INDIGNADOS: BAGNASCO,TOTALE ESECRAZIONE;SOLIDARIETA' A POLIZIA
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
"Il nostro animo e' ancora segnato da quanto e' accaduto sabato scorso a Roma, e non possiamo non esprimere la nostra totale esecrazione per la violenza organizzata da facinorosi che hanno turbato molti che intendevano manifestare in modo pacifico le loro preoccupazioni".
Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco aprendo l'incontro delle associazioni cattoliche a Todi.
"Alle Forze dell'ordine - ha scandito il presidente della Cei - va la nostra rinnovata gratitudine e stima per il loro servizio, che presiede lo svolgimento sicuro e ordinato della vita del Paese".
© Copyright (AGI)
BAGNASCO: PER I CRISTIANI E' PECCATO L'ASSENTEISMO SOCIALE
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
"Se per nessuno e' possibile l'assenteismo sociale, per i cristiani e' un peccato di omissione". Lo ha affermato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco aprendo a Todi l'incontro delle associazioni cattoliche.
"E' la sapienza della croce - ha ricordato - che ha ispirato e sostenuto, nelle diverse epoche, la presenza dei cattolici nelle istituzioni pubbliche e nel tessuto sociale del Paese; che ha contribuito in modo determinante a costruire l'anima dell'Italia prima ancora che l'Italia politica. E che dopo l'unificazione, a fronte di situazioni difficili e gravi, e' stata presenza decisiva per la ricostruzione del Paese, per l'elaborazione di un nuovo ordine costituzionale, per la promozione della liberta' e lo sviluppo della societa' italiana".
Secondo Bagnasco, "neppure e' mancato e non manca il convinto apporto per l'apertura verso un'Europa unita, e per la salvaguardia della pace nel mondo". "Questa storia - ha sottolineato Bagnasco - e' nota a tutti e sarebbe ingiusto dimenticarla o sminuirla".
© Copyright (AGI)
BAGNASCO: COMUNITA' CRISTIANA ANIMI "SETTORI PREPOLITICI"
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
"La comunita' cristiana deve animare i settori prepolitici nei quali maturano mentalita' e si affinano competenze, dove si fa cultura sociale e politica". Lo ha affermato il presidente della Cei, Angelo Bagnasco nella prolusione pronunciata a Todi in apertura dell'incontro delle associazioni di ispirazione cristiana.
Piu' di questo, come Chiesa, secondo Bagnasco non e' possibile. Nella loro autonomia, pero', "i fedeli laici sanno che e' loro dovere lavorare per il giusto ordine sociale, anzi e' un debito di servizio che hanno verso il mondo in forza dell'antropologia illuminata dalla fede e dalla ragione.
E' questo il motivo per cui non possono tacere". In proposito, Bagnasco ha citato il Documento conclusivo della Settimana sociale dei Cattolici italiani a Reggio Calabria che ricorda ai cattolici "il grande compito di servire il bene comune della civitas italiana in un momento di grave crisi e allo stesso tempo di memoria dei centocinquant'anni di storia politicamente unitaria". E sottolinea che come credenti "se non abbiamo fatto abbastanza nel mondo, non e' perche' siamo cristiani, ma perche' non lo siamo abbastanza".
© Copyright (AGI)
BAGNASCO: I CATTOLICI SIANO UNA MASSA CRITICA NON OMOLOGABILE
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
Nella societa' italiana, i cattolici possono rappresentare una "massa critica, capace di visione e di reti virtuose, per contribuire al bene comune che e' composto di terra e di cielo". Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco aprendo a Todi l'incontro delle associazioni di ispirazione cristiana.
"Il punto sorgivo dellapresenza sociale e civile dei cattolici - ha ricordato - e' il primato della vita spirituale, quel guardare fermamente al volto di Cristo", senza il quale i cristiani sarebbero omologati alla cultura dominante e a interessi particolari".
Nel suo intervento, il presidente della Cei ha ribadito anche che "la Chiesa non cerca privilegi, ne' vuole intervenire in ambiti estranei alla sua missione, ma deve poter esercitare liberamente la sua missione" nella quale rientra la difesa della dignita' umana e dei "valori non negoziabili" nei quali essa si concretizza.
"E' noto - ha spiegato in proposito il porporato - che non tutte le concezioni antropologiche sono equivalenti sotto il profilo morale; da umanesimi differenti discendono conseguenze opposte per la convivenza civile". "Se si concepisce l'uomo in modo individualistico, come oggi si tende, come si potra' costruire - si e' chiesto il cardinale Bagnasco - una comunita' solidale dove si chiede il dono e il sacrificio di se'?".
