mercoledì 1 giugno 2011

I due pesi e due misure dei giornaloni: vescovi e cardinali non si intromettano nella politica (salvo quando fa comodo). Almeno si lasci fuori il Papa che, in tutto ciò, è l'unico a predicare il Vangelo ed a non avere "vantaggi" (R.)

Cari amici, questo blog non si occupa di politica e, anche in questa circostanza, non sono i risultati elettorali che ci interessano ma i risvolti, per cosi' dire, "ecclesiali".
Di solito i giornaloni ci riempiono la testa con frasi del tipo: "La Chiesa stia fuori dalla politica", "I vescovi non facciano politica", "Libera Chiesa in libero Stato", "No all'ingerenza" e compagnia cantante allegata.
Quando pero' un vescovo sembra sulla stessa lunghezza d'onda dei giornaloni, ecco che l'ingerenza non solo e' la benvenuta ma addirittura invocata. E' il caso, per esempio, di certe dichiarazioni del card. Tettamanzi o del card. Bagnasco.
Tutti a cercare questa o quella frase che possa confermare la tesi di questo o quel giornale. E vale per tutti: destra, sinistra o centro.
Oggi Mons. Forte rilascia un'intervista al Corriere tutta concentrata sull'etica e sulla politica, ma a nessuno verrebbe in mente di chiamarla ingerenza.
Due pesi e due misure?
Al contrario Politi, su "Il Fatto", lancia accuse molto pesanti contro il card. Bertone colpevole, ad avviso dell'ex vaticanista di Repubblica, di avere appoggiato l'attuale maggioranza e di essere andato a casa di Vespa.
Vogliamo finirla con questa politica dei due pesi e due misure?
Delle due l'una: o la Chiesa puo' occuparsi SEMPRE di politica o non puo' occuparsene MAI.
Personalmente sono coerente: la Chiesa deve occuparsi del Vangelo e richiamare tutti (politici compresi, quindi) al rispetto dei valori, ma mai parteggiare per questo o quel candidato.
Non mi sono piaciute alcune dichiarazioni di certi vescovi e cardinali cosi' come ho provato un profondo disagio (e lo sapete perche' l'ho scritto) quando ho letto della cena a casa di Vespa.
In tutta questa girandola di dichiarazioni, incontri, interviste, mi sembra che l'unico a predicare davvero il Vangelo sia il Santo Padre che di sicuro non puo' essere accusato di avere ottenuto qualche vantaggio in questi anni.
Forse che il Papa, dopo la cena a casa di Vespa, ha avuto un trattamento di favore a "Porta a Porta"? Non mi pare...
Forse che il TG1 gli ha concesso servizi della durata superiore a qualche secondo? Non mi sembra...anzi! E' ben stampato nella mia mente il servizio mandato in onda proprio sul TG1 in occasione dell'uscita di "Luce del mondo".
Forse che i telegiornali o le trasmissioni della Rai o di Mediaset hanno lesinato critiche o frecciate al Papa lo scorso anno in occasione dell'esplosione dello scandalo pedofilia?
Non mi pare...anzi!
Di sicuro Benedetto XVI non gode dell'appoggio di alcun "potere forte" ne' dentro ne' fuori il Vaticano. Semmai ha contribuito in modo energico a ridimensionare tali poteri.
La chiesa italiana e la curia vaticana hanno ottenuto qualche vantaggio, anche mediatico, dal comportamento di certi vescovi e cardinali? Non lo so e non mi interessa.
Constato pero' la politica dei due pesi e due misure dei media: il "caso" Seppia sembrava la "gallina dalle uova d'oro" ma poi nessuno ne ha piu' parlato o quasi. Perche'?
Si rischiava di andare troppo oltre?
E guardiamo anche agli altri preti coinvolti nei casi di pedofilia. Girano sempre gli stessi nomi, ma ci sono dei sacerdoti, condannati duramente dalla giustizia penale, che sono comodamente scivolati nell'oblio.
Perche'?
Alla faccia della ricerca della verita' tanto sbandierata dai mass media, mi sembra che ci siano figli e figliastri e vescovi e vescovastri (per non parlare di papi e papastri).
Le lezioni di morale da parte di alcuni di questi giornaloni non sono ben accette oltre a non essere credibili.
La Chiesa torni ad occuparsi del Vangelo sull'esempio del Santo Padre ed il clero smetta di ricercare vantaggi (mediatici e/o politici) andando dietro alle varie "onde del mondo"
.
R.

