagerà gli altri
Cercate non un’idea, ma una Persona: Cristo, la “roccia stabile” di ogni vita umana. È l’esortazione con la quale Benedetto XVI si è presentato ieri agli oltre 500mila giovani che gli hanno dato l’entusiastico benvenuto alla 26.ma Giornata mondiale della gioventù. Teatro dell’incontro, la Plaza de Cibeles di Madrid, dove si è svolta nella serata di ieri la Festa di accoglienza della Gmg. La cronaca, nel servizio di Alessandro De Carolis:
Seguire uno slogan che regala il brivido di un’emozione. Prendere una decisione d’impulso, tanto per vedere che succede di nuovo. Votarsi a una “verità” che in fondo è solo un’opinione, ma per la quale si è pronti a sacrificare o a far vivere. C’è tutto il positivo e il negativo dell’energia vitale di un giovane dietro questo tipo di scelte. Un’energia troppo spesso senza bussola e dai piedi d’argilla. C’è poi chi “investe” questa risorsa su Cristo, l’Amico che non tradisce mai, la “roccia” che dà solidità a chi cerca di scoprire il proprio futuro, l’ideale che riempie il cuore non perché è facile da seguire, ma perché è vero.
Plaza de Cibeles a Madrid, incendiata dall’entusiasmo e dal caldo, è il luogo dove la Gmg comincia sul serio. Benedetto XVI, il “maestro” atteso, è arrivato. C’è il mondo in una piazza, innaffiato dagli idranti ma con un altro tipo di sete da estinguere. Il Papa accumula un po’ di ritardo sulla tabella di marcia ma non importa, perché è una festa e le feste si prendono il tempo che vogliono. Non ha fretta Benedetto XVI, mentre la Papamobile fa il suo lento giro. E gode, il Papa, di quell’onda travolgente, colorata dalle bandiere di cento Paesi mischiate fra loro, nella quale si tocca con mano la speranza della Chiesa e forse s’intravede quella di un mondo meno diviso. Cinque giovani, uno per continente, salutano e offrono doni simbolici a Benedetto XVI ed egli ricambia, incisivo fin da subito:
“Vous portez en vous des questions …
Voi portate nel cuore delle domande e cercate delle risposte. E’ una cosa buona cercare sempre. Cercate soprattutto la verità, che non è un’idea, un’ideologia o uno slogan, ma una Persona, il Cristo, Dio stesso venuto tra gli uomini!”.
Sei lingue per sei saluti. Oltre al francese, l’inglese, il tedesco, l’italiano, il portoghese e il polacco. A ciascuno un grazie e un consiglio paterno:
“Vivete queste giornate con spirito di intensa preghiera e di fraternità, testimoniando la vitalità della Chiesa in Italia, delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti. Condividete con tutti questa ricchezza”.
Il coro guida è grande e inonda la piazza, con la sua antica fontana, dell’inno che ormai tutti conoscono. Cantano tutti, anche il cardinale arcivescovo di Madrid, Rouco Varela, e i tanti vescovi e sacerdoti con indosso il cappellino bianco, perché il sole è bello e impietoso. Poi, il microfono è ancora davanti al Papa. Poco prima, ha invitato ragazze e ragazzi a cercare una Persona; ora spiega il perché. Gesù, afferma, non è un intrattenitore le cui parole “passano come il vento”, ma la “roccia stabile, resistente agli attacchi delle avversità”:
“Bien sabèis que, cuando no se camina…
Ben sapete che, quando non si cammina al fianco di Cristo, che ci guida, noi ci disperdiamo per altri sentieri, come quello dei nostri impulsi ciechi ed egoisti, quello delle proposte che lusingano, ma che sono interessate, ingannevoli e volubili, lasciano il vuoto e la frustrazione dietro di sé”.
Gli esempi di queste vite senza una vera direzione sono tanti. Benedetto XVI li ricorda parlando dei “tanti che si accontentano di seguire le correnti di moda”, o che “si rifugiano nell’interesse immediato, dimenticando la giustizia vera”, o “nelle proprie opinioni invece di cercare la verità senza aggettivi”. Parla di quei “molti che, credendosi degli dei, pensano di non aver bisogno di radici, né di fondamenti che non siano essi stessi”. Tentazioni, dice, che “sono sempre in agguato”:
“Es importante no sucumbir a ellas…
È importante non soccombere ad esse, perché, in realtà, conducono a qualcosa di evanescente, come un’esistenza senza orizzonti, una libertà senza Dio. Noi, in cambio, sappiamo bene che siamo stati creati liberi, a immagine di Dio, precisamente perché siamo protagonisti della ricerca della verità e del bene”.
Il giovane che sceglie la roccia di Gesù invece della sabbia di un’illusione si avvia, promette il Papa, a una maturazione umana e spirituale a tutto tondo:
“Queridos jóvenes, escuchad de verdad…
Cari giovani, ascoltate veramente le parole del Signore, perché siano in voi ‘spirito e vita’, radici che alimentano il vostro essere, criteri di condotta che ci assimilano alla persona di Cristo: essere poveri di spirito, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, amanti della pace”.
Allora, conclude Benedetto XVI, “sarete beati, felici, e la vostra allegria contagerà gli altri”:
“Al edificar sobre la roca firme…
Edificando sulla ferma roccia, non solamente la vostra vita sarà solida e stabile, ma contribuirà a proiettare la luce di Cristo sui vostri coetanei e su tutta l’umanità, mostrando un’alternativa valida a tanti che si sono lasciati andare nella vita, perché le fondamenta della propria esistenza erano inconsistenti”.
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