martedì 11 ottobre 2011

La nostra preghiera per il mondo. Nel saluto del priore della certosa di Serra San Bruno (O.R.)

Nel saluto del priore

La nostra preghiera per il mondo

Un dono smisurato, che «ci commuove nel profondo dell'anima». Con queste parole padre Jacques Dupont, priore della certosa di Serra San Bruno, ha accolto il Pontefice. «È innanzitutto San Bruno -- ha aggiunto -- che voi incontrate in questo santo luogo, l'uomo di Dio che, venuto anche lui dalla Germania, dopo essere passato da Reims, dal deserto di Chartreuse e da Roma, si è fermato qui lasciandoci in eredità un compito grande: dedicare, sulle sue orme, tutta la nostra vita a contemplare Dio e ad amarlo con tutto il nostro cuore».
Un compito che la comunità porta avanti «nella sua povertà e piccolezza» per «mantenere accesa la lampada della preghiera nel silenzio e nel nascondimento. Molti di noi, come san Bruno, vengono da altri paesi; siamo anche diversi per l'età, ci sono monaci del chiostro, sacerdoti, e monaci fratelli conversi, ma tutti condividiamo la stessa vocazione: consacrati totalmente al servizio di Dio al riparo della clausura, sforzandoci di fare della nostra vita una preghiera incessante».
«Siamo consapevoli -- ha detto ancora il priore -- di occupare un posto molto scarso e marginale nella Chiesa; addirittura non sempre la nostra vita viene ben capita. Ma non cerchiamo di convincere nessuno, perché l'amore non si giustifica. Siamo qui per un disegno particolare d'amore da parte di Dio: Egli, senza alcun merito nostro, ci ha chiamati e ci siamo lasciati sedurre da Lui».
Confessando la consapevolezza dei limiti e delle debolezze di ogni monaco, padre Dupont ha tuttavia assicurato che «appoggiandoci sulla Parola divina, nutrendoci dell'Eucaristia quotidiana e ubbidendo allo Spirito Santo, ci viene data la grazia non solo di servire Dio, ma di aderire a lui. E in Dio siamo vicini a tutti gli uomini della terra, specialmente a quelli che cercano, che lottano o che soffrono. L'amore diffuso nel nostro cuore abbraccia il mondo intero, e la nostra solitudine si apre a una comunione universale» e «in modo particolare, viviamo un profondo legame con il Popolo di Dio e i suoi pastori».
Infine il priore ha voluto assicurare al Papa il «sostegno orante», la «devota sottomissione» e l'«affetto filiale», manifestandogli anche i saluti del ministro generale dell'ordine e delle monache.

(©L'Osservatore Romano 10-11 ottobre 2011)

1 commento:

Anonimo ha detto...

le parole del priore e la descrizione della vocazione certosina è una perla davvero preziosissima della chiesa.
m.s.