martedì 25 ottobre 2011

Mons. Vegliò sul Messaggio del Papa per i migranti: i media possono fare molto per spegnere i pregiudizi (R.V.)

Mons. Vegliò sul Messaggio del Papa per i migranti: i media possono fare molto per spegnere i pregiudizi

Alla conferenza stampa di presentazione del messaggio del Papa hanno dunque preso parte il presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, mons. Antonio Maria Vegliò, il segretario dello stesso dicastero, mons. Joseph Kalathiparambil, e il sottosegretario, Padre Gabriele Ferdinando Bentoglio. Dei loro interventi ci riferisce Fausta Speranza.

Il nesso tra messaggio del Papa per i migranti e i rifugiati 2012 e Nuova evangelizzazione è evidente un po’ in tutti gli interventi. Mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, lo sottolinea così:

“Il mondo intero è diventato terra di annuncio evangelico: in effetti, persone, che non conoscono Gesù, si trovano in Paesi di antica tradizione cristiana, mentre molti cristiani emigrano verso regioni che in passato si era soliti chiamare Paesi di missione. E’ evidente che il miscuglio di nazionalità e di religioni va crescendo in misura esponenziale. Nei Paesi di antica cristianità, osserviamo la penetrazione della secolarizzazione e la crescente insensibilità nei confronti della fede cristiana, mentre in alcuni Paesi a maggioranza non cristiana c’è un influsso emergente del cristianesimo. Ovunque, pullulano i nuovi movimenti settari, con il tentativo di eliminare ogni visibilità sociale, simbolica della fede cristiana, come se Dio e la Chiesa non esistessero”.

Stati Uniti, Federazione Russa, Germania, Arabia Saudita, Canada, Francia, Spagna sono i Paesi maggiormente interessati dalle immigrazioni. “L’Italia – sottolinea mons. Vegliò – non c’è”. In ogni caso, mons. Vegliò sottolinea che Benedetto XVI raccomanda attenzione al ruolo dei laici e alla parola “dialogo” in ogni impegno di pastorale per i migranti. La Chiesa si sente sollecitata – afferma – tra opportunità e sfide:

“Di fronte a tale sfide, essa si sente sollecitata a rivedere i suoi metodi, le sue espressioni, il suo linguaggio, rinnovando il suo slancio missionario”.

Mons. Vegliò ribadisce la dignità di ogni persona umana e i diritti dei lavoratori e definisce un obiettivo:

“L’integrazione, che non gli faccia perdere la sua identità umana e cristiana”.

Con una raccomandazione:

“Il tempo che stiamo vivendo è arricchito dalla preziosa opportunità dei movimenti migratori. Questi, ovviamente, devono essere legittimamente regolati, liberandoli dalle piaghe della povertà, dello sfruttamento, del traffico di organi e di persone”.

Da parte sua, il segretario dello stesso Pontificio Consiglio, mons. Joseph Kalathiparambil, ricorda dolore e sofferenza dietro a tante storie di rifugiati. Ricorda che in molti fuggono da persecuzioni religiose. Di fronte a ciò – sottolinea – il cristiano testimonia Cristo e i valori evangelici rifiutando ogni xenofobia e razzismo. Il rischio infatti non è remoto:

“In un periodo caratterizzato da crescenti sentimenti di ostilità nei confronti dei rifugiati, in molti Paesi industrializzati”.

A questo proposito una raccomandazione precisa per i mezzi di comunicazione:

“Hanno un ruolo importante nel far conoscere con correttezza, oggettività e onestà, la situazione di chi ha dovuto forzatamente lasciare la propria patria e i propri affetti. E’ importante non lasciarsi trasportare dall’onda lunga dello stereotipo o della sola ricerca dello scoop giornalistico”.

Padre Gabriele Ferdinando Bentoglio, sottosegretario del dicastero, volge lo sguardo in particolare ai giovani, ricordando che sono circa tre milioni gli studenti all’estero e che entro il 2025 il numero salirà a sette milioni. Cercano Paesi industrializzati, dove nel maggior numero di casi poi si fermeranno. Padre Bentoglio cita i Paesi da cui provengono:

“Una ventina di Paesi, tra cui ai primi posti figuravano Cina, Polonia, India e Messico. Rispetto agli anni precedenti, però, gli incrementi maggiori sono da attribuire a Colombia, Cina, Romania e Marocco. Sono diminuiti invece gli studenti provenienti da Filippine e Federazione Russa”.

Padre Bentoglio chiama tutti a riflettere sul fatto che le nuove tecnologie in alcuni casi aiutano questi giovani nelle società multietniche e multiculturali. Ma sembra dire che non si può lasciare tutto al caso:

“Di pari passo, cresce l’urgenza che i luoghi dell’educazione, della formazione, soprattutto a livello universitario, acquisiscano e valorizzino il legame necessario e strategico fra la profonda sete di verità e il desiderio di incontrare Dio”.
In definitiva, attenzione al rispetto per i diritti di ognuno e attenzione alle potenzialità di una società in evoluzione.

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