Benedetto XVI alla veglia di preghiera in piazza Josip Jelačić a Zagabria
Tra i giovani per parlare di speranza
Nicola Gori
Sono venuti da ogni parte della Croazia per incontrare il Papa. Sono ragazzi, ragazze, giovani, ma anche famiglie, religiosi e religiose, seminaristi e novizi. Alcuni appartengono ad aggregazioni laicali, quali Azione Cattolica, scout, focolarini, carismatici; altri, invece, sono espressione delle varie associazioni presenti nelle parrocchie; altri ancora sono singoli giovani che hanno scelto di essere qui per vedere il Successore di Pietro. Per tutti è un avvenimento eccezionale che è stato preparato da tempo.
La piazza dove si è svolta la veglia è un luogo simbolo per i croati. È intitolata all’eroe della vittoria contro gli ungheresi, il conte di Bužim, che è raffigurato nel monumento equestre eretto nel 1848. La statua venne collocata nel 1866 e rivolta a nord verso l’Ungheria. Venne poi rimossa nel 1947, al termine della seconda guerra mondiale. Fu solennemente ricollocata dopo la proclamazione d’indipendenza del Paese. Anticamente, la piazza non faceva parte del centro cittadino, ma con l’espansione della città, a poco a poco divenne il centro. Jelačić è famoso non solo per le sue campagne militari, ma anche per aver abolito la servitù della gleba.
Quando Benedetto XVI, sabato sera 4 giugno, si è affacciato sulla grande piazza Josip Jelačić a bordo della papamobile si è sentito un boato di grida e di cori. Ad accoglierlo sul palco c’era il sindaco di Zagabria, Milan Bandić, il quale gli ha offerto le chiavi della città. Quattro giovani in abito tradizionale avevano portato processionalmente l’icona della Madonna della Porta di Pietra, patrona della città.
Hanno partecipato alla processione anche i rappresentanti di tutte le diocesi croate nei rispettivi costumi regionali. La presenza di Maria in mezzo a miglia di giovani ha dato un tono mariano alla veglia. L’immagine mariana risalente al XVII secolo, raffigurante la Madre di Dio seduta che con il braccio destro sorregge Gesù e con il sinistro solleva un piccolo globo terrestre, ha un posto particolare nel cuore dei croati. I fedeli nutrono una grande devozione per questa immagine. È stata ritrovata intatta dopo un incendio che, nel XVIII secolo, aveva devastato tutto il tempio nella quale era conservata, compresa la cornice. È venerata come Madonna della Porta di Pietra, perché si trova in un’edicola stradale, vicino a uno dei quattro antichi accessi all’interno delle mura cittadine.
Dopo l’accoglienza del sindaco, è stato il turno dell’arcivescovo Marin Srakić, presidente della Conferenza episcopale croata a salutare il Pontefice. Poi, ha avuto inizio la veglia divisa in due parti: la liturgia della Parola e l’adorazione del Santissimo Sacramento. Sono stati ancora i giovani a occupare la scena. Uno di loro ha letto un brano della Lettera di Paolo ai Filippesi, dove si parla dell’annuncio di gioia nel Signore, seguito dal cantato del Salmo 34.
Momenti forti della veglia sono state le testimonianze di Daniel Vorih, venticinque anni, di Zagabria, e Matheja Buha, ventidue anni di Šibenik.
Dopo il discorso del Papa e le preghiere per le necessità della Chiesa e della società, ha avuto luogo l’adorazione eucaristica. Il Pontefice, infine, ha compiuto un gesto significativo: ha donato un rosario d’oro alla Madonna della Porta di Pietra, che è rimasta sul podio per tutta la notte insieme con il Santissimo Sacramento esposto per i giovani che si preparavano alla messa della domenica. Prima di congedarsi, il Pontefice ha incontrato il gesuita Bozidar Nagy, postulatore della causa di canonizzazione di Ivan Mertz, il quale gli ha donato un volume contenente i discorsi di Giovanni Paolo II dal 1978 al 2005 da lui tradotti in croato. L’animazione musicale è stata curata dal coro giovanile dell’arcidiocesi di Zagabria e dalla Gioventù salesiana.
Toccante la testimonianza di don Ivan Filipović della comunità di ex tossicodipendenti Cenacolo. Le sue parole si alternavano con l’esibizione di alcuni ballerini che interpretavano la Maske, una rappresentazione del cammino che dalle tenebre conduce alla luce.
Al termine, il Papa ha fatto ritorno alla nunziatura apostolica.
Prima della veglia con i giovani, Benedetto XVI aveva incontrato esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale, imprenditoriale con il Corpo diplomatico e leader religiosi nel teatro nazionale di Zagabria. Il Papa era stato salutato al suo arrivo da Ana Lederer, direttrice, e da Branko Mihanović, direttore dell’Opera. I vocalisti dell’ensemble folcloristico Lado lo avevano accolto con un canto popolare, al quale era seguito il saluto dell’arcivescovo di Zadar, monsignor Želimir Pulijć, presidente della Commissione episcopale croata per la cultura, e di Niko Zurak, membro della Pontificia Accademia per la Vita.
Dopo i saluti, era stato eseguito un breve brano strumentale del compositore dalmata Ivan Mana Jarnović. Il Papa aveva pronunciato poi il suo discorso e benedetto i presenti.
(©L'Osservatore Romano 6-7 giugno 2011)
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