Il Papa: ripartire dalle radici cristiane per fondare l'Europa
Andrea Gagliarducci
È un invito a trovare la coscienza dell'Europa, quello che Benedetto XVI lancia a Zagabria. Ripartire dalle radici cristiane per fondare l'Europa. E farlo a partire dalle famiglie, e poi dall'impegno dei christifideles laici nella società, nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa. Per il suo diciannovesimo viaggio internazionale, il Papa va in Croazia per la Prima Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche.
La Croazia che entra nell'Europa racconta di una Unione che respira sempre più "con due polmoni". Il Papa ricorda i tre viaggi del suo amato predecessore in terra croata, e - in aereo - ricorda anche le due volte che fece visita alla terra croata quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Appena sceso dalla scaletta dall'aereo, Benedetto XVI ricorda le radici cristiane della Croazia, e ne fa un laboratorio per una Europa meno nazionalista e più fondata sulla sua comune identità. "Possa questa cara Nazione, forte della sua ricca tradizione contribuire a far sì che l'Unione Europea valorizzi appieno la ricchezza spirituale e culturale del cristianesimo".
Un argomento sul quale torna nell'incontro con i rappresentanti delle altre religioni e i membri della società civile. "Occorre comprendere il perché e il come ciò sia avvenuto, per valorizzare nell'oggi tale dinamismo, che è una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale. Alla base di tutto ci sono uomini e donne, ci sono delle persone, delle coscienze, mosse dalla forza della verità e del bene".
In cosa offre il suo contributo la Chiesa? Nella "formazione delle coscienze" - dice Benedetto XVI - a cominciare "dalla famiglia" passando per la parrocchia, dove si apprende "il senso della comunità fondata sul dono, non sull'interesse economico o sull'ideologia". Spiega Benedetto XVI: "Questa logica della gratuità si vive poi in ogni ambito, e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell'economia". È il compito dei laici cattolici, chiamati a collaborare per una "polis accogliente e ospitale" e al tempo stesso "non vuota e non falsamente neutra" e a formare "una autentica laicità, la giustizia sociale, la difesa della vita e della famiglia, per la libertà religiosa e per l'educazione". Sono i temi il Papa ha affrontato anche nell'incontro con il presidente croato Ivo Josipovic, e poi con la premier croata Jadranka Kosor.
Alla famiglia Benedetto XVI ha pensato anche inviando il consueto telegramma al presidente Napolitano, mentre sorvola lo spazio aereo italiano. "Invoco - ha scritto il Papa - sull'intera nazione italiana copiosi doni di luce e sapienza affinché continui a riconoscere l'istituto familiare cellula fondamentale della società sostenendolo con adeguati interventi".
In serata, l'incontro con i giovani. A loro il Papa dà l'esempio del beato Ivan Merz, morto a soli 32 anni offrendo la sua vita per la Chiesa, e li invita a non "cedere alla tentazione di riporre fiducia assoluta nell'avere, nelle cose materiali, rinunciando a scorgere la verità che va oltre, come una stella alta nel cielo, dove Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare alle altezze di Dio!".
© Copyright La Sicilia, 5 giugno 2011
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