8 commenti:

mariateresa ha detto...

batti cinque, Raffaella. Condivido anche la punteggiature.
Su don Seppia solo poche ore fa commentavo con una persona, proprio strano lo svaporare degli argomenti se c'è un certo contesto e di una certa parte.
Mi sembra che Politi provi a erigere un Piazzale Loreto per i complici, a suo vedere del tiranno attuale: fa parte di una certa mentalità regolare i conti con i "traditori". Ricordo invece che anche con Prodi, vicino alla caduta, Bertone fece un incontro augurando lunga vita al governo.Non credo di ricordare male. Ma anche se ricordassi bene, che importa? Adesso , secondo alcuni, bisogna stanare i collaborazionisti che hanno permesso il ventennio.
La lezione da imparare è proprio quella che dice Raffaella: occuparsi di quello che è veramente importante per la Chiesa e basta. Certo con un governo eletto legittimamente in carica non ci si può aspettare che il Segretario di Stato sputi in un occhio al Premier quando lo incontra, come vorrebbe Politi, se il Premier non è di sinistra, s'intende.
Devo dire che il fatto che Bertone scontenti a destra e a sinistra può essere un buon segno.

gemma ha detto...

hai ragione Raffaella, concordo in pieno con quel che hai scritto. La politicizzazione della Chiesa disturba solo quando è sospettata di essere vicina all'avversario, altrimenti ben venga. I vescovi ingeriscono solo quando non sono quelli di riferimento e in quanto ai sacerdoti che sbagliano, se sono amici vale la misericordia silenziosa

un passante ha detto...

quante storie! C'è stato qualche segretario di stato vicino anche a qualche dittatore vero, non solo delle nostre banane, ma alcuni giornalisti hanno la memoria che va a scatti elettorali o gli rimuove i pezzi scomodi, a seconda del papa da "sbertonare"

mariateresa ha detto...

naturalmente Dagospia fa da maggiordomo e riporta l'articolo di Politi, non è la prima volta.
Che copioni logori, ragazzi.

sonny ha detto...

Care ragazze, vi straquoto su tutta la linea. In particolare, mi sembra di riscontrare una notevole pervicacia nel dare addosso anche al Card. Bertone, assolutamente bipartisan, con un plotoncino di esecuzione che va, per esempio, da Magister a Politi, per non parlare di intellettuali e ecclesiastici vari. Quando invece si parla dei soliti quattro o cinque mediaticamente e politicamente corretti......no problem, chi se ne fraga delle entrate a gamba tesa o della violazione della laicità. Un esempio?
Ieri, praticamente per tutto il giorno, sul sito di Repubblica, campeggiava una foto del neo sindaco De Magistris che stringeva la mano.....indovinate a chi? Al Card. Sepe. Capisci a me, come dicono a Napoli. Attendo a breve la foto opportunity Pisapia-Tettamanzi.
Cara Raffaella, mi voglio congratulare per la tua stoicità. Sei sulla buona strada per guadagnarti il riconoscimento delle virtù eroiche!!!!!

gemma ha detto...

un sindaco deve tenere presente anche la comunità cattolica della sua città, e quindi anche il suo vescovo, ma certo che i giornali a questi incontri danno valenze diverse, a seconda dell'appartenenza politica del sindaco eletto. Se il sindaco è quello "giusto", evviva la stretta di mano col vescovo, santo uomo alla guida della parte cristiana della città, se è quello sbagliato, ecco l'inciucio politica-vaticano. Ormai sappiamo che va così

sonny ha detto...

Ecco Gemma, intendevo dire quello che hai scritto!

laura ha detto...

D'accordo, Raffaella, ma non vogliono capire!!!!!!!!!!!!!!