mercoledì 26 ottobre 2011

Assisi, Card. Ravasi: critiche da ambienti ristretti. Card. Koch: il Papa esercita il primato ecumenico. Card. Tauran: si apre ai non credenti. Bianchi: significativa la presenza di questi ultimi (Izzo)

GIORNATA ASSISI: CARDINALE RAVASI, CRITICHE DA AMBITI RISTRETTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 ott.

Le critiche alla Giornata di Assisi sono arrivate "da parte di qualche ambito, devo dire molto ristretto". Ai microfoni della Radio Vaticana, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero per la cultura che ha collaborato alla realizzazione dell'evento, minimizza le contestazioni dei tradizionalisti all'iniziativa interreligiosa di Benedetto XVI.
"Qualche diffidenza - spiega - c'e' ancora e si puo' anche comprendere che, quando si parla di dialogo, un rischio sempre esistente e' quello del sincretismo, ma questo e' lontano, remoto, in questa esperienza di Assisi".
Nel preparare la Giornata di domani, infatti, assicura Ravasi, "si e' voluto il piu' possibile cercare di ritrovare le radici ultime e profonde che permettono questo incontro, evitando una forma esteriore, generica, che quasi affermi una sorta di incontro facile e immediato, soprattutto a livello religioso anche esplicito, esteriore.
La radice profonda e' quella del legame che noi tutti abbiamo prima di tutto a una sorgente adamica". Dall'altra parte, "c'e' anche questa profonda ricerca di Dio, del mistero, della trascendenza, che e' nell'interno di tutte le grandi religioni". Per il cardinale Ravasi, "c'e' anche la realizzazione dei grandi valori umani di verita', di giustizia, di dialogo tra i popoli, persino di amore. Infine, c'e' anche la possibilita' che nella identita' propria si puo' costruire uno spettro di espressioni religiose molto diverse che insieme, pero', coesistono e convivono".
"Io credo - conclude il presidente del Pontificio Consiglio per la cultura - che non ci sia assolutamente ragione per fare delle obiezioni a questo incontro che Benedetto XVI ha voluto, anche con questa dimensione degli uomini che non hanno religione ma che si interrogano sul senso ultimo delle cose, che sono in cammino e in pellegrinaggio laico verso i grandi valori".

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GIORNATA ASSISI: CARDINALE KOCH, PAPA ESERCITA PRIMATO ECUMENICO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 ott.

Convocando e presiedendo la Giornata interreligiosa di Assisi, Benedetto XVI esercita di fatto "un primato ecumenico", come aveva fatto 25 anni fa Giovanni Paolo II.
Ne e' convinto il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unita' dei cristiani, che in una lunga intervista rilasciata al quotidiano francese "La Croix" alla vigilia dell'incontro parla proprio di un "primato ecumenico" del Papa nel "dialogo dell'amore e nel dialogo della verita'". Secondo il porporato svizzero, cio' e' testimoniato dal fatto che "numerosi protestanti, anglicani, ortodossi desiderano incontrarlo, parlare e approfondire la loro relazione con lui".
"Il Papa - aggiunge - desidera un approfondimento spirituale dell'ecumenismo e non una negoziazione di tipo contrattuale, come si fa negli affari". Il cardinale si sofferma su alcuni nodi ecumenici, a partire dall'ultimo viaggio di Benedetto XVI in Germania. "Se molti sono rimasti delusi - afferma - e' in ragione di attese irrealistiche. Se il Papa visita la Germania e incontra la Chiesa evangelica di questo paese, non ci si puo' aspettare da parte sua decisioni riguardanti la Chiesa universale. Mi sembra che alcuni media abbiano spinto ad attese irrealistiche che hanno poi alimentato una delusione".

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GIORNATA ASSISI: CARDINALE TAURAN, SI APRE AI NON CREDENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 26 ott.

