La domanda di Pablo sul senso del dolore
di Filippo Di Giacomo
A Madrid i giovani erano veramente tanti ma ne sarebbe bastato uno solo per dare senso a tutta la giornata mondiale della gioventù.
Si chiama Pablo, ha 17 anni ed è da quando aveva un anno e mezzo che la sua vita si svolge da un ospedale all'altro. Una malattia neurologica degenerativa non gli ha impedito di studiare e di coltivare la scrittura, la sua amata passione. In Spagna, sarà conosciuto per un libro di prossima uscita con il quale racconterà la sua personale via crucis. La mattina di venerdì, il ragazzo sapeva che il Papa avrebbe incontrato le giovani suore di tutta la Spagna nel monastero dell'Escorial.
Anche del programma di questa sosta papale Pablo sapeva tutto, e avendo scritto una lettera a Benedetto XVI, aveva deciso di andargliela a consegnare. Il perché, tra le tante possibilità, avesse scelto quello riservato alle suore Pablo non lo ha spiegato. Però ha raccontato quanto minuziosamente avesse programmato, con il papà, la sua intrusione: avevano anche prenotato una stanza nell'albergo dentro l'Escorial.
Pablo aveva deciso già qualche mese fa di chiedere al pontefice perché, se Dio è giusto e buono, poi permette che sulle spalle di innocenti come lui cadano carichi così pesanti di sofferenza e dolore. Però i medici dell'ospedale dove il ragazzo è ricoverato non hanno voluto che affrontasse il viaggio senza le dovute cautele e hanno solo permesso che Pablo andasse verso l'Escorial in ambulanza, senza affrontare la fatica degli appostamenti papali che aveva immaginato. La sorte ha voluto che l'ambulanza giungesse negli spazi della cattedrale madrilena mentre la papamobile stava per essere rioccupata dall'illustre passeggero. E così la sorte, gli infermieri, i poliziotti, il papà del ragazzo e persone di buona volontà hanno costruito la catena che ha congiunto Benedetto XVI e Pablo.
Il quale, ha confessato la sera ai giornalisti: «L'ho guardato e sono rimasto senza fiato e senza parole».
Il Pontefice lo ha abbracciato e lo ha benedetto facendogli il segno della croce sulla fronte. Poi gli ha promesso che, appena tornato a Roma, risponderà alla sua domanda. «Se Dio è buono, perché mi ha caricato di così tanto dolore», chiede il giovane cattolico Pablo, dopo aver visto due milioni di suoi coetanei, cantare e pregare per eccesso di gioia.
© Copyright L'Unità, 22 agosto 2011 consultabile online anche qui.
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