Il significato cristiano della penitenza: sulle parole del Papa all'Angelus, la riflessione di don Nicola Bux
A Quaresima, siamo chiamati a schierarci con Cristo contro il peccato: è l’esortazione ai fedeli di Benedetto XVI, che all’Angelus di domenica scorsa si è soffermato sull’atteggiamento che deve contraddistinguere questo tempo forte dell’anno. In particolare, riprendendo un pensiero di Paolo VI, il Papa ha esortato i cristiani “a rispondere al precetto divino della penitenza con qualche atto volontario, al di fuori delle rinunce imposte dal peso della vita quotidiana”. Un passaggio dal quale muove la riflessione del teologo don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede. L’intervista è di Alessandro Gisotti:
R. - E’ chiaro che le rinunce che ogni giorno facciamo per il peso della quotidianità sono, in qualche modo, indotte dalla condizione che viviamo, dallo stato di vita in cui ci troviamo. Invece le altre – quelle cui allude sempre il Santo Padre – sono quelle che noi, volontariamente, decidiamo di fare. Queste ultime non sono perciò indotte dalla condizione di ogni giorno, ma sono piuttosto esito di una nostra scelta e dovrebbero, in un certo senso, vertere sulla correzione di quegli atteggiamenti viziosi, proprio per potenziare le virtù.
D. - Questo aspetto è fondamentale: preghiera, digiuno ed elemosina a volte il fedele le sente, in questo periodo di Quaresima, come un dovere, un qualcosa che viene dall’esterno. Evidentemente è invece un qualcosa che deve venire dal di dentro…
R. - Indubbiamente, perché preghiera, digiuno ed elemosina sono certamente le grandi vie della misericordia che la tradizione della Chiesa e i Padri in modo particolare raccomandano. E’ chiaro che poi queste vie vanno attraversate da ciascuno secondo modalità e prospettive che ciascuno cerca di prefissarsi. Come direbbe San Francesco di Sales a proposito della devozione, ogni stato di vita può indubbiamente applicare queste opportunità alla propria condizione.
D. - Benedetto XVI, nel suo discorso alla fine degli esercizi spirituali tenuti in Vaticano, ha sottolineato quanto sia importante la vita dei Santi, anche come esempio - soprattutto in questo periodo forte della Quaresima - per noi fedeli…
R. - Certamente, perché i Santi sono una delle prove inconfutabili della verità della religione cristiana cattolica. I Santi dimostrano che Cristo è sempre imitabile ed attualizzabile e la loro esistenza è una delle prove apologetiche più importanti della verità cristiana cattolica. Talvolta, un certo “liturgismo” vorrebbe isolare i Santi da Dio. Si teme che i fedeli, onorando i Santi, non onorino Dio, ma non è vero, perchè Dio non vive da solo. Egli vive in una grande famiglia, che è quella dei Santi, e quindi, quando si onora un Santo si onora Dio e quando si onora Dio si onorano i Santi. Su questo la Quaresima potrebbe essere un ottimo esercizio sia spirituale sia pastorale per pastori e fedeli. (vv)
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