domenica 9 ottobre 2011

Il priore della Certosa di Serra San Bruno: Non siamo abituati a stare al centro dell'attenzione, anzi ci mette molto a disagio, ma riconosciamo l'importanza di ricordare a tutti il valore della preghiera

Scopelliti fa una donazione, Principe ricorda un incontro

Lamezia Terme

«Non siamo abituati a stare al centro dell'attenzione, anzi ci mette molto a disagio, ma riconosciamo l'importanza di ricordare a tutti il valore della preghiera». Jacques Dupont, priore della Certosa di Serra San Bruno, non ha dimestichezza con i media. Ma sottolinea: «Il fatto che il Papa pensi alla Calabria, che venga qui, nel cuore di un contesto molto difficile dove i giovani non trovano lavoro e decidono di andare via perché questa regione ha un futuro molto incerto, spero che riesca ad aprire gli occhi e invitare tutti coloro che hanno delle responsabilità a prendere delle decisioni, ad attuare delle misure che possano dare un futuro a questa regione e quindi anzitutto ai giovani».
Messaggio di speranza anche dal governatore calabrese Giuseppe Scopelliti: «La strada che porta ai pascoli d'erba passa attraverso il deserto: noi ci consideriamo un popolo in cammino. Benedetto XVI benedica la nostra terra e ci accompagni nel viaggio del cambiamento». Vergate a mano su una pregiata pergamena, sono le parole del presidente che presentano l'omaggio della Regione a Sua Santità. Il dono consegnato a nome dei calabresi è un'esclusiva e pregevole opera d'arte di Gerardo Sacco: una croce d'argento con una scultura del Cristo su una base di cristallo. Per realizzarlo l'artista crotonese famoso in tutto il mondo s'è ispirato alla Stauroteca portata in dono dall'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II nel 1222 in occasione della riconsacrazione del Duomo di Cosenza e attualmente conservata nel Museo Diocesano della città bruzia. Inoltre, il pezzo d'argento è sormontato da fronde dell'albero di ulivo, simbolo della fede e frutto secolare della Calabria, terra di profonda cultura e di grande storia. Un secolare ulivo è sul grande palco del Papa oggi a Lamezia.
Sandro Principe, capogruppo del Pd in consiglio regionale, ricorda l'incontro in Vaticano con Benedetto XVI di una delegazione della giunta passata. «Il presidente Agazio Loiero, gli onorevoli Doris Lo Moro e Mario Pirillo, ed io, fummo ricevuti da Sua Santità per ringraziare la Calabria che quell'anno aveva offerto in dono l'albero di Natale proveniente dalla Sila. L'incontro fu molto bello e commovente. Loiero raccontò a Papa Ratzinger l'attentato da me subito e la diffusa convinzione che la mia sopravvivenza fosse dovuta ad un miracolo. Il Papa, con i suoi modi semplici e garbati, ci mise completamente a nostro agio: in me si rafforzò la convinzione che autorevolezza, grandi capacità intellettuali ed enormi responsabilità, in questo caso planetarie, possono convivere con il dono della semplicità».
Per il senatore Vincenzo Speziali «quello di oggi è un grande evento per tutti i Calabresi che riconoscono in questo fondamentale messaggio d'attenzione del Pontefice, un grande segnale di speranza per un futuro migliore». Il presidente della Sacal, la società che gestisce l'aeroporto lametino dove questa mattina atterra il Papa, sottolinea che «le emergenze da sanare sono ancora molte, ed alla base di ogni ipotesi di rinascita c'è prima di tutto la riscoperta dei nostri valori e princìpi più forti e radicati, delle verità cristiane che guardano al rispetto della persona umana, alla difesa dei bisognosi e dei più deboli, al trionfo della solidarietà e della pace, alla salvaguardia della famiglia. L'intero pianeta», aggiunge Speziali, «sta vivendo una lunga fase di disorientamento prima di tutto etico e morale, e poi ancora sociale e civile. Guerre, fame, dolori, sofferenze, ingiustizie continuano ad essere protagoniste della vita di milioni di uomini nei cinque Continenti. Anche in Europa, e nel nostro Mezzogiorno, sono molti i motivi di preoccupazione e i fattori di crisi, soprattutto se guardiamo ai tanti segnali di sfiducia e di scoraggiamento che provengono dai più giovani. Le emergenze da sanare sono ancora tante, ed alla base di ogni ipotesi di rinascita c'è prima di tutto la riscoperta dei nostri valori e princìpi più forti e radicati, delle verità cristiane che guardano al rispetto della persona umana, alla difesa dei bisognosi e dei più deboli, al trionfo della solidarietà e della pace, alla salvaguardia della famiglia. È per questa ragione che la visita di Sua Santità si arricchisce di contenuti ancora più nobili e preziosi per la nostra collettività. Le sue parole rimarranno senz'altro scolpite nel cuore di tutti i calabresi e ci serviranno da guida per il presente ed il futuro». Infine il presidente evidenzia con orgoglio «che il Pontefice atterra sulla pista dell'aeroporto internazionale di Lamezia Terme, infrastruttura strategica per il rilancio della Calabria. Oggi è una data storica che non dimenticheremo e che salutiamo con devozione e gioia».
Parla di «un dono del cielo» Bruno Rosi, sindaco di Serra San Bruno. «Il fatto che due papi abbiano scelto di visitare la Certosa», dice, «certifica che questo è un luogo dove la spiritualità è rimasta intatta per mille anni. I rapporti tra i monaci e i cittadini, e con l'amministrazione comunale, sono ottimi, nella compatibilità naturalmente delle regole della clausura dei certosini».

© Copyright Gazzetta del sud, 9 ottobre 2011

4 commenti:

Anonimo ha detto...

OT
I lacistoni esultano, sputano veleno e partono con le recensioni. Massimo Teodori, mettendoci del suo, esalta il libro di P. sul sole 24 Ore dove scrivono tanti vescovoni. Per stomaci forti.
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-10-09/doppia-faccia-benedetto-081505.shtml?uuid=AaTshQBE
Qualcuno si degnarà di scrivere un paio di righe per ripristinare la verità?
Alessia

Raffaella ha detto...

Mi dispiace molto per il Papa ma dubito che qualcuno rispondera', soprattutto fra i vescovi che scrivono sul Sole.
E' in questi casi che, per un secondo, solo per un secondo, vorrei che Socci avesse ragione.
R.

mariateresa ha detto...

ma di cosa esultano i laicistoni?
La ricostruzione di Politi è solo un punto di vista , fazioso al punto da essere anchilosato, e molto molto discutibile.
Nella recensione ci sono delle balle vere e proprie, o meglio degli auspici fatti passare per avvenimenti.
Ora che ho capito un po' meglio il libro, vi posso assicurare che le tesi di questo libro sono identiche, letteralmente, a quelle del giornalista tedesco che dedicò un articolo all'arrivo del papa su Spiegel. Non chiedetemi il nome.
Sul suo blog Mercier scrisse che di trattava di vera e propia disinformazione.
E così fa Politi: della disinformazionepropagandistica.
Non è un vaticanista. E' un agit prop.
Il che può essere rispettabilissimo. Se non fosse che prova a farsi passare per qualcos' altro.
Se trovo l'articolo ve lodico.

gemma ha detto...

Teodori è stato deputato del partito radicale, se non sbaglio. Che recensione può fare su un libro odioso con Benedetto XVI? A volte mi meraviglio della vostra meraviglia :)