Il terremoto e la centrale: l’editoriale di padre Lombardi
Il mondo segue da giorni, con il fiato sospeso, l’evolversi della situazione nella centrale atomica di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto che la settimana scorsa ha devastato il Giappone. Su questa drammatica vicenda e sull’utilizzo dell’energia nucleare si sofferma il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
Le immagini della tragedia giapponese continuano da giorni a turbarci e a interrogarci. Dapprima hanno evocato i ricordi drammatici dello tsunami dell’Oceano Indiano di sei anni fa, che pure aveva provocato un numero spaventoso di vittime, ancora maggiore: un mare di sofferenze e di dolore che chiama la nostra compassione, la nostra solidarietà, la nostra preghiera. Ma in pochi giorni l’attenzione del mondo si è spostata dall’ondata distruttrice al disastro della centrale nucleare. I giapponesi hanno dimostrato di aver imparato a fronteggiare con preveggenza i rischi dei terremoti in modo mirabile, costruendo edifici capaci di resistere alle scosse più forti. In altri Paesi scosse paragonabili avrebbero causato un numero incalcolabile di morti.
E tuttavia anche il progresso tecnico giapponese ha mostrato in questa occasione un punto debole, in certo senso inatteso. E’ bastato che una delle oltre 50 centrali nucleari giapponesi fosse seriamente danneggiata dal terremoto per originare una nuova ondata - questa volta di paura per un’altra insidiosa fonte di morte -, che si sta allargando in tutto il mondo, oltre quella distruttrice del maremoto. L’energia nucleare è una risorsa naturale immensa, che l’uomo cerca di utilizzare al suo servizio, ma se ne perde il controllo si rivolta contro di lui. E nessuno sa meglio dei giapponesi quali sono gli effetti dell’energia sprigionata dal cuore della materia rivolta contro l’uomo. La sicurezza delle centrali e della custodia dei residui radioattivi non potrà mai essere assoluta. E’ giusto e doveroso tornare a riflettere sul corretto uso del potere tecnologico, sui suoi rischi, sul suo prezzo umano. Il Papa lo raccomanda spesso.
Oggi nella centrale impazzita un manipolo di eroi sta dando generosamente la vita per la salvezza di molti. Come i pompieri dell’11 settembre. Come allora, l’amore solidale per gli altri, perfino a prezzo della vita, è la vera luce nell’oscurità della tragedia. Indica la direzione in cui cercare. E’ la stessa direzione del cammino con Gesù verso la Pasqua.
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