A Madrid si rinnova nel momento in cui l'Europa ha bisogno di ritrovare le sue radici cristiane
Una festa della fede
di Stanisław Ryłko*
Chi era presente alla Giornata mondiale della gioventù 2008 a Sydney, ricorda l'esplosione di gioia dei presenti, quando al termine delle celebrazioni, Benedetto XVI ha annunciato che il prossimo incontro si sarebbe tenuto a Madrid. In quel momento, i giorni del 16-21 agosto 2011 sembravano molto lontani! E ora, siamo arrivati quasi alla vigilia di questo evento straordinario, tanto atteso dai giovani.
Sono stati anni di intenso lavoro pastorale a livello mondiale, in quanto la «Giornata» è entrata ormai in maniera capillare nella vita della Chiesa universale come elemento che stimola, in modo permanente, il suo impegno a favore delle giovani generazioni. E questa volta è la Chiesa di Spagna ad essere interpellata in modo speciale. Infatti, tutte le diocesi spagnole -- a partire dalla Chiesa di Madrid -- hanno risposto in maniera generosa ed entusiasta alla decisione del Papa. Il periodo di preparazione è stato un kairos particolare in cui la Chiesa spagnola ha potuto, in un certo senso, riscoprire se stessa, le sue grandi risorse spirituali, non di rado nascoste e invisibili agli occhi di un osservatore distratto. Ha potuto valorizzare le risorse preziose dei giovani stessi, i quali tra l'altro si sono ritrovati coinvolti nella spirale di una crisi che non gli appartiene e che li penalizza oltre misura; sulle capacità dei Pastori, di tutti coloro che nel loro ambito hanno saputo dare testimonianza, a volte sorprendente, di autentico impegno e di grande generosità.
Le ragioni per cui è stata scelta la capitale spagnola per il nuovo appuntamento sono state spiegate dal Papa stesso nel suo messaggio per questa ventiseiesima edizione: «Adesso, in un momento in cui l'Europa ha grande bisogno di ritrovare le sue radici cristiane, ci siamo dati appuntamento a Madrid, con il tema: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr. Col 2, 7). Vi invito pertanto a questo evento così importante per la Chiesa in Europa e per la Chiesa universale. E vorrei che tutti i giovani, sia coloro che condividono la nostra fede in Gesù Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi e non credono in Lui, potessero vivere questa esperienza, che può essere decisiva per la vita: l'esperienza del Signore Gesù risorto e vivo, e del suo amore per ciascuno di noi». Il Papa ribadisce così la finalità fondamentale di ogni Gmg: l'evangelizzazione, di cui i giovani sono i principali protagonisti. È importante ricordarlo, mentre ci apprestiamo a partire per Madrid.
Questa insistenza sull'importanza della fede non vuol dire assolutamente che la Chiesa sia indifferente di fronte ai tanti gravi problemi che affliggono i giovani d'oggi. Al contrario! Ce lo spiega ancora il Papa con parole chiare ed incisive. Basta rileggere il suo discorso alla sessi0ne inaugurale della v Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-americano e dei Caraibi, ad Aparecida nel 2007: «Solo chi riconosce Dio, conosce la realtà e può rispondere ad essa in modo adeguato e realmente umano. La verità di questa tesi risulta evidente davanti al fallimento di tutti i sistemi che mettono Dio tra parentesi». E ancora: «Se non conosciamo Dio in Cristo e con Cristo, tutta la realtà si trasforma in un enigma indecifrabile; non c'è via e, non essendoci via, non ci sono né vita né verità».
Parole, quelle del Papa, che proprio oggi trovano drammatico riscontro nei gravi fatti che si sono verificati in diverse città inglesi e che coinvolgono soprattutto i giovani, esasperati da messaggi fuorvianti, dalla mancanza assoluta di riferimenti, di valori, di modelli da seguire. La verità è che il mondo post moderno sta attraversando una crisi difficile e molto più profonda di quel che si possa pensare. Il relativismo diffuso genera un pericoloso vuoto di senso. La cultura postmoderna è una cultura che definirei «liquida», cioè senza punti di riferimento concreti e di conseguenza è una cultura che produce giovani sradicati, privi di basi solide e sicure. In una tale situazione, soprattutto tra i giovani, cresce il bisogno di trovare radici vere della loro identità umana e cristiana. Hanno bisogno di un fondamento sicuro sul quale costruire la loro esistenza. E i modelli proposti da questo mondo non convincono e falliscono come dimostra la situazione di questo nostro tempo travagliato.
La Chiesa propone e insegna a guardare le cose più a fondo, senza mai perdere di vista l'essenziale. A questo deve servire la giornata di Madrid, città divenuta simbolo nei mesi scorsi del disagio giovanile. Vuole essere una risposta chiara e persuasiva ai bisogni delle nuove generazioni, degli uomini di domani. Risposta e fondamento che si incarnano in una persona viva, che ha un nome: Gesù. È lui la risposta concreta e completa alle domande, alle nostalgie e alle inquietudini: è la risposta di Dio.
