lunedì 10 ottobre 2011

Il libro di Politi? Pamphlet colmo di pregiudizi (Lucetta Scaraffia)

Clicca qui per leggere la recensione segnalataci da Alessia.

10 commenti:

mariateresa ha detto...

Voglio aggiungere una cosa che ho notato non solo in Politi. La Curia è sentina di ogni nequizia, in tanti lo fanno capire ma, come per incanto, diventa fonte di pareri illuminati quando critica qualcuno che si vuole colpire.E parlano tutti anonimamente.
Carino, eh?

Raffaella ha detto...

Ecco il punto, cara amica!
Un giorno ci dicono che un Papa che si discosta dalla curia e' straordinario. Il giorno dopo la curia diventa depositaria di ogni virtu' ed opinione illuminante.
Ma per piasé!
R.

Anonimo ha detto...

Raffy, ti si sono cancellati tutti commenti precedenti :-)
Riprendo il filo del discorso. Avete straragione, care ragazze. In effetti le pedate dovrebbero iniziare dalla Curia. P non fa mistero da quale entourage parte tutto, ha fatto anche un nome.
Quello che fa ribollire il sangue è che P verrà invitato a un sacco di trasmissioni, a partire da quella di Fazio, e potrà demolire il nostro Benedetto a suo piacimento, senza contraddittorio o, se va bene, senza un contraddittorio valido. Persone come Tornielli, Galeazzi o Rodari non saranno invitati, qualche curiale compiacente sicuramente, qualche vescovo critico pure. Beh, il senso di impotenza è fortissimo. Per la miseria, dopo sei anni, malgrado lo sforzo di molti, siamo a un punto morto, a ripetere all'infinito le stesse cose. A questo punto siamo ridotti a sperare solo nella giustizia divina.
Alessia

Anonimo ha detto...

Non ho nessuna intenzione di leggere questo bel pamphlet, perchè il mio stomaco è già compromesso e non voglio dargli il colpo di grazia, ma devo dire che Politi è davvero un bravo giornalista: rispetta in pieno, ma proprio completamente, il decalogo che hai pubblicato tu, Raffaella: bisogna ammettere che non è da tutti attenersi all'insieme dei punti del decalogo contemporaneamente e lui invece ci risce perfettamente. Ripeto ... quant'è bravo! Maria Pia

Anonimo ha detto...

Sorry, non si è cancellato nessun commento, Raffy. E' solo il mio intelletto che è obliterano da sana rabbia :-)
Alessia

Anonimo ha detto...

Politi è in buona compagnia, Eufemia
CONCILIO:SVIDERCOSCHI,PAPA TORNI A GIOVANE TEOLOGO RATZINGER
'VATICANO II INCOMPIUTO E NON TRASMESSO A GIOVANI GENERAZIONI'
(ANSA) - ROMA, 10 OTT - ''Non solo denunciare, non solo
formulare un atto di accusa, ma anche esprimere un 'atto d'amore
verso la Chiesa di un cristiano che, come tanti credenti e non,
si augura l'inizio di una grande riforma e un ritorno a quella
rivoluzione, lasciata a meta', del Concilio Vaticano II''. E'
l'intento di Gianfranco Svidercoschi, vaticanista, biografo di
Giovanni Paolo II ed ex direttore dell'Osservatore romano,
espresso nel pamphlet ''Mal di Chiesa. - Dubbi e speranze di un
cristiano in crisi'', postfato da Adriano Sofri. (edizioni The
Cooper Files, 166 pagine, 11 euro).
La Chiesa di Benedetto XVI per Svidercoschi e' una Chiesa in
crisi, e lo e' sostanzialmente a causa del non compimento del
Concilio Vaticano II. Lo scandalo dei preti pedofili e
l'abbandono di tanti cristiani a suo avviso sono emergenze del
pontificato ratzingeriano, le cui radici vengono pero' da
lontano. A giudizio dell'autore si puo' parlare di una crisi
spirituale, per lo scadimento della vita di fede e della morale;
di una crisi istituzionale, che chiama in causa gli episcopati e
la Curia romana; di una crisi nei rapporti con la modernita' e
la cultura laica. Benedetto XVI - di cui Svidercoschi analizza
alcune decisioni e azioni, come la gestione dello scandalo dei
preti pedofili, la liberalizzazione della messa in latino e il
discorso di Ratisbona - dovrebbe ritornare a Joseph Ratzinger,
giovane teologo del Concilio, e portare a compimento quel grande
evento ecclesiale, oggi non completamente applicato e non
insegnato alle nuove generazioni? Sembra questa la prospettiva
suggerita dal libro.
Nella postfazione Sofri, dopo aver rilevato che la Chiesa di
Benedetto XVI ''non offre, mi pare, a un non credente,
l'emozione e il senso di partecipazione che furono del papato di
Giovanni XXXIII e del Concilio'', attribuisce il ''malessere del
cuore'' di Svidercoschi cristiano in crisi alla ''durezza del
cuore'' della Chiesa, vittima di una ''distanza tra verita' e
carita'''.(ANSA).

gemma ha detto...

ma è vera l'Ansa postata da Eufemia o è uno scherzo?
E ci si lamenta di Politi?
Ma complimenti! Che bella aggregata di pensanti cattolici e non, tutti dalla stessa parte appassionatamente e contemporaneamente
La mia idea personalissima? E' più facile sia più vicino a Benedetto, se non altro dal punto di vista umano, Sofri che non l'autorevole Svideromesichiama

Anonimo ha detto...

Anonimi fino ad un certo punto si sa perfettamente chi sono;Ratzinger è predestinato ad essere condannato a prescindere, troverebbero da ridire anche se stesse in silenzio:Al vat.II era solo un perito,non aveva alcun potere decisionale era solo colui che scriveva i testi in latino per il card.Frings.Cosa sia stato fatto poi cioè scempio, non è colpa sua....

Anonimo ha detto...

Mi domando perchè Svidercoschi non abbia chiesto ciò che sta domandando a Benedetto al suo amato Karol. Già, l'amato Karol non si tocca, guai a infrangere il mito. Quando chiede a Benedetto di tornare a essere come il giovane teologo Ratzinger, copia Kueng al quale ancora brucia di essere stato mollato in asso dal pensatore più brillante della rivista Concilium.
Alessia

Anonimo ha detto...

Alessia sei un genio era ora che qualcuno lo dicesse: sono con te!