martedì 18 ottobre 2011

Nuova evangelizzazione. Sabato sera la conclusione dei lavori nell'Aula Paolo VI (O.R.)

Sabato sera la conclusione dei lavori nell'Aula Paolo VI

Preghiera, riflessione e festa

È stata «una giornata dedicata alla preghiera, alla riflessione e alla festa con persone giunte da Paesi di tutto il mondo», quella che l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, ha presentato a Benedetto XVI sabato pomeriggio, 15 ottobre, durante l'udienza svoltasi nell'Aula Paolo VI a conclusione del primo incontro internazionale dei nuovi evangelizzatori, in vista del prossimo Sinodo dei vescovi, che si terrà nell'ottobre 2012 proprio sul tema della nuova evangelizzazione.
All'appuntamento fissato dal dicastero istituito dal Pontefice un anno fa, hanno partecipato ben 8.500 persone che si dedicano alla nuova evangelizzazione in tutta Europa, in Canada e negli Stati Uniti, in America Latina, in Australia, nelle Filippine e in India, «nei diversi ambiti -- ha spiegato il presule -- della loro vita: dalla parrocchia alla famiglia, dalla scuola all'università, dal mondo del lavoro a quello del tempo libero». Vescovi, preti, consacrati e laici, ma soprattutto «migliaia di giovani che hanno fatto della nuova evangelizzazione il loro programma di vita», ha aggiunto. Molti di questi giovani, inoltre, hanno seguito l'incontro attraverso i moderni mezzi di comunicazione sociale: non solo la radio e la televisione, ma anche internet e telefonia mobile. Migliaia di cattolici -- ha sottolineato -- con «un impegno ecclesiale comune di condivisione della stessa missione della Chiesa», chiamati a «rendere visibile e comunicare la bellezza della fede». Si tratta dunque di annunciare il «Vangelo in modo nuovo, con rinnovato entusiasmo, ma sempre accompagnato da un credibile stile di vita».
L'arcivescovo ha infine accennato alla messa dell'indomani, durante la quale i nuovi evangelizzatori hanno ricevuto da Benedetto XVI «quasi un mandato missionario a conferma e sostegno del loro impegno quotidiano per la nuova evangelizzazione».
In precedenza, alla presenza di quindici cardinali e del Pontificio Consiglio al completo, l'arrivo del Pontefice era stato preceduto da quattro testimonianze, da un breve concerto del tenore Andrea Bocelli e dalla presentazione del sito internet Aleteia.
Tra le testimonianze, madre Veronica Berzosa, fondatrice e superiora di Iesu Communio -- una nuova realtà di consacrazione al femminile -- è intervenuta su spiritualità e vita interiore. Quindi lo scrittore Vittorio Messori ha invitato a ritrovare le ragioni per credere. L'evangelizzazione -- ha detto -- non deve «essere fatta da complesse dottrine, ma deve ricominciare dalla base. Si deve semplicemente tornare a proclamare un semplice “Gesù è il Signore”, che anche se a molti sembrerà strano, è la verità».
Lo scienziato e docente di astrofisica Marco Bersanelli ha auspicato un dialogo fecondo tra scienza e fede. «La vastità dell'universo -- ha detto -- è sconcertante: migliaia di galassie misurate in miliardi di anni luce. Cos'è l'uomo -- si è chiesto -- nella cornice dell'universo? Nulla. Eppure questo quasi nulla è un frammento dell'universo in cui si manifesta la coscienza che ammira la creazione e gode di essa». Per cui lo scienziato nel corso di «tanti anni di lavoro» è giunto alla conclusione che «l'uomo è l'autocoscienza del cosmo e la scienza nasce dalla meraviglia dell'uomo per le cose. Una meraviglia consapevole di qualcosa che c'è ed esiste da sempre. Non si può capire attraverso la logica matematica, la logica della natura, la si può solo ammirare». Qualunque analisi matematica, «è muta e non riesce a dire nulla di fronte al dolore o alla gioia di una persona, perché per mezzo di Lui tutto è ed è stato creato, e la scienza non può dare risposta a questo. Dio non è quindi un'ipotesi distante, non è uno sconosciuto ritiratosi dopo il big bang. Egli si è manifestato con Cristo e nelle sue parole si è fatto uomo».
Infine il vescovo Fabio Suescún Mutis, ordinario militare per la Colombia e vicepresidente della Conferenza episcopale nazionale, ha analizzato le esperienze della nuova evangelizzazione in America Latina. «La Chiesa -- ha affermato -- esiste per evangelizzare, e questa è la sua identità più profonda. Nel mondo della Chiesa dell'America latina molti movimenti apostolici sono formati da laici, in gran parte giovani, che si sentono parte della Chiesa». E ha ricordato che «anche Giovanni Paolo II, nel quinto centenario dell'evangelizzazione del continente, richiamò alcune caratteristiche necessarie per una nuova evangelizzazione, come l'utilizzo di un nuovo metodo e di nuove strategie comunicative». In tale ottica -- ha sottolineato il presule -- «è necessaria una religiosità popolare che miri a una giustizia sociale e a una teologia per la famiglia e per l'educazione delle generazioni più giovani. Non si può avere infatti una vita religiosa se non la si ha in una comunità come una famiglia o una parrocchia. La fede deve essere vissuta anche con gli altri, per condividere e diffondere la buona notizia della parola di Gesù».
In serata, dopo l'incontro con Benedetto XVI, i nuovi evangelizzatori nel lasciare l'Aula Paolo VI si sono dati appuntamento in alcune chiese, strade e piazze del centro cittadino per concludere con la preghiera e l'adorazione eucaristica l'intensa giornata vissuta a Roma.

(©L'Osservatore Romano 17-18 ottobre 2011)

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