Per questo ogni Gmg è un'esperienza straordinaria di una Chiesa amica dei giovani, partecipe dei loro problemi, una Chiesa che si pone a servizio delle nuove generazioni. È un'esperienza di Chiesa universale, unica nel suo genere, che abbraccia tutto il pianeta; di una Chiesa giovane, piena di entusiasmo e slancio missionario. È un'epifania della fede cristiana che ha dimensioni veramente planetarie. E i giovani, specialmente nella nostra vecchia Europa, profondamente secolarizzata e laicista, hanno un particolare bisogno di tutto questo.
La Spagna accoglie generosamente la Gmg per la seconda volta. Come non ricordare, infatti, l'indimenticabile incontro di Santiago de Compostela del lontano 1989, quando Giovanni Paolo II fu accolto dall'allora arcivescovo di Santiago monsignor Antonio María Rouco Varela, che oggi, come cardinale e arcivescovo di Madrid, darà il benvenuto a Benedetto XVI. Ed è stato proprio a Santiago de Compostela che la Giornata mondiale della gioventù si è strutturata così come essa è oggi: tre giorni di catechesi, la veglia di preghiera il sabato sera e la celebrazione eucaristica di invio missionario dei giovani in chiusura. Sempre a Santiago è stata scoperta la dimensione del pellegrinaggio come elemento essenziale del cammino dei giovani del mondo sulle orme del Successore di Pietro. Negli anni, poi, ogni appuntamento ha aggiunto qualcosa di nuovo al programma: a Denver nel 1993, la Via Crucis; a Parigi nel 1997, le giornate previe nelle diocesi e il cosiddetto «festival della gioventù» (una sorta di programma culturale); a Roma nel 2000, la «festa del perdono» (300 confessionali sono stati affollati dai giovani nei pressi del Circo Massimo); a Toronto nel 2002, la «fiera vocazionale»; e infine a Colonia nel 2005, l'adorazione eucaristica. Il programma che, di volta in volta, si propone ai giovani non è, dunque, statico, ma in continua evoluzione, cercando di rispondere sempre meglio ai veri bisogni spirituali dei giovani d'oggi.
Il raduno di Madrid si annuncia come un avvenimento particolarmente significativo anche se osserviamo le cifre. Attualmente si sono iscritti formalmente circa 500 mila giovani (cifra mai raggiunta in passato in questo periodo, dato che i giovani di solito s'iscrivono all'ultimo momento); 14 mila sacerdoti accompagnano i loro giovani; 800 i vescovi, di cui 263 vescovi-catechisti; 250 i luoghi per le catechesi che saranno pronunciate in 30 lingue (una vera Pentecoste); 700 mila copie di Youcat saranno distribuite ai giovani in 6 lingue; 24 mila volontari provenienti da vari Paesi saranno impegnati in diversi servizi; e, infine, prima di arrivare a Madrid, i giovani faranno sosta in 68 diocesi spagnole a conferma che tutta la Chiesa in Spagna è coinvolta direttamente nell'esperienza della Gmg!
Davanti ad un simile movimento, che coinvolge diversi Paesi del mondo, ritornano le solite polemiche strumentali sollevate a proposito dei costi. La Giornata è interamente autofinanziata. Ma questo forse sono in pochi a saperlo e in tanti a nasconderlo. Si basa su un'autogestione improntata alla sobrietà e caratterizzata dalla solidarietà tra le Chiese ed anche tra gli stessi giovani. Senza poi considerare il fatto che si tratta di un importante investimento sulla formazione. Un investimento dunque che genera tanti frutti preziosi nella vita dei giovani, per il futuro della società e della Chiesa. Ma proprio perché la manifestazione assume certe dimensioni la Chiesa non dimentica neppure quelli che non potranno essere presenti a Madrid. In vari Paesi infatti, in contemporanea con le diverse celebrazioni, sono previsti dei raduni in luoghi che saranno collegati tramite mondovisione oppure internet (ad esempio: in Ucraina, in Burundi, in Madagascar...). È di questi giorni la notizia che il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali ha lanciato un social network fotografico attraverso il quale i giovani che si trovano nella capitale spagnola, potranno condividere la loro esperienza di fede con altri loro coetanei, lanciando una foto sul portale vaticano Pope2you, e trasformarla così in una testimonianza. Il sito si chiama Living word faces. Questo vuol dire aiutare i giovani a raccogliere l'invito di Benedetto XVI affinché diventino essi stessi evangelizzatori nei luoghi del mondo digitale.
Infine non si può dimenticare che la Gmg di Madrid si svolge all'insegna della recente beatificazione di Giovanni Paolo II, il fondatore delle giornate. Papa Wojtyła ritorna così tra quei giovani che ha tanto amato e dai quali è stato anche molto amato, ritorna però come beato patrono e protettore. Infatti, la celebrazione eucaristica di accoglienza dei giovani pellegrini, presieduta dall'arcivescovo di Madrid martedì 16 agosto in Plaza de Cibeles, sarà dedicata proprio al nuovo beato.
Ogni Giornata mondiale della gioventù è una grande semina evangelica, un dono da accogliere con gratitudine e con vivo senso di responsabilità. Affidiamola, dunque, all'intercessione dei santi patroni ma in modo speciale al beato Giovanni Paolo II, perché possa portare frutti abbondanti nella vita di tanti giovani d'oggi.
*Cardinale, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici
(©L'Osservatore Romano 13 agosto 2011)
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