Alla Giornata di Assisi "saranno anche presenti alcuni rappresentanti delle persone in ricerca di Dio, quelle persone che si trovano nel 'Cortile dei gentili'. Si tratta di un fatto senza precedenti". Lo sottolinea il cardinale Jean Louis tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo Interreligioso.
"Si tratta - spiega in una dichiarazione diffusa dall'Ufficio Stampa dell'Azione Cattolica - di un'occasione offerta anche ai non credenti per interpellare i credenti, e in particolare esigere da loro una testimonianza di vita che sia coerente con la religione che professano". "Dunque - commenta la nota dell'Azione Cattolica - si apre una nuova pagina da scrivere per i costruttori di pace e di dialogo, un nuovo impegno per la gente di Ac, che domani ad Assisi rinnovera' la sua filiale adesione al magistero di Benedetto XVI".

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GIORNATA ASSISI: BIANCHI, SIGNIFICATIVA PRESENZA DEI NON CREDENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 26 ott.

"Nella Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo indetta da Papa Benedetto XVI si possono scorgere, accanto a una sostanziale continuita' con l'iniziativa di Giovanni Paolo II nel 1986, qualche accento di novita'.
A questa Giornata, infatti, sono convocate anche personalita' del mondo della cultura che non si professano religiose; inoltre, l'incontro e' intitolato 'Pellegrini della verita', pellegrini della pace', mettendo cosi' in rilievo come la ricerca della verita' sia essenziale perche' vi possa essere una ricerca della pace".
Lo afferma Enzo Bianchi, il priore di Bose che terra' questo pomeriggio una 'lectio magistralis' ad Assisi in preparazione dell'evento.
Secondo Bianchi, "al di la' delle reazioni anche scomposte, la volonta' di Benedetto XVI di fare proprio lo spirito di Assisi conferma il cammino di dialogo voluto dal Vaticano II e mostra come la Chiesa cattolica abbia la consapevolezza di una missione veramente universale: una missione, cioe', che riguarda tutti nel rispetto del cammino e delle vie religiose di ciascuno, nella convinzione che tutti gli uomini sono fratelli perche' figli di un unico Padre e Creatore e che a nessuno di loro potra' mai essere estraneo il mistero pasquale di Gesu'".
"Va anche detto - sottolinea Bianchi - che molti timori riposano su un fondamentale malinteso: si presume che il dialogo richieda di mettere da parte la propria fede e dimenticare la verita'". In realta', afferma il teologo, "il dialogo implica un'autentica reciprocita', chiede di ascoltare l'altro e la sua fede con rispetto ma, nello stesso tempo, di parlare con parresia della propria fede".
E dunque "il dialogo interreligioso esige che ciascuno dei due partner conosca la propria tradizione e le resti fedele, che sia un testimone della propria fede senza la pretesa di imporla all'altro".
Secondo il priore di Bose, "il dialogo, se ben compreso, fa addirittura parte dell'evangelizzazione, perche' e' solo dialogando in modo autentico che si assume lo stile di Gesu', lo stile del Vangelo, quello dei discepoli inviati tra le genti".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Può darsi che "i molti limiti del mio piccolo cervello" mi impediscano di "decifrare compiutamente" il "contorto pensiero" del Card. Ravasi, uomo considerato un pozzo di scienza e di teologia. Non voglio qui entrare nel merito dell'incontro di Assisi. Mi limito ad "analizzare" l'affermazione "spiegazionista" del Card. Ravasi, un vero e proprio esempio di linguaggio di raffinata cultura "che, forma elegante a parte, nella sostanza non dice nulla di concreto e sembra un'iperbole lessicale" buona per qualsiasi conclusione. In questa spiegazione, volendo, ci si può "mettere dentro" qualsiasi conclusione ed il suo esatto contrario, forse per la sostanziale mancanza di una "prospettiva di fondo dell'operazione". Non mi sembra all'altezza del personaggio.
Cito testualmente: " si è vluto, il più possibile, cercare di ritrovare le radici ultime e profonde che permettono questo nostro incontro, evitando una forma esteriore e generica, che quasi affermi una sorta di incontro facile ed immediato, soprattutto a livello religioso, anche esplicito, esteriore.
Se, ai miei lontani tempi, a scuola avessi usato un linguaggio così criptico ed involuto la profe di lingua itlaiana mi avrebbe rifilato, come massimo un bel 4, niente di più. E avrebbe avuto ragione!
Anonimo