venerdì 21 ottobre 2011

Cooperazione e solidarietà. Il discorso dell’ambasciatore dei Paesi Bassi al Papa

Il discorso dell’ambasciatore al Papa

Cooperazione e solidarietà

Santità,

È con sentimenti contrastanti che oggi mi presento a lei. Da un lato sono molto triste perché, a causa della sua prematura scomparsa, il mio predecessore, la baronessa Henriëtte van Lynden Leijten, non ha potuto portare a termine il suo mandato come ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi presso la Santa Sede. Dall’altro, però, mi sento profondamente onorato perché Sua Maestà la Regina Beatrice si è compiaciuta di nominarmi suo ambasciatore presso il Vaticano. Per me, dunque, è un momento molto speciale e profondamente commovente questo in cui le presento le Lettere credenziali della Regina Beatrice. La Regina, nella presente occasione, mi ha chiesto di trasmetterle i suoi buoni auspici.
Questo grande onore mi è stato concesso dopo una lunga carriera diplomatica che ha incluso sedi in Africa, Sud America, Europa e negli Stati Uniti. Spero di poter approfittare della mia vasta esperienza per promuovere le relazioni tra i Paesi Bassi e la Santa Sede e per rendere questa missione il punto culminante della mia carriera.
Il Governo olandese combina il realismo dinanzi ai principali problemi che dobbiamo affrontare oggi con l’ottimismo per il futuro. Considero un onore e un privilegio dedicarmi alla politica estera dei Paesi Bassi e desidero cogliere questa opportunità per evidenziare alcuni punti di particolare rilevanza.
La politica estera olandese si fonda su tre pilastri: favorire la sicurezza, aumentare la prosperità globale e promuovere la libertà. In ogni parte del mondo la sicurezza e la stabilità sono a rischio. Ciò esige una risposta internazionale e, in particolare, una cooperazione transatlantica. La diffusione di armi di distruzione di massa, comprese le armi nucleari e la tecnologia che le accompagna, è una delle minacce più grandi. I Paesi Bassi stanno facendo tutto il possibile per contrastare la proliferazione nucleare.
La scena mondiale è notevolmente cambiata negli ultimi anni. La forte crescita delle economie emergenti si sta facendo sentire. Nuovi mercati con grande potere d’acquisto offrono opportunità alla comunità degli affari olandese, e i nuovi investitori stanno svolgendo un ruolo prezioso nell’economia del Paese. Alla diplomazia economica viene data la massima priorità. Il Governo olandese sta cercando di tutelare gli interessi economici a lungo termine del Paese.
I Paesi Bassi hanno partecipato sin dall’inizio all’integrazione europea. L’Europa è essenziale per la nostra prosperità, libertà e sicurezza. L’impegno costante verso il processo europeo è quindi nel nostro diretto interesse, ma la sussidiarietà — principio al quale lei, Santità, fa spesso riferimento nel contesto della Chiesa — è fondamentale.
Per quanto riguarda l’allargamento dell’Unione europea, i Paesi Bassi sposano il concetto di «rigoroso e giusto». Nel 2012 dedicheremo una particolare attenzione allo sviluppo dello stato di diritto nei Paesi candidati e potenzialmente candidati. La stretta osservanza delle regole è fondamentale per ottenere il sostegno pubblico all’allargamento.
In merito all’immigrazione, nei Paesi Bassi desideriamo un sistema che offra opportunità a quanti possono dare un contributo, ma sia restrittivo nei confronti di coloro che non sono disposti a farlo. È questo il motivo per cui andrebbe adottata una politica più severa riguardo all’asilo e all’immigrazione.
I Paesi Bassi considerano prioritari temi quali la libertà di religione e di credo e la libertà di espressione. Insieme ad altre nazioni che condividono le nostre idee, svolgiamo un ruolo centrale nel preservare la libertà in internet. Ci opponiamo attivamente alla persecuzione delle minoranze religiose. Ambiamo a costruire una società aperta, basata sul rispetto della persona, a prescindere dalla razza, dal genere, dalla convinzione o dall’orientamento. Sosteniamo eguali diritti e pari opportunità per le donne. Il fondo per i diritti umani dei Paesi Bassi favorisce progetti che aiutano quanti difendono i diritti umani nei loro Paesi. I Paesi Bassi attribuiscono grande importanza alla responsabilità civile collettiva e sono impegnati nel combattere il lavoro infantile.