L'esortazione ai cattolici impegnati nella societa' e' dunque a contrastare quell'approccio "materialistico, chiuso alla trascendenza e centrato su se stesso" che sembra spesso prevalere.
© Copyright (AGI)
BAGNASCO: NEGARE DIMENSIONE PUBBLICA FEDE INNESCA LA VIOLENZA
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
Quella religiosa rappresenta "una dimensione incoercibile dell'essere e dell'agire dell'uomo: negarla o non riconoscerne la dimensione pubblica, significa creare una societa' violenta, chiusa e squilibrata a tutti i livelli, personale, interpersonale, civile".
Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco aprendo a Todi i lavori della associazioni di ispirazione cristiana. In questo modo, ha spiegato, si crea "una societa' incapace di pensare e tanto piu' di attuare il bene comune, scopo della societa' giusta".
Mentre la ricerca "del bene comune, comporta tutte le dimensioni costitutive dell'uomo, quindi deve riconoscere anche la sua apertura a Dio, la sua dimensione religiosa".
"Solo Dio Creatore e Padre - ha ricordato - puo' fondare e garantire la piu' alta delle creature, l'uomo". "Per questo ha osservato il presidente della Cei - dove la religione subisce l'emarginazione palese o subdola, dove si pretende di confinarla nella sfera individuale come una questione priva di valenza pubblica, magari con la motivazione del primato della testimonianza silenziosa puntiforme o della neutralita' rispettosa, l'uomo rapidamente declina sotto l'imperio di logiche illiberali, e diventa preda di poteri ridenti ma disumani. La dimensione religiosa e' storicamente innegabile, e si rivela anche ai nostri giorni".
© Copyright (AGI)
BAGNASCO: VALORE DELL'UOMO NON PUO' ESSERE CORROSO DA MAGGIORANZE
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
Se venissero "corrosi i valori che giustificano l'impegno della vita, allora verrebbero meno anche le fondamenta e le forze che sostengono la convivenza sociale, ed edificano una Nazione come comunita' di vita e di destino".
Sono molto ferme le parole del cardinale Angelo Bagnasco, a proposito del rischio che si possano negare con leggi i cosiddetti valori non negoziabili.
"L'uomo - ha spiegato aprendo i lavori dell'incontro delle associazioni d'ispirazione cristiana riunite a Todi - non e' un prodotto della cultura, come si vuole accreditare, e la societa' non e' il demiurgo che si compiace di elargirgli questo o quel riconoscimento secondo convenienze economiche, schemi ideologici o dinamiche maggioritarie. L'uomo e' in se' il valore per eccellenza, che di volta in volta si rifrange in una cultura che tale e' quando non lo imprigiona, consentendogli di porsi in continuo rapporto con la propria verita'". Secondo Bagnasco, tutto questo "vale non solo per il singolo individuo, ma anche per un Paese, una civilta', una cultura". In sostanza, per il presidente della Cei, non deve prevalere "il relativismo gnoseologico e morale".
© Copyright (AGI)
BAGNASCO: IRRINUNCIABILI DIFESA VITA,MATRIMONIO E LIBERTA' SCUOLE
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
Nel dibattito pubblico oggi "sono in gioco le sorgenti stesse dell'uomo: l'inizio e la fine della vita umana, il suo grembo naturale che e' l'uomo e la donna nel matrimonio, la liberta' religiosa ed educativa che e' condizione indispensabile per porsi davanti al tempo e al destino". Lo ha rilevato il cardinale Angelo Bagnasco aprendo a Todi i lavori delle associazioni di ispirazione cristiana.
"Proprio perche' sono 'sorgenti' dell'uomo, questi principi sono chiamati 'non negoziabili'", ha spiegato il presidente della Cei ricordando con le parole del Papa che "quando una societa' s'incammina verso la negazione della vita finisce per non trovare piu' le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell'uomo".
"Senza un reale rispetto di questi valori primi, che costituiscono l'etica della vita, e' illusorio - ha scandito - pensare ad un'etica sociale che vorrebbe promuovere l'uomo ma in realta' lo abbandona nei momenti di maggiore fragilita'".
Secondo Bagnasco, "ogni altro valore necessario al bene della persona e della societa', infatti, germoglia e prende linfa dai primi, mentre staccati dall'accoglienza in radice della vita, potremmo dire della vita nuda, i valori sociali inaridiscono".
