martedì 16 agosto 2011

Gmg 2011, quelle facce diverse. Intervista a don Alfonso Simón Muñoz (Sir)

GMG 2011

Quelle facce diverse
Alfonso Simón Muñoz di “Alfa y Omega”


L’impatto di più di un milione di giovani, tanti ne sono previsti a Madrid per la Gmg, non può lasciare sicuramente indifferente il Paese che la ospita, la Spagna. Il SIR ha incontrato don Alfonso Simón Muñoz, delegato episcopale del settimanale cattolico della diocesi madrilena “Alfa y Omega”, per il quale “la visibilità dei giovani alla Gmg è importante perché è una ‘realtà’ che parla a chiunque la osservi: questi ragazzi hanno delle facce ‘diverse’, come quelle dei primi discepoli di Gesù, che erano pochi ma ‘significativi’”. Il settimanale sta vivendo dei giorni frenetici in questo periodo, con edizioni speciali dedicate alla Giornata che si susseguono dalla fine di luglio: il periodico ha circa un milione di lettori e le oltre 300.000 copie in cui viene stampato sono allegate settimanalmente, il giovedì, al quotidiano “Abc”.

Don Simón Muñoz non tutti in Spagna aspettano benevolmente la Gmg: il movimento 15-M si prepara il 18 agosto, giorno dell’arrivo del Pontefice, ad una manifestazione di protesta soprattutto contro i costi di questo evento. Cosa accadrà secondo lei?

“Io credo la Giornata mondiale della gioventù e l’arrivo di tanti giovani cristiani allegri e pacifici è un evento talmente ‘forte’ che supererà le contestazioni e l’eco che potranno avere; il problema dei cosiddetti ‘indignados’ non è l’essere atei, ma nutrire del risentimento per la Chiesa. Per quanto riguarda i costi, il movimento non dice la verità, perché non sarà speso un euro dell’erario pubblico e tutte i costi sono sostenuti dai pellegrini, dagli sponsor e dai contributi privati. E comunque la collaborazione con il governo, la regione e la città di Madrid è ottima: l’arrivo di tante persone rappresenta un interesse comune, perché il ritorno economico sarà notevole”.

A proposito di economia, la situazione del Paese è preoccupante e la crisi colpisce duro: il 40% dei i giovani spagnoli sono disoccupati. La Gmg li può aiutare in qualche modo?

“Le difficoltà attuali possono essere in un certo senso, anche un’‘occasione’, perché è nelle situazioni difficili che i giovani, ma le persone in generale, si concentrano sulle cose essenziali della vita, come volgere lo sguardo al Signore. Questo non significa che l’economia non è rilevante, e lo stesso Benedetto XVI, nel messaggio ai giovani per la Gmg, riconosce che la stabilità e la sicurezza sono le cose più importanti che occupano la loro mente, ma, ricordando anche la sua giovinezza, nota come nella povertà i giovani non si perdono nella mediocrità. Il Pontefice sottolinea che l’uomo è chiamato a qualcosa di grande e nel trovare la verità, la bellezza, il bene sta la soluzione dei problemi. Una società che pone l’uomo al centro, invece che altri valori, fa scelte di solidarietà, di accoglienza e di amore”.

In questo contesto così difficile e in una società ormai secolarizzata, cosa si aspetta la Chiesa spagnola dalla Giornata mondiale della gioventù?

“Credo che la Spagna abbia bisogno di nuovi santi, perché senza santi non c’è storia, non c’è vera umanità. In città come Barcellona i cristiani praticanti sono ormai il 4-5%, a Madrid la situazione è un po’ migliore, siamo al 20 %, ma il problema è la vivacità dei giovani. La presenza visibile di tutti questi ragazzi che vengono qui da tutto il mondo, aperti a un discorso di fede e pronti all’incontro personale con Dio, è veramente importante”.

La Spagna è l’unico Paese in cui si sono celebrate due Gmg, prima a Santiago de Compostela, nel 1989, e ora questa di Madrid: che cammino è stato fatto in questi anni?

“Potremmo dire che le varie edizioni sono state ‘un pellegrinaggio progressivo’ che ha segnato la vita di tanti giovani: basti pensare a quanti hanno fatto scelte essenziali della vita in questi momenti, come sposarsi o decidere per la consacrazione. Non è solo questo: molti credevano che le Gmg fossero legate alle personalità di papa Wojtyla e che sarebbero finite con lui ma sin dall’inizio lui stesso dichiarò che erano state pensate per costruire una ‘civiltà dell’amore’, e credo che questo obiettivo sia il riassunto di tutte le edizioni. Per questo i giovani hanno continuare a frequentarle anche dopo la scomparsa di Giovanni Paolo II e ascoltano con attenzione ciò che propone loro Benedetto XVI, perché sanno che è importante per la loro vita”.

A proposito di Bendetto XVI, c’è polemica nei media spagnoli su quello che potrebbe dire e sui risvolti politici delle sue parole: cosa pensa succederà?

“Sono convinto che il Papa parlerà con libertà, i suoi discorsi saranno rivolti a tutti, compresi quelli che lo contestano. La sua è una figura universale, al di sopra delle parti, non è né di destra né di sinistra: la grandezza del suo predecessore è stata veramente quella di riunire i giovani non per se stesso ma per mostrare Cristo e Benedetto XVI ha proseguito su questa strada”.

a cura di Simona Mengascini - inviata SIR a Madrid

© Copyright Sir

Nessun commento: