sabato 20 agosto 2011

Madrid andata e ritorno. Tre testimonianze alla luce delle parole del Papa (Campoleoni)

Madrid andata e ritorno
Tre testimonianze alla luce delle parole del Papa


Alberto Campoleoni

La notizia viene da Livorno: a Ferragosto Anna Lisa e Andrea si sono sposati. Lei ha 33 anni, lui 34. La chiesa dove hanno celebrato le nozze è quella di un ospedale e l’“albergo” della notte di nozze la stanza dell’hospice per le cure palliative. Anna Lisa, infatti, ha un tumore che la sta divorando, senza cura, senza medicine. Andrea le è vicino da quando si sono innamorati, tre anni fa e da quando, 5 mesi dopo il loro incontro, Anna Lisa ha scoperto di essere malata. Da allora ha cominciato a lottare, anche attraverso un blog, su internet, dove racconta ogni cosa e dove si definisce una “malata coccolata, viziata, amata e fortunata”.
Sposarsi è un gesto pieno di futuro, di speranza, di eternità. Farlo su una sedia a rotelle, con la bombola d’ossigeno al fianco - come descrive Anna Lisa -, con la consapevolezza di una malattia che porta via, invece, il futuro, che lascia poco tempo, fa riflettere. Spiazza. Accostare la gioia e la speranza alla consapevolezza di quella che con facilità definiremmo una condanna, una “maledizione”, fa fare un salto oltre l’immediato, oltre le apparenze, verso ciò che muove in profondità l’esistenza delle persone ed è desiderio di vita, di amore, di pienezza. Nonostante i limiti, la malattia, le sofferenze. Anna Lisa e Andrea - questo fa pensare il loro gesto - mettono in scena il grande gioco della vita vera. Non è quella del Mulino Bianco, della carta patinata. Nelle pieghe dolorose e inaspettate della quotidianità fanno entrare qualcosa di più grande. La bombola d’ossigeno non sparisce, anche se è agghindata con fiocchi eleganti. E la sedia a rotelle resta tale - come racconta il blog di Anna Lisa - eppure l’esistenza si trasforma, acquista un senso nuovo. Altro che “cure palliative”: questo matrimonio diventa una finestra aperta, uno scorcio di verità.
Anche altre due notizie, nei giorni scorsi, hanno lasciato intravedere qualcosa di inaspettato. Nel Monzese è stato ucciso un ragazzo, durante una lite e la sua mamma - annotano le cronache - nel pianto e nello sgomento del giorno dopo, rivolgeva il pensiero al ragazzo “assassino”. “Piango anche per lui, chissà come si sente”. E al momento del funerale: “Voglio fare arrivare un abbraccio al ragazzo che mi ha tolto il figlio e alla sua famiglia, in attesa di un incontro. Perché deve vincere il bene”. Ci si poteva attendere giudizio, durezza, richiesta di “giustizia” - l’immediato - invece ecco compassione, dolore condiviso, volontà di vincere il male con il bene. A Torino, invece, un gioielliere che ha sparato per difendersi da un rapinatore, uccidendolo, di fronte a quanti gli mostravano “solidarietà” per il “coraggio” avuto, per aver reagito all’aggressione - anche qui l’immediato, la reazione “normale” - , ha preso invece la testa tra le mani: “Sto male”, ha detto, disperandosi per aver ammazzato un’altra persona. “Mi hanno detto che era sposato e che aveva due bambini. Non posso accettare l'idea che non rivedranno mai più il loro papà perché l'ho ucciso io”.
Ecco, sono piccole luci accese su quello di cui l’uomo può essere capace quando non si piega solo su se stesso, come tante volte siamo portati ad aspettarci (è la “mentalità di questo secolo”). Piuttosto trova risorse e slanci autentici che lo portano a guardare fuori di sé, agli altri, come fratelli, compagni di strada, partecipi di un’esistenza condivisa. Sono messaggi controcorrente, “segni dei tempi”, cartelli indicatori di una strada che non vogliamo smarrire.
Una strada che, con voce forte, è indicata in questi giorni una volta di più dal Papa, a Madrid, soprattutto ai giovani, ma non solo a loro: “Non passate oltre la sofferenza umana, siate capaci di amare e di compatire”. È qui il segreto di un’esistenza autentica, piena, soddisfacente, indicata per i cristiani dall’esempio di Gesù. Un segreto che parte dal cuore - potremmo dire, per significare la profondità di ogni persona - ma che non è questione intimista, solo interiore. Piuttosto - è ancora uno dei messaggi forti dalla capitale spagnola, dalla Gmg - riguarda tutti gli ambiti dell’esistenza di uomini nuovi, che vogliono e possono trasformare in meglio la storia.

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