Su segnalazione di Laura leggiamo:
VATICANO
Il Papa e la Nuova Evangelizzazione: La Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi
Benedetto XVI saluta i partecipanti all’incontro voluto dal Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Nel mondo contemporaneo vi è “chiusura e rifiuto”, indifferenza e perfino ostilità verso la Parola di Dio, ma vi è sempre anche “terreno buono” che porta frutto. I nuovi evangelizzatori devono essere uomini “che parlino a Dio per parlare di Dio”.
Città del Vaticano (AsiaNews)
“La Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi” nonostante essa trovi spesso un terreno in cui domina “chiusura e rifiuto, modi di pensare e di vivere che sono lontani dalla ricerca di Dio e della verità”. È quanto affermato da Benedetto XVI a conclusione dell’incontro promosso dal Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, tenutosi oggi in Vaticano, presieduto da mons. Rino Fisichella.
Il papa stesso ha spiegato che il nuovo Consiglio, da lui istituito lo scorso anno “è chiamato ad offrire un aiuto particolare alla Chiesa nella sua missione soprattutto all’interno di quei Paesi di antica tradizione cristiana che sembrano diventati indifferenti, se non addirittura ostili alla Parola di Dio”.
“L’uomo contemporaneo – ha detto il pontefice - è spesso confuso e non riesce a trovare risposta a tanti interrogativi che agitano la sua mente in riferimento al senso della vita e alle questioni che albergano nel profondo del suo cuore. L’uomo non può eludere queste domande che toccano il significato di sé e della realtà, non può vivere in una sola dimensione! Invece, non di rado, viene allontanato dalla ricerca dell’essenziale nella vita, mentre gli viene proposta una felicità effimera, che accontenta per un momento, ma lascia, ben presto, tristezza e insoddisfazione”.
Eppure “la Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi” anzitutto perché “la forza della Parola non dipende anzitutto dalla nostra azione, dai nostri mezzi, dal nostro ‘fare’, ma da Dio, che nasconde la sua potenza sotto i segni della debolezza, che si rende presente nella brezza leggera del mattino (cfr 1Re 19,12), che si rivela sul legno della Croce”.
In secondo luogo, perché la Parola di Dio cade sempre anche in “un terreno buono che la accoglie e produce frutto (cfr Mt 13,3-9). E i nuovi evangelizzatori sono parte di questo campo che consente al Vangelo di crescere in abbondanza e di trasformare la propria vita e quella di altri”.
E infine perché “l’annuncio del Vangelo è veramente giunto fino ai confini del mondo e, anche in mezzo a indifferenza, incomprensione e persecuzione, molti continuano anche oggi, con coraggio, ad aprire il cuore e la mente per accogliere l’invito di Cristo ad incontrarLo e diventare suoi discepoli”.
I nuovi e evangelizzatori e chi accoglie Gesù “non fanno rumore, ma sono come il granellino di senape che diventa albero, il lievito che fermenta la pasta, il chicco di grano che si spezza per dare origine alla spiga”.
Il papa ha poi offerto una specie di “ritratto” del nuovo evangelizzatore: “Il mondo di oggi – ha detto - ha bisogno di persone che parlino a Dio, per poter parlare di Dio. E dobbiamo anche ricordare sempre che Gesù non ha redento il mondo con belle parole o mezzi vistosi, ma con la sua sofferenza e la sua morte. La legge del chicco di grano che muore nella terra vale anche oggi; non possiamo dare vita ad altri, senza dare la nostra vita: ‘chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà’, ci dice il Signore (Mc 8,35)”.
“Essere evangelizzatori – ha concluso - non è un privilegio, ma un impegno che proviene dalla fede. Alla domanda che il Signore rivolge ai cristiani: ‘Chi manderò e chi andrà per me?’, rispondete con lo stesso coraggio e la stessa fiducia del Profeta: ‘Ecco, Signore, manda me’ (Is 6,8)”.
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