Trentamila fedeli in preghiera con il Papa
L'Aula Paolo VI è divenuta stamani una piccola Assisi: Benedetto XVI ha voluto che l'udienza del mercoledì avesse la forma della liturgia della Parola, anticipando così i contenuti di fondo della preghiera per la pace convocata per domani nella città di san Francesco. All'incontro hanno preso parte trentamila persone che, non avendo trovato posto in Aula, hanno riempito anche la basilica Vaticana -- dove il Papa si è personalmente recato per salutarle, accolto dal cardinale arciprete Angelo Comastri. L'incontro di preghiera ha avuto inizio intorno alle 11.
Accompagnato dall'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, da monsignor Georg Gänswein, segretario particolare, e da Patrizio Polisca, medico personale, il Pontefice è stato accolto dal canto Tu es Petrus. Dopo il saluto del cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, il Papa ha pregato Dio di guidare «a una meta di salvezza le vicende della storia» e di concedere «all'umanità inquieta il dono della vera pace, perché possa riconoscere in una gioia senza ombre il segno della tua misericordia». La prima lettura è stata tratta dal libro del profeta Zaccaria (9, 9-10), con l'annuncio della «pace alle nazioni». Dopo il canto del salmo 84 -- «Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno» -- è stato proclamato un passo del Vangelo di Luca (10, 1-11). Quindi il Papa ha tenuto l'omelia. Successivamente, eseguito un breve interludio musicale, nella preghiera in tedesco sono stati ricordati «i pensieri e i progetti di pace» che Dio ha sempre affidato all'uomo perché li realizzasse, scegliendo anche «dai tempi antichi un popolo per costruire una città di pace». In polacco è stata fatta memoria della venuta del Salvatore e in francese della sua morte e risurrezione; in portoghese si è pregato perché gli uomini accolgano i doni dello Spirito Santo; in swahili perché vengano messi da parte egoismi e violenze; in arabo perché prevalga il senso della fratellanza e dell'attenzione «a chi ha bisogno di amore, verità, lavoro, cibo, casa e cure mediche»; in spagnolo per la Chiesa e per l'unità dei cristiani. L'ultima preghiera è stata formulata in cinese: «Tienici continuamente per mano, o Padre, fino al giorno in cui la Chiesa sarà edificata come nuova Gerusalemme, città della pace». Il canto del Pater noster, la benedizione apostolica, e la preghiera Salve Regina hanno concluso l'incontro di preparazione alla giornata di Assisi. Benedetto XVI ha poi espresso la propria vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e ha rivolto particolari saluti, nelle diverse lingue, ai tanti gruppi di pellegrini. In Aula erano presenti sedici cardinali: tra loro Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, Tarcisio Bertone, segretario di Stato, Roger Etchegaray, vice decano, Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Hanno partecipato gli arcivescovi Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati; i monsignori Peter Bryan Wells, assessore, Ettore Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, e Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo. Presenti anche tre patriarchi, numerosi arcivescovi e vescovi e prelati della Curia romana: tra loro, l'arcivescovo Giuseppe Bertello e il vescovo Giuseppe Sciacca, rispettivamente presidente e segretario generale del Governatorato. Prima di lasciare l'aula, il Papa ha salutato personalmente i rappresentanti dall'associazione Adolph Kolping, impegnata nell'assistenza ai lavoratori. Ha benedetto poi un'immagine della Virgen de Los Angeles, patrona del Costa Rica, destinata agli uffici dell'ambasciata della Nazione americana presso la Santa Sede, e ha incoraggiato la missione a servizio dei disabili mentali portata avanti dal canadese Henri Major, presidente di Fede e Luce, a quarant'anni dall'intuizione di Jean Vanier.
(©L'Osservatore Romano 27 ottobre 2011)
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