Il saluto del sindaco
Sostenuti nel cammino in un momento difficile
La grande eredità lasciata da san Bruno e il perpetuarsi della sua protezione attraverso la presenza orante dei certosini sono i due aspetti sottolineati dal sindaco Bruno Rosi nel discorso con il quale ha accolto il Papa. «A salutarla e ringraziarla per la sua sensibilità per avere fortemente voluto essere presente tra di noi -- ha esordito -- è la città che a distanza di mille anni, nonostante il continuo evolversi di un mondo pieno di insidie di ogni genere, soprattutto per i giovani, e dove il consumismo spesso offusca i valori dello spirito, continua a custodire gelosamente ed ancora intatto l'inestimabile patrimonio spirituale lasciato in eredità da san Bruno. Suo connazionale e fondatore dell'Ordine Certosino, testimoniato dalla Certosa -- che rappresenta, senza timore di smentita, l'eccellenza della Calabria -- e, giorno dopo giorno, portato avanti con grande sacrificio e assoluta dedizione dai padri certosini».
La visita del Pontefice, ha assicurato il sindaco, resterà «scolpita nei secoli avvenire in maniera assolutamente indelebile. Ciò è testimoniato dal fatto che, dopo solo appena 27 anni e 5 giorni la visita del beato Giovanni Paolo II, che di per sé era stato un evento eccezionale, un miracolo per Serra San Bruno, lei, Santo Padre, suo successore, ha sentito il bisogno di ripercorrere la medesima strada».
«Con la consapevolezza che la giornata odierna rappresenta un nuovo impulso -- ha concluso -- per rinvigorire e fortificare ancora di più l'inestimabile patrimonio spirituale di cui questa città è fiera depositaria e beneficiaria, proprio grazie alla benevola intercessione di San Bruno, siamo desiderosi di accogliere, Santità, la sua parola come prezioso sostegno per il cammino non sempre agevole che questa comunità e l'intera Calabria hanno davanti in un momento così delicato. Ancora una volta grazie per aver voluto farci dono della sua presenza e per aver voluto certificare alla Calabria, all'Italia e al mondo intero la presenza quotidiana di Dio in questo luogo».
(©L'Osservatore Romano 10-11 ottobre 2011)
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