L'arcivescovo di Catanzaro: la visita del Papa, scintilla di speranza per tutta la Calabria
Sulle attese e le speranze per questo primo viaggio di Benedetto XVI in Calabria, ascoltiamo l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Vincenzo Bertolone, al microfono di Emanuela Campanile:
R. La Calabria e tutto il Meridione avvertono distintamente, più di altre regioni d’Italia – anch’esse piegate dalla crisi attuale – i risvolti negativi di una crisi economica che si traduce in una mancata crescita dal punto di vista culturale e sociale. La presenza di Papa Benedetto tra noi, allora, è come una scintilla di speranza, per ritrovare, anche fisicamente, nel Successore di Pietro il punto di riferimento che possa schiudere, ad occhi intorpiditi dal materialismo imperante, la strada che porta all’unica salvezza possibile, Cristo Gesù. Papa Benedetto viene a dirci di guardare alla Chiesa, che è luce delle genti, che attinge la sua luce da Cristo, luce da luce, la pietra sulla quale è fondata. Il Papa viene a ricordarci che l’uomo, pur tra mille difficoltà, è chiamato a spendere la sua esistenza perché trionfi la verità, che è Cristo Gesù. È una missione ardua, ma irrinunciabile e niente affatto impossibile. Come scriveva Giorgio Montini al figlio Giovanni Battista, il futuro Papa Paolo VI, “Ciascuno faccia, giorno per giorno, tutto il bene che può, umilmente e fervidamente”.
D. – A cosa è chiamata la Chiesa in questa terra?
R. - Sono convinto che la nostra Chiesa particolare, per le sue radici così forti e tuttora vitali, debba guardare avanti con fiducia e contribuire al vero progresso. Innanzitutto, al progresso spirituale e poi anche a quello sociale, proprio nel solco tracciato da Papa Benedetto con la Caritas in Veritate. Ritengo che questo sarà possibile se tutti contribuiremo a dare vita ad una nuova stagione di credenti autentici e testimoni, sapienti e coraggiosi, del Vangelo, anche negli ambiti impervi, ma necessari, della politica, della finanza, dell’economia, del mondo del lavoro. Pensiamo ad una semplice espressione che diceva il Servo di Dio, padre Giuseppe Puglisi: “Se tutti facessimo qualcosa!”.
D. – Cosa vi aspettate da questa visita?
R. - Il Papa riaccenderà i nostri cuori, invitandoci ad avere fiducia a perseguire, con ogni sforzo, il bene comune, la pace sociale e la ricerca di Dio. Guardare in faccia i problemi è uno stimolo non a cedere allo sconforto, allo scoraggiamento, bensì a crescere nella responsabilità, per avviare un processo che investa la nostra società e porti alla formazione di un rinnovato modello di cittadinanza. La Chiesa deve dare quel supplemento di speranza, di fiducia, di ottimismo, in modo di poter aiutare i fedeli a vivere le inquietudini e la precarietà del presente con uno sguardo che vada oltre il contingente. ripartendo – e lo sottolineo – dai più poveri, perché il Vangelo ci insegna che il povero è il primo dopo l’Unico, cioè dopo Cristo.
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