mercoledì 26 ottobre 2011

I frutti dell’eredità francescana. Dal confronto ecumenico all’incontro di Assisi (Riccardo Burigana)

Dal confronto ecumenico all’incontro di Assisi

I frutti dell’eredità francescana

Riccardo Burigana

In Italia l’immediata preparazione alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, convocata da Benedetto XVI ad Assisi, per il 27 ottobre, è stata segnata da una molteplicità di iniziative, che hanno coinvolto le comunità locali. Un modo, non solo per ricordare quanto fatto da Papa Giovanni Paolo II per la promozione del dialogo tra le religioni a partire proprio dall’incontro di Assisi del 1986, ma anche offrire un proprio contributo alla costruzione di un dialogo per la pace, fondato sull’accoglienza dell’altro e sulla giustizia.
In questa molteplicità di iniziative, che hanno spesso assunto un carattere ecumenico fin dalla loro progettazione, sono almeno due gli elementi qualificanti. Da una parte l’insistenza nell’importanza delle tradizioni francescane per la costruzione di una cultura del dialogo e della pace. E dall’altro la necessità di moltiplicare le occasioni di conoscenza tra le religioni in Italia.
Per quanto riguarda il patrimonio delle tradizioni francescane si tratta di un aspetto che si è venuto arricchendo in questi ultimi anni di numerosi contributi scientifici e di tanti eventi pubblici che, proprio alla luce del famoso incontro di san Francesco con il sultano al-Malik al-Kamil, nel 1219, nei pressi di Damietta in Egitto, hanno determinato una rilettura complessiva del ruolo dei francescani nella promozione del dialogo tra le religioni per la pace. Si è così pensato a un dialogo da costruire nella quotidianità e nella consapevolezza che l’invocazione alla necessità di costruire la pace assume un valore profetico proprio per la difficoltà di testimoniare quei valori con i quali la pace si realizza a partire dalla ricerca della giustizia nel mondo.
In questa prospettiva si colloca l’incontro promosso dalla famiglia francescana della Campania, a Parlargine di Ponticelli, domenica 23 ottobre, per una riscoperta dello «spirito di Assisi» che, a 25 anni dal primo incontro voluto da Giovanni Paolo II, mostra come la strada del dialogo, fondato sul rispetto delle tradizioni delle singole comunità, costituisca il fondamento per la denuncia da parte delle religioni della inutilità del ricorso alla violenza per risolvere qualunque tipo di controversia nella società. Tanto più quando la violenza diventa un mezzo per affermarsi. Con questo incontro, così come altri, si è voluto quindi legare la preparazione all’incontro di Assisi del 2011 al rilancio di un impegno quotidiano con il quale manifestare la vocazione dei cristiani a essere testimoni della pace nel mondo.
Con questa intenzione è stato pensato anche l’incontro, promosso dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Matera e dalla locale comunità francescana, proprio per giovedì 27. Un appuntamento, attraverso il quale offrire alla città un momento di riflessione, dialogo e di preghiera alla luce dello «spirito di Assisi» per interrogarsi su come i credenti debbano vivere la propria fede a servizio della causa della pace. Manifestando questo impegno anche con una fiaccolata per le strade della città lucana.
Per quanto riguarda, invece, la dimensione della ricerca e, in alcuni casi, del rilancio del dialogo tra le religioni per contribuire al superamento di tensioni e pregiudizi nella società contemporanea, va ricordato un incontro che si è tenuto a Pavia martedì 25. Con questo incontro, che ha assunto un valore particolare anche per il fatto di essere stato ospitato nella locale facoltà di scienze politiche, si è inteso promuovere una riflessione sul dialogo tra le religioni e le tradizioni culturali con una particolare attenzione alla situazione dell’Italia che «è stata interessata da fenomeni migratori significativi o quanto meno percepiti come tali». Fenomeni, «che hanno coinvolto uomini e donne di fedi e culture diverse, provenienti da diversi continenti e da differenti esperienze». Al vescovo di Pavia, Giovanni Giudici, è stato chiesto d’introdurre la riflessione, ripercorrendo l’itinerario dello «spirito di Assisi» e la sua recezione nella Chiesa, nelle comunità religiose e nella società. A Vincenzo Pace, docente presso l’università di Padova, impegnato da anni nello studio della dimensione interreligiosa dell’Italia, è stato affidato invece il compito di presentare i più recenti mutamenti della «geografia» religiosa. Significativa è stata anche la partecipazione di rappresentanze delle diverse denominazioni cristiane presenti a Pavia. Una partecipazione che non solo ha dato un carattere ecumenico all’incontro, ma ha anche mostrato il pieno coinvolgimento delle varie confessioni cristiane a questo tipo di iniziative per il dialogo. Testimoniando così quanto sia diffusa e condivisa la volontà d’essere costruttori di un dialogo tra le religioni per la pace.
Si tratta di una dimensione ecumenica che caratterizza molti incontri di questi giorni. Tra questi, particolarmente significativa si preannuncia, venerdì 28, la celebrazione di una preghiera ecumenica a Frosinone, presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico. Alla preghiera seguirà anche un incontro con la locale comunità islamica, proprio per sottolineare come lo «spirito di Assisi» costituisca per tutti i cristiani una spinta non solo a pregare per una sempre più visibile unità, ma al tempo stesso per la riscoperta di una comune vocazione al dialogo con l’altro.
Per certi versi, infine, può considerarsi esemplare, per una efficace sintesi della riscoperta delle tradizioni francescane per la pace e dell’azione per lo sviluppo del dialogo tra le religioni, la giornata di studio promossa dall’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, proprio per la mattina di giovedì 27. All’incontro prenderanno la parola padre Tecle Vetrali, direttore della rivista «Studi ecumenici» per una riflessione sullo spirito di Assisi quale elemento per la costruzione del dialogo interreligioso alla luce dell’esperienza francescana, e poi Antonio Rigopoulos, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, per una panoramica, non solo rivolta all’Italia, sulla copresenza di elementi per il dialogo con rigurgiti di integrismo intollerante nelle religioni.
La giornata s’inserisce in un cammino per la promozione del dialogo tra le religioni, a partire da una sempre migliore conoscenza della proprio identità confessionale, che ha caratterizzato l’Istituto di Studi Ecumenici in questi ultimi anni, con una serie di iniziative, tra le quali l’attivazione di corsi di master in dialogo interreligioso e in teologia ecumenica, per offrire un approfondimento e un aggiornamento dell’universo interconfessionale e interreligioso che sempre più caratterizza l’Italia.
La molteplicità delle iniziative per la preparazione dell’incontro di Assisi — alle quali si aggiunge anche quanto è stato pensato per la giornata per il dialogo islamo-cristiano — mostrano quindi che tanti battezzati in Italia hanno raccolto l’invito a farsi «pellegrini della verità e pellegrini della pace» per essere testimoni della luce di Cristo che illumina il mondo.

(©L'Osservatore Romano 27 ottobre 2011)

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