PAPA:IN 50MILA PER CANONIZZAZIONI VESCOVO CONFORTI E DON GUANELLA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 23 ott.
Sono circa 50 mila i fedeli presenti questa mattina in piazza San Pietro, dove Benedetto XVI presiede la solenne liturgia per la canonizzazione del vescovo Guido Maria Conforti, del sacerdote Luigi Guanella e di suor Bonifacia Rodriguez De Castro, tutti vissuti tra la fine dell'800 e la prima meta' del '900.
(AGI)
PAPA: VESCOVO CONFORTI, DON GUANELLA E SUOR BONIFACIA SONO SANTI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 23 ott.
Leggendo la solenne formula liturgica, Benedetto XVI ha proclamato santi in piazza San Pietro, davanti a circa 50 mila fedeli, il vescovo di Parma Guido Conforti, fondatore dei missionari saveriani, il sacerdote lombardo Lugi Guanella, fondatore dei servi della Carita' e delle figlie di santa Maria della Provvidenza, e suor Bonifacia Rodriguez De Castro, fondatrice delle serve di San Giuseppe. I rappresentanti di ognuna delle Congregazioni fondate da monsignor Conforti, Don Guanella e suor Bonifacia hanno acceso subito dopo le lampade poste davanti ai reliquiari, mentre il cardinale Angelo Amato, prefetto per le cause dei santi, che aveva rivolto poco prima al Papa la richiesta ufficiale di canonizzare i tre nuovi santi, ha pronunciato la formula di ringraziamento. Trattandosi di una canonizzazione i tre arazzi con i ritratti dei nuovi santi erano gia' esposti da ieri sera sulla Loggia della Basilica Vaticana e non c'e' stato bisogno di scoprirli come accade nelle beatificazioni.
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PAPA: URGENZA DELL'ANNUNCIO E' IL MESSAGGIO DEL VESCOVO CONFORTI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 23 ott.
Il vescovo di Parma Guido Maria Conforti, morto nel 1931 all'eta' di 66 anni, "senti' forte l'urgenza di annunciare l'amore di Cristo a quanti non ne avevano ancora ricevuto l'annuncio". Benedetto XVI ha voluto ricordarlo nell'omelia per le canonizzazioni celebrate oggi in piazza San Pietro (con Conforti sono stati proclamati santi anche il sacerdote valtellinese Don Luigi Guanella e la religiosa spagnola, ed ex operaia, suor Bonifacia Rodriguez De Castro). "Il motto 'Caritas Christi urget nos' sintetizza - ha detto - il programma dell'Istituto missionario a cui monsignor Conforti, appena trentenne, diede vita: una famiglia religiosa posta interamente a servizio dell'evangelizzazione, sotto il patrocinio del grande apostolo dell'Oriente san Francesco Saverio".
"Questo slancio apostolico - ha sottolineato Ratzinger - san Guido Maria fu chiamato a viverlo nel ministero episcopale prima a Ravenna e poi a Parma: con tutte le forze si dedico' al bene delle anime a lui affidate, soprattutto di quelle che si erano allontanate dalla via del Signore. La sua vita fu segnata da numerose prove, anche gravi".
Ma il vescovo Conforti, che gia' da ragazzo aveva dovuto superare l'opposizione paterna per entrare in seminario, "seppe accettare ogni situazione con docilita', accogliendola come indicazione del cammino tracciato per lui dalla provvidenza divina; in ogni circostanza, anche nelle sconfitte piu' mortificanti, seppe riconoscere il disegno di Dio, che lo guidava ad edificare il suo Regno soprattutto nella rinuncia a se' stesso e nell'accettazione quotidiana della sua volonta', con un abbandono confidente sempre piu' pieno. Egli per primo sperimento' e testimonio' quello che insegnava ai suoi missionari, che cioe' la perfezione consiste nel fare la volonta' di Dio, sul modello di Gesu' Crocifisso".
"San Guido Maria Conforti - ha scandito il Pontefice - tenne fisso il suo sguardo interiore sulla Croce, che dolcemente lo attirava a se'; nel contemplarla egli vedeva spalancarsi l'orizzonte del mondo intero, scorgeva l'urgente desiderio, nascosto nel cuore di ogni uomo, di ricevere e di accogliere l'annuncio dell'unico amore che salva".
