Santità, la verità su Emanuela
di Andrea Bevilacqua
«Sua Santità, mi rivolgo a Lei nella sua duplice veste di capo di Stato e di rappresentante di Cristo in terra per chiederLe di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Il sequestro di una ragazzina è offesa gravissima ai valori religiosi e della convivenza civile: a Emanuela è stata fatta l'ingiustizia più grande, le è stata negata la possibilità di scegliere della propria vita. Confido in un Suo forte e ispirato intervento perché, dopo 28 anni, gli organi preposti all'accertamento della verità (interni ed esterni allo Stato Vaticano) mettano in atto ogni azione e deliberazione utili a fare chiarezza sull'accaduto. Un gesto così cristiano non farebbe che dare luce al Suo altissimo magistero, liberando la famiglia di Emanuela e i tanti che le hanno voluto bene dalla straziante condanna a un'attesa perenne». È l'appello di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza figlia di un dipendente della Santa Sede scomparsa il 22 giugno 1983, al Papa. Dopo 28 ani, non si sa nulla della scomparsa di Emanuela. Recentemente Ali Agca, incontrando Orlandi, ha detto che la verità su sua sorella è conosciuta soltanto in Vaticano. Per questo Pietro scrive al Papa: «Mia sorella è stata vittima innocente di un sistema, un intreccio di poteri inconfessabili, che attraverso la ragion di Stato (italiana e vaticana) e i suoi meccanismi omertosi si garantisce la sua sopravvivenza. Il mio intento (per il quale mi batterò sempre) è demolire quel muro di bugie, reticenze e colpevole silenzio che nasconde la verità sulla sorte di Emanuela. Noi familiari (così come tutti gli altri sventurati d'Italia vittime di gravi ingiustizie) abbiamo diritto di sapere: se Emanuela è morta, per accertare le responsabilità (e darle sepoltura); se è viva (come speriamo) per riabbracciarla. La condizione necessaria a fare qualche passo verso la verità è però che ci sia in Italia una corretta e coraggiosa informazione. Occorre che tutti sappiano cosa (non) è accaduto in questi 28 anni. Le inchieste giudiziarie, ogni volta che si avvicinavano a risultati concreti, sistematicamente registravano uno stop. I servizi segreti italiani hanno avuto un ruolo a dir poco ambiguo in questa vicenda». Tanti i punti oscuri. Ancora oggi non si sa chi sono i mandanti del rapimento. Ci sono stati tanti depistaggi, via via che le inchieste passavano da un magistrato all'altro. E poi ci sono tre domande alle quali incredibilmente nessuno sa rispondere: perché, davanti a una intercettazione di un alto funzionario della sicurezza vaticana al quale veniva ordinato di non riferire la verità al magistrato, l'inchiesta all'epoca non andò avanti? Perché, quando Emanuela fu vista vicino a Bolzano due mesi dopo la scomparsa con un funzionario del Sismi, le indagini si fermarono, grazie a una sentenza di proscioglimento lacunosa? Perché in tempi recenti si è tentato di accreditare la pista della Magliana, a oggi non supportata da prove e piena invece di incongruenze? Attribuire il sequestro e l'omicidio di Emanuela a due illustri defunti (il boss De Pedis e monsignor Marcinkus), infatti, a detta di molti altro non è che l'ultimo tentativo di insabbiare tutto.
© Copyright Italia Oggi, 22 ottobre 2011 consultabile online anche qui.
Ci scrive Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela. Con gratitudine e commozione leggiamo le sue parole unitamente al testo completo della petizione
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2 commenti:
Cara Raffaella e cari amici del blog, ho letto il messaggio di Pietro Orlandi e ne sono rimasta molto colpita; ribadisco a lui ed alla sua famiglia tutta la mia vicinanza ed il mio rispetto. C'è una domanda però' che da giorni mi tormenta su qyuesta faccenda......... e ve la propongo con la speranza che qualcuno possa rispondermi. Molte verità scomode e dolorose sono venute fuori sotto il Pontificato di Benedetto XVI di cui lo stessdo Pontefice si è fatto carico ma, una pensiero mi tormenta........ Permetteranno a Benedetto XVI di arrivare alla verità su Emanuela? Perchè molte cose sono venute fuori in momenti ben precisi e cono lo scopo di danneggiare la figura del Papa e della chiesa faranno la stessa cosa anche in questo caso? e se nella sciagurata eventualità che questa verità non venga fuori ci troveremo davanti a nuove vagonate di fango da scagliare contro il Papa? Ricomincieremo con la solita tiritera del Papa freddo, incapace di sentimenti e duro di animo perchè tedesco? Insomma, se Benedetto XVI non dovesse arrivare alla verità perchè scomoda anche ora che giudizio daranno i soliti detrattori?
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