PAPA: VESCOVO LAMEZIA, ARRIVA PER SCUOTERCI DA RASSEGNAZIONE
(AGI) - Lamezia Terme, 8 ott.
(dall'inviato Salvatore Izzo)
Con la sua visita a Lamezia Terme, Benedetto XVI intende "svegliare" la Calabria e l'intero Mezzogiorno d'Italia da una sorta di apatia che sembra aver ripreso il sopravvento dopo i forti segnali di risveglio che in questa regione erano legati in particolare agli episcopati profetici di monsignor Giuseppe Agostino a Cosenza-Bisignano e di monsignor Giancarlo Bregantini a Locri.
"La parola di Benedetto XVI - spiega il vescovo di Lamezia, monsignor Antonio Cantafora - ci scuotera', ci invitera' a riprendere in mano la vita, a non lasciarci andare alla rassegnazione di giorni uguali, di gesti ripetuti come chi non ha speranza. Noi gli chiederemo di essere portati nel suo cuore di padre: tante sono, infatti, le situazioni che ci opprimono e ci scoraggiano".
Secondo il presule, il seme gettato dai suoi confratelli e soprattutto da Giovanni Paolo II nelle visite dell'84 e dell'86 ha tuttavia fatto germogliare una Chiesa attenta alla formazione spirituale dei propri fedeli, ma anche pronta con i suoi giovani - associati nelle cooperative che beneficiano del sostegno della Cei e della Caritas attraverso il progetto Policoro, e in una miriade di iniziative, tra cui spiccano quelle di Libera, il coordinamento promosso da don Luig Ciotti - a scendere in campo nella lotta contro la disoccupazione e a contrastare con coraggio la prepotenza della criminalita' organizzata.
Un impegno che - negli auspici del vescovo Cantafora - con la visita del Papa dovrebbe diventare pero' piu' concreto e generalizzato, esteso davvero a tutta la popolazione e non solo a alcuni gruppi, come sembra accadere oggi. Perche' qui in Calabria l'appello dello stesso Pontefice - pronunciato nel settembre 2007 a Cagliari e rilanciato in questi giorni dal presidente della Cei Angelo Bagnasco - a una rinnovata presenza dei cattolici nella vita politica, sociale e economica, assume un significato perticolare essendo la regione italiana con il piu' basso reddito procapite e il piu' alto tasso di disoccupazione.
E mentre a Lamezia Terme tutto e' pronto per l'arrivo del Pontefice - la citta' e' ricoperta dai colori bianco e giallo delle bandiere vaticane, e le strade sono gia' transennate per consentire alla popolazione di salutare il corteo papale diretto alla zona industriale ex Sir, dove Benedetto XVI celebrera' con tutti i vescovi della Calabria e davanti a un numero di fedeli che Radio Vaticana gia' prevede "superiore alle aspettative" in quanto ai fedeli locali si aggiungeranno quelli in arrivo da tutta la regione con oltre mille pullman - il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, loda con i giornalisti quanto sta facendo "un'associazione d'imprenditori contro il racket" in questa che, osserva, "resta una citta' a rischio".
Il sindaco Speranza ricorda in un'intervista alla Radio Vaticana "il viaggio del presidente della Repubblica nel 40esimo anniversario della citta' ed il suo bagno di folla tra i giovani". "E adesso - dice a poche ore ormai dall'arrivo di Ratzinger - c'e' questa straordinaria visita, piu' che una semplice visita, perche' per la citta' e' un dono". Secondo il sindaco di Lamezia il problema principale e' la disoccupazione: "i giovani - infatti - hanno la sventura di non poter rimanere qui. Dopo aver terminato gli studi, almeno il 70 per cento dei giovani di Lamezia e' costretto a restare fuori. Se tutti i giovani di questa citta' rimanessero qui una volta finiti gli studi, Lamezia non avrebbe nulla da invidiare alle migliori citta' italiane. Se le migliori energie di questa citta' potessero restare, non ci sarebbe piu' nulla da fare - assicura - per la mafia o la cattiva politica".
E proprio ai giovani monsignor Cantafora, ha voluto indirizzare una lettera in vista della visita del Pontefice, invitandoli "a non essere solo spettatori ma protagonisti di questa visita. "L'attesa del Papa - spiega - ha messo in moto tante cose nella nostra diocesi, tra cui anche i bambini e i giovani, rendendoli realmente partecipi attraverso dei concorsi, delle gare, in modo che la visita del Santo Padre e' diventata, per questi stessi ragazzi, un argomento di riflessione. Hanno prodotto anche dei lavori che dicono la grande sensibilita', il grande amore che i giovani hanno per il Santo Padre".
Secondo il vescovo, "la Chiesa deve organizzare l'amore dei giovani per questa terra, dando loro la certezza di non essere soli". "La mia speranza - confida - e' che la visita del Santo Padre diventi realmente una primavera, quella primavera che questi giovani attendono, affinche' possano rimanere in questa terra. Perche' essere sradicati da questa terra e' sempre uno strappo. Noi vediamo che quando questi giovani ritornano, tornano anche con il desiderio di restare, ma il lavoro che manca tante volte crea un ostacolo".
Il vescovo tiene pero' a ricordare anche i valori della Calabria, che sono grandi quanto i problemi che l'affliggono: "appartenere alla Calabria - ricorda - significa innanzitutto conservare quel patrimonio che c'e' nella nostra terra: il patrimonio della famiglia, il patrimonio della speranza, il patrimonio della solidarieta' che spesso e volentieri qui si vede con molta facilita' ed ha molta visibilita'. Ma anche la speranza che, attraverso l'impegno, possa essere messa da parte l'illegalita' e la mafiosita' che tante volte impera in certi ambienti".
"La nostra terra - sottolinea ancora il presule - e' una terra di Santi, una terra di uomini che sono stati accanto al popolo, per cui la nostra terra certamente ha dei valori, delle risorse che, se noi le riprendiamo in mano e credo che il Santo Padre ci indirizzera' su questa strada perche' possiamo riprendere queste tradizioni come la famiglia, la pieta' popolare, l'accoglienza, tutti valori che fanno parte del patrimonio stesso della nostra terra".
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