Calabria/ Papa, criminalità efferata ferisce il tessuto sociale
Una forte denuncia dei problemi che soffrono Lamezia Terme e la Calabria - a cominciare dal crimine organizzato e dalla mancanza di lavoro - e insieme un appello alla popolazione non cedere alla rassegnazione e a reagire all'emergenza, sono giunti questa mattina da Benedetto XVI, nel corso della messa celebrata a Lamezia Terme.
''Cari fratelli e sorelle - ha detto il Pontefice nel corso della celebrazione - Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa comunità diocesana''. ''So che anche a Lamezia Terme, come in tutta la Calabria - ha aggiunto il Papa - non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. Se osserviamo questa bella regione, riconosciamo in essa una terra sismica non solo dal punto di vista geologico, ma anche da un punto di vista strutturale, comportamentale e sociale; una terra, cioè, dove i problemi si presentano in forme acute e destabilizzanti; una terra dove la disoccupazione è preoccupante, dove una criminalità spesso efferata, ferisce il tessuto sociale, una terra in cui si ha la continua sensazione di essere in emergenza''.
Il Papa è arrivato questa mattina nella cittadina calabrese dove è stato accolto da mons. Luigi Antonio Cantafora, vescovo di Lamezia Terme; dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta; quindi dall'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Francesco Greco; dal presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, dal sindaco di Lamezia Gianni Speranza e da altre autorità civili e religiose. Il Papa, nell'area industriale ex Sir alla periferia della città, ha poi celebrato la messa di fronte a decine di migliaia di fedeli. ''All'emergenza - ha detto ancora il Papa - voi calabresi avete saputo rispondere con una prontezza e una disponibilità sorprendenti, con una straordinaria capacità di adattamento al disagio. Sono certo che saprete superare le difficoltà di oggi per preparare un futuro migliore. Non cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi. Fate appello alle risorse della vostra fede e delle vostre capacità umane; sforzatevi di crescere nella capacità di collaborare, di prendersi cura dell'altro e di ogni bene pubblico''.
Il Papa ha anche messo in luce la positiva iniziativa della ''Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa, sia per la qualità articolata della proposta, sia per la sua capillare divulgazione''. ''Auspico vivamente - ha aggiunto - che da tali iniziative scaturisca una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune''.
Questa mattina, il sindaco Speranza, nel suo saluto al Papa, ha sottolineato: "Non vogliamo essere una terra amara, ma una terra di libertà. Per le donne che vivono in difficoltà, per gli uomini di oggi, per i nostri figli. Il cambiamento è indispensabile e possibile. Ognuno di noi è chiamato a un esame di coscienza". L'amministratore ha dato il benvenuto al Pontefice "in questa terra di sofferenza, di straordinaria bellezza, di enormi potenzialità e risorse, di grandi talenti ma al tempo stesso di inaccettabile disoccupazione, di drammatica ingiustizia e violenza, di antica e ininterrotta migrazione in tutti i continenti". Parlando dell'area industriale in cui si è svolta la celebrazione, Speranza ha fatto notare che "è segno essa stessa delle nostre laceranti contraddizioni: grandi speranze e terribili illusioni si sono alternate. Abbiamo aspettato invano il lavoro e l'industria, invece c'è stato solo spreco di denaro pubblico, per tante e troppe volte nel Mezzogiorno".
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1 commento:
La Giansoldati pare insoddisfatta e fa i conticini del presenti.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=165835&sez=HOME_INITALIA
Alessia
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