Nato a Casalora di Ravadese nel 1865, gia' in seminario Guido Maria Conforti si propose di seguire l'esempio di San Francesco Saverio, il missionario gesuita annunciatore del messaggio di Cristo fino alle porte della Cina, ma la sua domanda non fu accolta per ragioni di salute. Cio' non lo fece desistere dal suo ideale missionario e il 3 dicembre 1895 (festa di S. Franceso Saverio) fondo' l'Istituto emiliano per le missione estere.
A soli 37 anni, Leone XIII lo nomino' vescovo di Ravenna. Nel 1907 Pio X lo trasferi' a Parma, diocesi che reggera' per 25 anni, durante i quali continuo' a guidare il suo Istituto missionario, avendo la gioia di poter inviare i missionari saveriani in Cina, dove si reco' poi nel 1928. Giovanni Paolo II lo ha beatificato nel 1995.
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PAPA: PROFETA DELLA CARITA', SAN LUIGI GUANELLA E' DONO PER TUTTI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 23 ott.
"La testimonianza umana e spirituale di San Luigi Guanella, profeta e apostolo della carita', e' per tutta la Chiesa un particolare dono di grazia".
Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia per le canonizzazioni celebrate oggi in piazza San Pietro. "Durante la sua esistenza terrena - ha ricordato il Pontefice - Don Guanella ha vissuto con coraggio e determinazione il Vangelo della Carita', il 'grande comandamento' che anche oggi la Parola di Dio ci ha richiamato".
"Grazie alla profonda e continua unione con Cristo, nella contemplazione del suo amore, Don Guanella, guidato dalla Provvidenza divina, e' diventato - ha sottolineato Papa Ratzinger - compagno e maestro, conforto e sollievo dei piu' poveri e dei piu' deboli", ponendo una "premurosa attenzione al cammino di ognuno, rispettandone i tempi di crescita e coltivando nel cuore la speranza che ogni essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio puo' trarre e donare agli altri il meglio di se'".
Per il Papa teologo, la testimonianza di don Guanella, "cosi' carica di umanita' e di attenzione agli ultimi", rappresenta "un segno luminoso della presenza e dell'azione benefica di Dio che difende il forestiero, la vedova, l'orfano e il povero", dando "a pegno il proprio mantello, la sola coperta che ha per coprirsi di notte". "Questo nuovo Santo della carita' - ha auspicato Ratzinger - sia per tutti, in particolare per i membri delle Congregazioni da lui fondate, modello di profonda e feconda sintesi tra contemplazione e azione, cosi' come egli stesso l'ha vissuta e messa in atto". "San Luigi Guanella ci ottenga - di crescere nell'amicizia con il Signore per essere nel nostro tempo portatori della pienezza dell'amore di Dio, per promuovere la vita in ogni sua manifestazione e condizione, e far si' che la societa' umana diventi sempre piu' la famiglia dei figli di Dio", ha invocato infine il Pontefice spiegando che "tutta la sua vicenda umana e spirituale la possiamo sintetizzare nelle ultime parole che pronuncio' sul letto di morte: "in caritate Christi". In effetti la vita di Don Guanella e' stata assai avara di riconoscimenti. Si e' ispirato ai santi sociali dell'800 e in particolare a don Bosco, del quale fu grande amico, tanto che da giovane prete chiese di entrare tra i salesiani ma il vescovo di Como non diede il permesso e cosi' rimase nella sua Valtellina nell'attesa che scoccasse per lui "l'ora della misericordia", per iniziare cioe' quelle opere di carita' cui si sentiva chiamato.
Diffidenze, incomprensioni e persecuzioni troncarono pero' sul nascere i suoi tentativi, facendone un prete errante e confinato, considerato matto dagli amici e pericoloso dai nemici. Inviato parroco a Pianello trovo' in canonica un drappello di cinque religiose disposte a qualsiasi servizio assistenziale in Italia e all'estero fino alle lontane Americhe. Da quel nucleo pote' dar vita alle sue opere. Mori' il 24 ottobre 1915. Lo ha beatificato Paolo VI nel 1964.
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