martedì 22 marzo 2011

Papa Ratzinger in Germania vuole più tempo per i fratelli riformati (Rodari)

Ratzinger in Germania vuole più tempo per i fratelli riformati

di Paolo Rodari

Il prossimo settembre Benedetto XVI torna per la terza volta in Germania, un viaggio atteso non solo dai cattolici. Mentre nei giorni scorsi i collaboratori del Papa stilavano il programma, Nikolaus Schneider, presidente della chiesa evangelica tedesca, ha manifestato al Vaticano il proprio disappunto perché nel calendario degli appuntamenti papali alla sua comunità era stato riservato uno spazio insoddisfacente. Ratzinger si sarebbe dovuto fermare a Erfurt, cuore della Germania protestante, per meno di un’ora. Ma, informato delle proteste di Schneider, Benedetto XVI è intervenuto personalmente. Per chiedere che il programma venisse modificato.
Il Papa ha anche scritto un breve messaggio a Schneider, nel quale spiega che “nella terra in cui è nata la Riforma è necessario un più forte accento ecumenico”. Per questo durante la visita di settembre “saranno trovati i modi e i luoghi per un fruttuoso e costruttivo scambio”.
Le parole del Papa servono a rasserenare gli animi in una comunità, quella protestante tedesca, da sempre attraversata da importanti venti anti romani. Venti che il pontificio consiglio che si dedica ai rapporti ecumenici ha sempre cercato di calmierare, sia nella presidenza del tedesco Walter Kasper sia, oggi, in quella dello svizzero-tedesco Kurt Koch. Non è un caso, dicono in Vaticano, che siano stati messi alla guida di questo importante dicastero due uomini così vicini alla realtà protestante tedesca.
I venti anti romani soffiano fin dentro il cattolicesimo tedesco. Recentemente diversi teologi cattolici del paese hanno scritto al Papa chiedendo che compia svolte radicali, su tutte l’abolizione del celibato sacerdotale e l’apertura al sacerdozio femminile. Accolte da Roma con una certa freddezza, testimoniano comunque un’effervescenza della galassia cristiana tedesca con la quale il Papa dovrà confrontarsi in Germania.
Uno dei principali sostenitori del dialogo ecumenico in Germania è il cardinale Karl Lehmann, vescovo di Magonza. In vista dell’arrivo del Papa, ha detto che “occorre andare avanti” senza eludere le sfide esistenti, evitando però di “superare gli ostacoli della separazione con compromessi discutibili”. “Non possiamo cullarci nell’illusione che il consenso debba avvenire a qualsiasi prezzo”, ha detto Lehmann, sottolineando anche il rischio della “stanchezza e della capitolazione davanti agli sforzi costanti di cercare una verità comune”, accontentandosi dei successi ottenuti.

Pubblicato sul Foglio martedì 22 marzo 2011

© Copyright Il Foglio, 22 marzo 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

Ricordiamo che Nikolaus Schneider, presidente della chiesa evangelica tedesca, si e' detto contrario all'invito rivolto al Papa di parlare al Parlamento tedesco. Non esattamente un messaggio distensivo...
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Già non è certo un segno distintivo, ma ricordiamoci che se c'e' stata la Riforma è anche per delle colpe della Chiesa di allora, per cui pazienza, tanta preghiera e cerchiamo di riportare quelle pecore all'ovile da cui sono scappate.

mariateresa ha detto...

ma noi rispondiamo sempre, cara Raffaella, ai calci nelle gengive con un sorriso ancora più pronunciato.
Ma non è così facile.
A volte sboccerebbero d'istinto delle reazioni pugnaci o verrebbero pronunciate parole salaci. Come capita a me in questo momento e quindi mi taccio.