Un ordine legale internazionale forte esige il buon funzionamento delle istituzioni internazionali, con un’ampia base di sostegno. A questo riguardo, la tradizione dei Paesi Bassi è espressa anche dal fatto che l’Aja è la capitale giuridica del mondo. Il mio Paese continuerà a impegnarsi perché venga riconosciuta la giurisdizione delle corti e dei tribunali internazionali che ospita, compresa la Corte internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale. In aggiunta, il Governo olandese lavora per prevenire genocidi e crimini di guerra e per consegnare quanti li commettono alla giustizia.
I Paesi Bassi sono sempre stati pionieri nel campo della cooperazione internazionale e nella solidarietà con le regioni del mondo meno sviluppate. Da decenni ormai danno un contributo generoso alla cooperazione allo sviluppo. Di recente il Governo olandese ha spostato il centro d’interesse degli aiuti verso gli investimenti, con l’obiettivo di rendere i Paesi in via di sviluppo autosufficienti. Il concetto di autosufficienza è ribadito nelle osservazioni che lei, Santità, ha fatto nel suo recente discorso in occasione della XXXVII Conferenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. La tradizionale disponibilità dei Paesi Bassi a offrire assistenza quando incombono disastri umanitari appare evidente dal contributo supplementare di 15 milioni di euro per l’emergenza nel Corno d’Africa. Il popolo olandese ha più che raddoppiato questa somma attraverso le offerte personali.
La Chiesa sta attraversando tempi difficili in molti Paesi, compresi i Paesi Bassi. Il 21 maggio 2010 lei, Santità, ha disposto la promulgazione del testo rivisto del motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela, contenente le norme per i delicta graviora. Attraverso la lettera circolare del 3 maggio 2011, con la quale la Congregazione per la Dottrina della Fede ha chiesto alle Conferenze episcopali di stabilire linee guida e di inviargliene copia, avete chiaramente dimostrato la volontà di stabilire norme rigorose per affrontare questi reati all’interno della Chiesa. Come comprenderà, anche nel mio Paese c’è grande interesse per tale questione.
In diversi ambiti, specialmente quelli dell’universalità dei diritti umani, della libertà di religione, del dialogo interconfessionale, della libertà di espressione e dell’abolizione della pena di morte, la posizione dei Paesi Bassi e della Santa Sede coincide. La Chiesa cattolica nel mondo ha una notevole influenza in molti Paesi africani e asiatici a questo riguardo. Sulle questioni morali ed etiche i Paesi Bassi continuano a ricercare un dialogo aperto con la Santa Sede. Ciò lascia spazio a entrambi per rispettare i punti di vista dell’altro.
Nel novembre del 2009, il restauro della chiesa dei Santi Michele e Magno a Roma — la chiesa dei Frisoni — è stato celebrato con una santa messa. Dal mio arrivo qui ho constatato personalmente che la messa domenicale in questa chiesa costituisce un momento d’incontro per le persone di lingua olandese. Alcune di esse sono pellegrini cattolici romani, in viaggio verso uno dei luoghi di nascita della civiltà cristiana, mentre altre appartengono a denominazioni diverse. Quest’autunno verrà inaugurato l’organo della chiesa, il cui restauro è stato finanziato dell’Ambasciata dei Paesi Bassi presso la Santa Sede insieme ad altri donatori. Questi momenti importanti nella vita religiosa olandese a Roma confermano ancora una volta le buone relazioni tra la Santa Sede e i Paesi Bassi.
Infine, Santità, desidero assicurarle che svolgerò i compiti di questo importante incarico con la massima dedizione. Mi consenta di esprimere la speranza di poter approfittare pienamente delle conoscenze e della saggezza dei suoi collaboratori, proprio come hanno avuto il privilegio di fare la baronessa Henriëtte van Lynden Leijten e gli altri miei predecessori.

(©L'Osservatore Romano 22 ottobre 2011)

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