Memoria di Santa Chiara. Il Papa: una donna coraggiosa che ha cambiato il mondo in meglio
Oggi la Chiesa celebra la memoria di Santa Chiara d’Assisi. Il Papa – nell’udienza generale del 15 settembre dell’anno scorso l’ha definita “una delle Sante più amate”: “la sua testimonianza – ha affermato Benedetto XVI – ci mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento”. Il servizio di Sergio Centofanti.
Di Chiara d’Assisi il Papa ricorda il momento forte della conversione, avvenuta 800 anni fa: di nobile e ricca famiglia e destinata dai genitori ad un matrimonio con un importante esponente dell’aristocrazia, Chiara lascia tutto e si reca da San Francesco nella Porziuncola. Era la sera della Domenica delle Palme del 1211:
“Nella commozione generale, fu compiuto un gesto altamente simbolico: mentre i suoi compagni tenevano in mano torce accese, Francesco le tagliò i capelli e Chiara indossò un rozzo abito penitenziale. Da quel momento era diventata la vergine sposa di Cristo, umile e povero, e a Lui totalmente si consacrava”.
Chiara ha in Francesco d’Assisi non solo un maestro ma anche un amico fraterno:
“L’amicizia tra questi due santi costituisce un aspetto molto bello e importante. Infatti, quando due anime pure ed infiammate dallo stesso amore per Dio si incontrano, esse traggono dalla reciproca amicizia uno stimolo fortissimo per percorrere la via della perfezione. L’amicizia è uno dei sentimenti umani più nobili ed elevati che la Grazia divina purifica e trasfigura”.
Vive 40 anni nel Convento di San Damiano in totale povertà svolgendo i lavori più umili nonostante sia la superiora. Chiara si nasconde ma la sua luce illumina tutto il mondo:
“Ed è proprio così, cari amici: sono i santi coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell’umanità!”.
Il Papa cita le parole di Chiara a sant’Agnese di Praga, figlia del re di Boemia, che ne segue le orme, laddove parla di Cristo, suo diletto Sposo, “con espressioni nuziali – rileva Benedetto XVI - che possono stupire, ma che commuovono”:
“Amandolo, siete casta, toccandolo, sarete più pura, lasciandovi possedere da lui siete vergine. La sua potenza è più forte, la sua generosità più elevata, il suo aspetto più bello, l’amore più soave e ogni grazia più fine. Ormai siete stretta nell’abbraccio di lui, che ha ornato il vostro petto di pietre preziose… e vi ha incoronata con una corona d’oro incisa con il segno della santità” (Lettera prima: FF, 2862)”.
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