ANSA-FOCUS/ PAPA: TROPPI MESSAGGI, VIRTUALE DOMINA SU REALTA'
SCOMPARSO IL SILENZIO, GIOVANI RIEMPIONO OGNI MOMENTO VUOTO
SERRA SAN BRUNO
(dell'inviata Giovanna Chirri)
(ANSA) - SERRA SAN BRUNO, 9 OTT
E' scomparso il silenzio: siamo immersi in un rumore di fondo, persino di notte. Siamo sommersi da "messaggi audiovisivi da mattina a sera", e "la virtualità rischia di dominare sulla realtà". Soprattutto i giovani, "nati già in questa condizione", vogliono "riempire di musica e immagini" ogni momento vuoto, e sembrano aver paura, "appunto, di questo vuoto". Per il Papa si può ormai parlare di "mutazione antropologica": "alcune persone non sono più capaci di rimanere a lungo in silenzio e solitudine".
E viene danneggiata la nostra vita e la nostra umanità.
Benedetto XVI, in Calabria sulle orme di San Bruno che nove secoli fa insegnò ai certosini una vita di silenzio, povertà, preghiera e lavoro, ha indagato i rischi di disumanizzazione presenti in tante forme del "progresso tecnico" che soprattutto nei "trasporti e nelle comunicazioni", rende le nostre vite non solo più "confortevoli", ma anche "più concitate, a volte convulse".
E ha ammonito sui problemi che comportano innovazioni da lui pure incoraggiate per i loro risvolti positivi, come per esempio il web e i social network, le varie forme di comunicazione più diffuse principalmente tra i ragazzi.
Questa riflessione ricorda la critica ai rischi della "società liquida" che papa Ratzinger ha espresso durante il viaggio a Venezia, lo scorso maggio.
E se nella Serenissima ha usato l'immagine della città d'acqua, a Serra San Bruno si è ispirato al silenzio.
Joseph Ratzinger, che ha scelto di chiamarsi Benedetto anche in omaggio al fondatore del monachesimo occidentale, ha voluto questa visita per additare ai cristiani l'esempio dei monaci certosini: non capiti e forse un po' invidiati da un mondo che fa dell'efficienza e del profitto il metro di valutazione dell'esistenza umana, allenati dal silenzio, sono capaci di dire parole vere agli uomini, sia su Dio che sulla vita.
Benedetto XVI è particolarmente attento al monachesimo perché è una scelta di vita tutta centrata sulla ricerca di Dio. E cercare Dio rappresenta per il Papa la condizione preliminare per radicare qualsiasi novità positiva nella storia, una condizione valida per i cristiani di qualsiasi condizione. Anche per i contemporanei, immersi in vite convulse e incapaci di solitudine e silenzio. "Nel crollo di vecchi ordini e sicurezze - ha detto Benedetto XVI a Parigi, nel 2008, incontrando gli esponenti della cultura al College des Bernardins - l'atteggiamento di fondo dei monaci era il quaerere Deum, mettersi alla ricerca di Dio. Potremmo dire che questo è l'atteggiamento veramente filosofico: guardare oltre le cose penultime e mettersi in ricerca di quelle ultime, vere".
I monaci sono "indispensabili" ha sottolineato oggi papa Ratzinger prima di celebrare i vespri nella certosa calabrese con la comunità guidata dal priore Jacques Dupont, perché "l'ambiente delle nostre società" va "bonificato", essendo "inquinato" da una "mentalità disumana", "dominata dagli interessi economici".
Cercare Dio oggi non è meno importante che nei tempi passati, anche per società veloci e rumorose, anche per giovani immersi nella musica e nelle immagini. I giovani sono il futuro, e la Chiesa di Ratzinger vorrebbe aiutarli a non aver paura della solitudine e del silenzio, quando non siano vuoto ma possibilità di scoprire la presenza di Dio tra gli uomini e la sua tenerezza per loro.
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1 commento:
Incredibile Piero Sansonetti
http://www.tempi.it/sansonetti-grazie-benedetto-xvi-la-calabria-non-solo-ndrangheta
Alessia
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