giovedì 16 giugno 2011

"Gesù di Nazaret", il teologo José Miguel Garcia: il nuovo volume del Papa introduce alcuni elementi originalissimi, a partire dall'intento che lo ha mosso a scrivere (Laura d'Incalci)

"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI (SECONDO VOLUME): LO SPECIALE DEL BLOG

"Ratzinger e Gesù: un libro di speranza"

di Laura d'Incalci

Quanti libri sono stati scritti su Gesù di Nazaret? Una domanda generica per rompere il ghiaccio all'inizio di una conversazione con José Miguel Garcia, teologo e biblista di spicco. Invitato a Como dal Centro culturale Paolo VI - il 16 giugno alle ore 21 nell'aula magna dell'Università dell'Insubria, in via Castelnuovo - per presentare il secondo tomo su Gesù di Nazaret firmato da Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (Editrice Vaticana), Garcia raccoglie lo spunto. «Migliaia e migliaia di libri parlano di Gesù - ammette - Ma la "materia" è inesauribile e quest'ultimo volume del Papa introduce alcuni elementi originalissimi, a partire dall'intento che lo ha mosso a scrivere. Il pregio del libro è di essere molto chiaro, scorrevole, davvero accessibile tutti».

Fra i tratti originali affiora dunque la motivazione dell'autore.

Sì, il Papa dichiara di non esprimere un atto magisteriale, ma una ricerca del volto Signore. Intende offrire innanzi tutto una testimonianza personale, comunicare il proprio cammino nel rapporto con Gesù per facilitare a tutti la possibilità di incontrarlo.

Una rilevante novità riguarda l'esegesi: «In 200 anni di lavoro esegetico, l'interpretazione storico-critica ha ormai dato ciò che di essenziale aveva da dare» nota l'autore indicando la necessità di un passo metodologicamente nuovo. Come studioso cosa ne pensa?

Il professor Joseph Ratzinger non sottovaluta certo l'importanza del metodo storico critico, a volte però l'esegesi non aiuta a introdurre una conoscenza di Gesù, un'esperienza del rapporto con Lui. È questa la sottolineatura: è utile sapere come si formano i Vangeli, conoscerne gli autori e studiare il contesto sociale servendosi di tutte le discipline che possono aiutarci a ricostruirlo, però tutto questo costituisce solo un prologo all'interesse più acuto e necessario: arrivare a conoscere chi è Gesù e qual è la sua pretesa, cosa c'entra con ognuno di noi.

E tuttavia la storicità dei Vangeli costituisce un fulcro fondamentale nella ricerca del "professore-pontefice"

Certamente. Il metodo storico è essenziale alla fede cristiana che non può essere ridotto a una proposta di dottrine, di regole, di una morale, ma si fonda su un fatto, su un avvenimento. È essenziale quindi confermare un fondamento certo: se questo fatto storico si dimostrasse falso, la fede cristiana crollerebbe. Il Cristianesimo è il rapporto con una persona reale, non è una dottrina da seguire per guadagnarsi il paradiso. Anzi i cristiani cominciano a esperimentare già qui la vita eterna nel rapporto con Gesù.

Con il «Gesù di Nazaret», secondo il cardinale Christoph Schönborn, «le innumerevoli immagini fantasiose di Gesù come un rivoluzionario, un mite riformatore sociale o come l'amante segreto di Maria di Magdala, si possono depositare nell'ossario della storia». Concorda?

Non è soltanto questo libro a dare un colpo di spugna a certi fantasiosi racconti, non mancavano corpose e approfondite ricerche scientifiche. È comunque vero che questo libro, di facile lettura e di stile divulgativo, si rivela prezioso nel confermare l'inconsistenza di romanzi frutto di pura invenzione.

Nel testo si coglie una saldatura inscindibile fra antico e nuovo testamento

L'autore sa bene che non si può parlare di Gesù al di fuori dell'Ebraismo: il linguaggio di Gesù, il suo agire e il suo modo di reagire nella disputa con i farisei, è sempre all'interno della fede e della cultura del suo popolo. Il Papa lo esplicita bene rendendoci consapevoli di una ignoranza piuttosto diffusa oggi nei cristiani: senza conoscere la radice e l'identità di Gesù diventa difficile percepire la ricchezza del Vangelo, che spesso viene infatti ridotto a messaggio dottrinale, a saggezza morale.

Un capitolo fondamentale da raccomandare?

Ne indico almeno tre: il II per la chiarezza del discorso escatologico, il VI che ci fa capire come la coscienza di Gesù è sempre determinata dal rapporto con il Padre riconosciuto e affermato anche nel momento di totale e angosciosa solitudine. Un contributo speciale è nel IX capitolo dove esprime acutamente la centralità della resurrezione di Cristo come fatto accaduto che abbraccia e redime tutti gli uomini.

Torniamo all'autore...prevale la penna del professor Ratzinger o di Papa Benedetto XVI?

Joseph Ratzinger è il primo autore: aveva iniziato a scrivere il libro prima di sapere che sarebbe diventato Papa. Ma è indubbio che con questa iniziativa ha preso sul serio il compito di pontefice: confermare tutti i fratelli nella fede. In alcune pagine si avverte un respiro di speranza, di certezza e letizia... la bellezza della vita che cambia nell'incontro con Gesù. Una vita liberata dalla paura di cui il nostro mondo ha bisogno.

© Copyright La Provincia, 16 giugno 2011 consultabile online anche qui.

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