La scommessa teologica di Ratzinger
ANDREA TORNIELLI
Quella che è iniziata ieri a Madrid è la terza Giornata mondiale della Gioventù che si celebra sotto il pontificato di Benedetto XVI ma è la prima che avviene dopo la beatificazione di Papa Wojtyla. I giovani che da ogni parte del mondo, con i mezzi più disparati, hanno raggiunto la Spagna in questi giorni, sanno di poter contare su uno speciale protettore, il carismatico Papa polacco che inventò queste adunate, alle quali volle essere sempre presente, nonostante la vecchiaia e l’avanzare della malattia. Non arrivò a vedere l’ultima che aveva programmato e annunciato, quella di Colonia nel 2005, alla quale prese parte il suo successore, Joseph Ratzinger, che per questo motivo potè compiere la sua prima trasferta internazionale da Papa proprio nella sua terra natale.
A dispetto dei pronostici che lo dipingevano come piuttosto freddo nei confronti di questo tipo di manifestazioni – lette da qualcuno alla stregua di «prove di forza» per mostrare la vitalità della presenza cattolica nonostante la secolarizzazione – Benedetto XVI si è messo umilmente sulla scia del predecessore, mostrando di condividere fino in fondo quella scommessa che Wojtyla aveva fatto sui giovani fin dall’inizio del suo lungo pontificato. E da Papa teologo ha cercato di trasmettere con immagini vive ai ragazzi della GMG i misteri della fede cattolica, come quando a Colonia, sei anni fa, paragonò il cambiamento che avviene nella consacrazione eucaristica alla fissione nucleare. In un momento in cui, forse come mai prima, il mondo si accorge di aver bisogno di ideali, Ratzinger richiamerà ancora una volta i giovani a non soffocare le loro domande e le loro inquietudini, a non ricoprire sotto una spessa coltre di cinismo e di effimero la loro esigenza di un significato del vivere.
In un mondo in cui a contare sembrano essere soltanto il potere, la lussuria e il denaro, il Papa inviterà a impegnare la propria vita per qualcosa o qualcuno che la renda davvero felice e piena di senso. Indicherà non un’idea, un insieme di regole, un pacchetto di dogmi o l’estetismo di qualche bel rito, ma una persona, Gesù di Nazaret. E spiegherà ai giovani della GMG che vivere il cristianesimo non significa dover rinunciare a qualcosa ma, invece, sperimentare quel «centuplo quaggiù» che lo stesso Nazareno promise ai suoi insieme all’eternità. Rimarranno con ogni probabilità delusi, invece, quanti guardano alla Giornata della gioventù, che ha un orizzonte mondiale, nell’ottica della politica spagnola, e immaginano che Benedetto XVI possa lanciare qualche invettiva contro le leggi varate dal governo Zapatero, che pure ha collaborato alacremente per la realizzazione dell’evento. Il Papa non l’ha fatto nel 2006 a Valencia né l’anno scorso a Santiago de Compostela e a Barcellona. Avrebbe ancor meno ragioni per farlo ora che l’esecutivo socialista è dimissionario e mancano poco più di due mesi alle elezioni.
© Copyright La Stampa, 17 agosto 2011 consultabile online anche qui.
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4 commenti:
Hai letto l'acido e beffardo "fra parentesi" del sig. "ndr". Questo signore, penso dell'Associazione Culturale "don G. Giacomini", pare abbia la pretesa di voler insegnare al Papa. Un po' troppo ardito, direi.
Alessia
Non ho letto ma immagino...
R.
Lo trovi qui, terzo pezzo. Una tirata pazzesca.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/index.php?n=Stampa.HomePage
Alessia
Pessimo!!!
R.
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