"Ecco perche' - ha spiegato - nel corpus del bene comune non vi e' un groviglio di equivalenze valoriali da scegliere a piacimento, ma esiste un ordine e una gerarchia costitutiva". "Nella coscienza universale sancita dalle Carte internazionali e' espressa - ha osservato ancora il cardinale - una acquisita sensibilita' verso i piu' poveri e deboli della famiglia umana", e quindi e' affermato il dovere di mettere in atto ogni efficace misura di difesa, sostegno e promozione".
"Salvo che poi questa dichiarazione - definita da Bagnasco 'una grande conquista' - non sempre corrisponde alle politiche reali". Bisognerebbe chiedersi, ha continuato, "chi e' piu' debole e fragile, piu' povero, di coloro che neppure hanno voce per affermare il proprio diritto, e che spesso nemmeno possono opporre il proprio volto, chi e' piu' indifeso di chi non ha voce perche' non l'ha ancora o, forse, non l'ha piu'?". Sono essi, ha denunciato, "vittime invisibili ma reali" di questa dimenticanza dei valori. "La nostra Europa, come l'intero Occidente segnato da una certa cultura radicale fortemente individualista, si trova - infatti - da tempo sullo spartiacque tra l'umano e il suo contrario". "Questi temi - ha concluso il porporato citando un documento Cei del 1992 - non sono rimandabili quasi fossero secondari; in realta' formano la sostanza etica di base del nostro vivere insieme: l'elaborazione di una diversa cultura dell'uomo e della convivenza sociale e' il problema piu' serio, la piu' grande sfida che la societa' italiana deve affrontare".
© Copyright (AGI)
BAGNASCO: LAICITA' POSITIVA E' RICONOSCERE RUOLO CHIESA SU VALORI
Salvatore Izzo
(AGI) - Todi, 17 ott.
"La laicita' positiva non puo' ridursi a rispetto e a procedure corrette", infatti "il riconoscimento della rilevanza pubblica delle fedi religiose se per un verso e' un valore auspicabile e dovuto, dall'altro e' fortemente insufficiente in ordine alla costruzione del bene comune e allo stesso concetto di vera laicita'". Il cardinale Angelo Bagnasco ha tenuto a chiarirlo nel suo intervento all'incontro delle associazioni di ispirazione cristiana riunite a Todi.
La laicita', cioe' il rispetto da parte della Chiesa dell'autonomia dello Stato, per Bagnasco rappresenta "una cornice di apprezzabile valore, ma che deve essere riempita di contenuti: deve misurarsi con l'uomo per cio' che e' in se stesso universalmente, cioe' con la sua natura.
E' questa che invera le diverse culture e che ne misura la bonta' o, se si vuole, l'intrinseco livello di umanesimo. La ricaduta sociale della fede cristiana appartiene al patrimonio dottrinale, segna la missione della Chiesa e ispira la prassi della cristianita'". "Una obiezione ricorrente - ha aggiunto il presidente della Cei - e' che i cristiani vorrebbero imporre, nella sfera politica e civile, in un contesto pluralistico e complesso, dei valori confessionali, anziche' prendere atto dei cambiamenti culturali e comportamentali, e semplicemente registrarli dando loro dignita' giuridica in nome del pluralismo e del principio di tolleranza".
Invece "portare a tutti e in ogni ambiente questo patrimonio, con la coerenza della vita e il coraggio della parola fino alle conseguenze sociali, e' un servizio doveroso poiche' e' un bene per tutti".
E cio' vale "innanzitutto per i giovani, che attendono di vedere in noi adulti dei punti di riferimento affidabili, e che hanno diritto di nutrirsi ad una cultura fatta di ragioni nobili, capaci di suscitare entusiasmo e di sprigionare quelle energie propositive che scopriamo con commozione nei loro cuori". Da parte sua, proprio per questo, ha concluso infine il cardinale, la Chiesa invita a impegnarsi nel 'prepolitico' per formare chi poi servira' la societa' nei diversi ruoli: "i vescovi italiani, che vivono accanto alla gente con i loro sacerdoti e sentono pulsare la vita complessa degli uomini d'oggi, hanno posto al centro degli Orientamenti Pastorali del decennio la missione educativa, una responsabilita' che fa appello a tutti, che costituisce una sfida, ma anche rappresenta un'ora promettente della storia alla quale nessuno deve mancare".
© Copyright (AGI)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento