giovedì 18 agosto 2011

Il cardinale Rylko: la Gmg è un'esperienza che può ispirare a un giovane scelte decisive (R.V.)


Il cardinale Rylko: la Gmg è un'esperienza che può ispirare a un giovane scelte decisive

Le prime battute della 26.ma Gmg hanno già riproposto la bellezza e l'intensità dei valori che hanno fatto la storia di questo tipo di raduni, dove a essere protagonisti sono ragazzi lontani da certi stereotipi, che vorrebbero il mondo giovanile sfiduciato e senza prospettive. Lo sottolinea il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, in questa intervista della nostra inviata a Madrid, Debora Donnini:

R. – E’ veramente grande e importante la testimonianza che questi giovani, provenienti dagli angoli più remoti del pianeta, rendono in questi giorni a Madrid. E’ una testimonianza di cui il mondo di oggi, in particolare l’Europa, ha tanto bisogno, perché è una testimonianza di una fede giovane, piena di entusiasmo, di spirito missionario.

D. – Più volte, nei discorsi, ritorna la questione del relativismo e della secolarizzazione, che specialmente l’Europa sta vivendo. Pensa che le Giornate mondiali della gioventù, e in particolare questa di Madrid, siano momenti importanti per rispondere a questa chiamata della nuova evangelizzazione?

R. – Certamente sì. Le Giornate mondiali hanno ormai 25 anni, e in questo arco di tempo si sono dimostrate uno strumento straordinario di evangelizzazione, soprattutto di evangelizzazione delle giovani generazioni, nel quale i giovani stessi sono i protagonisti. Ma non solo: le Giornate mondiali sono uno strumento di evangelizzazione di tutta la società odierna. Molte persone che sono in ricerca, che si sono allontanate dalla fede, guardano a questi giovani con grande interesse. Per loro sono un grande punto interrogativo: "Cosa hai fatto della tua fede? Come vivi la tua fede?". Rispondere a questi interrogativi è una funzione importante di ogni Gmg.

D. – Le Gmg sono state anche dei momenti nei quali molti giovani hanno avvertito una chiamata al sacerdozio, alla vita consacrata o a formare una famiglia cristiana...

R. – Le Giornate mondiali della gioventù hanno avuto sempre - e hanno ancora oggi - una forte dimensione vocazionale. Infatti, a una persona che incontra veramente Cristo sorge spontanea la domanda: “Come devo vivere? Cosa si aspetta Cristo da me?”. Cioè, è una domanda vocazionale. Incontro tante giovani coppie che mi dicono: “Noi siamo frutto della Gmg di Czestochowa”, “Noi siamo frutto della Gmg di Manila”. E quanti, anche, i sacerdoti che hanno maturato la loro definitiva scelta in favore del sacerdozio proprio incontrando il Successore di Pietro.

D. – La visita di Benedetto XVI in Spagna è iniziata. Quale clima si respira qui a Madrid?

R. – Un clima di grande intensità. Sappiamo tutti, come ha detto un sociologo, che il Successore di Pietro è il "faro" di ogni Giornata mondiale della gioventù. Papa Benedetto XVI si è dimostrato un grande maestro della fede, non solo negli ambienti universitari, accademici, ma in generale un maestro della fede della giovane generazione. Lo vediamo ogni volta quando incontra i giovani, soprattutto quando - a braccio - spiega le verità fondamentali della fede. Molti giovani rimangono colpiti dall’incisività del suo pensiero, della sua parola. E credo sia proprio questo che i giovani, venuti qui a Madrid, attendono dal Papa. (ma)

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: