martedì 4 ottobre 2011

Padre Sapienza: le parole di don Tonino Bello sono la lente migliore per capire quanto il Papa teologo fa emergere nelle straordinarie omelie dedicate ai "segni" (Izzo)

PAPA: PADRE SAPIENZA, SINTONIA CON VESCOVO TONINO BELLO SUI SEGNI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 ott.

"Spirito di Dio, fa’ della tua Chiesa un roveto che arde di amore per gli ultimi. Alimentane il fuoco col tuo olio, perche’ l’olio brucia anche.
Disperdi la cenere dei suoi peccati. Fa’ un rogo delle sue cupidigie". Sono parole che evocano il potere dei segni sacramentali, in questo caso gli olii che vengono consacrati il giovedi’ santo, scritte da monsignor Tonino Bello, il coraggioso vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi, scomparso prematuramente nel 1993 dopo aver fatto tanto per la pace nella ex Jugoslavia e il progresso integrale del nostro Mezzogiorno, con un impegno eroico mai dimenticato dai cattolici italiani.
Mentre avanza il processo di beatificazione, la sua grande spiritualita’ e’ ricordata nel volume ’Il potere dei segni’ nel quale padre Leonardo Sapienza ha ordinato testi e omelie di Benedetto XVI sul tema, e che si apre proprio con una raccomandazione di monsignor Bello, quasi un testamento spirituale: come Chiesa, invocava, "non dobbiamo piu’ avere i segni del potere ma il potere dei segni. Non per smania di originalita’, ma per esigenza evangelica".
Secondo padre Sapienza, infaticabile divulgatore dei temi di questo pontificato oltre che organizzatore di tutti gli incontri di Papa Ratzinger in Vaticano, a Castelgandolfo e in Italia in quanto addetto al protocollo della Casa Pontificia, le parole di "don Tonino" sono la lente migliore per capire quanto il Papa teologo fa emergere nelle straordinarie omelie dedicate ai "segni".
"La liturgia - spiega in proposito il religioso rogazionista - e’ una delle chiavi per capire chi sia Benedetto XVI. E giustamente qualcuno ha detto ’intuiamo che quei segni stanno costruendo un modo di essere Papa’".
Si discute tanto del recupero della Tradizione che il Pontefice sta operando in campo liturgico e non solo e molte critiche si sono levate per il suo tentativo di riportare i seguaci di monsignor Marcel Lefebvre alla piena comunione, cosi’ la sintonia sottolineata da padre Sapienza tra la teologia ratzingeriana sulla centralita’ e il valore dei segni nella vita della Chiesa e i pensieri di monsignor Bello, venerato da molti progressisti come uno dei profeti del post-Concilio, fa riflettere molto e aiuta a comprendere il messaggio del Papa sull’urgenza di un autentico rinnovamento della Chiesa ma nella continuita’ con la sua Tradizione.
Leggendo ad esempio le forti parole pronunciate a Friburgo la scorsa settimana dal Pontefice sulla necessita’ che la Chiesa si liberi dai "pesanti fardelli politici e materiali" che la opprimono, per chi la conosce, non puo’ che tornare alla mente l’accorata preghiera di monsignor Bello: "Da’ alla tua Chiesa tenerezza e coraggio. Lacrime e sorrisi. E quando, delusa dei suoi amanti, tornera’ stanca e pentita a Te, coperta di fango e di polvere dopo tanto camminare, credile se ti chiede perdono".
La prefazione e’ del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffella,

spero prima di tutto di non alzare lai polemici se usero' qualche parola particolare.
Penso che stiamo assistendo a una riunificazione storica senza precedenti, e che per forza di cose non puo' fare altro che sollevare strilli da tutte le parti.
Benedetto XVI sta' ri-unificando, nella sua persona, due "ruoli" che si sono spesso visti come opposti: la Chiesa come Istituzione e la Chiesa come Profezia. Per evitare strilli, questo non e' solo un problema degli ultimi 50 anni, proprio la festa di oggi, San Francesco d'Assisi, ricorda che questo tipo di tensioni ci sono state anche nel passato piu' o meno remoto.
Riflettiamo un momento sulle parole e sui segni di questo ultimo mese: tra Ancona e Germania abbiamo espressioni di una forza enorme, anche se dette in tono pacato e con umilta': "vi hanno dato pietre invece di pane", pranzo con i disoccupati... e via via. Senso profondo di una Chiesa che non solo risponde all'uomo - di oggi e di sempre - ma che indica la via del ritorno a Dio e del vero senso del vivere a gente che l'ha perso tra tradizioni e organizzazioni che sono diventate abitudini e non piu' scelta consapevole quotidiana.
In questo modo B16 spiazza sia gli "ultrapapisti" che non vedono di buon'occhio l'attenzione a certe realta' minoritarie e la perdita di immagine sacrale della Chiesa ("i mali peggiori vengono dall'inerno della Chiesa", che macigno!), sia gli "ultraprogressisti" che butterebbero a mare qualsiasi cosa nella conquista di un consenso popolare. Entrambe le posizioni soffrono dello stesso male, l'adulazione di un potere come forma di controllo, e B16 sta' sparigliando questo gioco.