giovedì 23 giugno 2011

Il Papa: La "speciale responsabilità" dei cristiani "nella costruzione di una società solidale, giusta, fraterna" e' inscindibilmente legata alla dimensione della fede. Non c'è nulla di magico nel Cristianesimo (Izzo)

PAPA: NON SI SEPARI DIMENSIONE SPIRITUALE DA IMPEGNO SOCIALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 giu.

La "speciale responsabilità" dei cristiani "nella costruzione di una società solidale, giusta, fraterna" e' inscindibilmente legata alla dimensione della fede.
Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia per la festa del Corpus Domini celebrata questa sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano, prima della tradizionale processione eucaristica fino a Santa Maria Maggiore. Proprio dall'Eucaristia, ha spiegato il Papa teologo, "deriva il senso profondo della presenza sociale della Chiesa, come testimoniano i grandi Santi sociali, che sono stati sempre grandi anime eucaristiche".
Infatti, "chi riconosce Gesu' nell'Ostia santa, lo riconosce nel fratello che soffre, che ha fame e ha sete, che e' forestiero, ignudo, malato, carcerato; ed e' attento ad ogni persona, si impegna, in modo concreto, per tutti coloro che sono in necessita'".
Secondo il Pontefice, "specialmente nel nostro tempo, in cui la globalizzazione ci rende sempre piu' dipendenti gli uni dagli altri, il Cristianesimo puo' e deve far si' che questa unita' non si costruisca senza Dio, cioe' senza il vero Amore, il che darebbe spazio alla confusione, all'individualismo, alla sopraffazione di tutti contro tutti". "Il Vangelo - ha ricordato - mira da sempre all'unita' della famiglia umana, un'unita' non imposta dall'alto, ne' da interessi ideologici o economici, bensi' a partire dal senso di responsabilita' gli uni verso gli altri, perche' ci riconosciamo membra di uno stesso corpo, del corpo di Cristo, perche' abbiamo imparato e impariamo costantemente dal Sacramento dell'Altare che la condivisione, l'amore e' la via della vera giustizia".
Nella prospettiva della fede, "questa trasformazione e' possibile grazie ad una comunione piu' forte della divisione, la comunione di Dio stesso", ha poi aggiunto Papa Ratzinger soffermandosi sulla parola "comunione", usata dai fedeli anche per designare l'Eucaristia, e che, ha osservato, "riassume in se' la dimensione verticale e quella orizzontale del dono di Cristo". Per Benedetto XVI, dunque, "e' bella e molto eloquente l'espressione 'ricevere la comunione' riferita all'atto di mangiare il Pane eucaristico". In effetti, "quando compiamo questo atto, noi entriamo in comunione con la vita stessa di Gesu', nel dinamismo di questa vita che si dona a noi e per noi. Da Dio, attraverso Gesu', fino a noi: un'unica comunione si trasmette nella santa Eucaristia". "Dio - ha assicurato infine il Pontefice - vuole continuare a rinnovare l'umanita', la storia ed il cosmo attraverso questa catena di trasformazioni, di cui l'Eucaristia e' il sacramento. Mediante il pane e il vino consacrati, in cui e' realmente presente il suo Corpo e Sangue, Cristo trasforma noi, assimilandoci a Lui: ci coinvolge nella sua opera di redenzione, rendendoci capaci, per la grazia dello Spirito Santo, di vivere secondo la sua stessa logica di donazione, come chicchi di grano uniti a Lui ed in Lui. Cosi' si seminano e vanno maturando nei solchi della storia l'unita' e la pace, che sono il fine a cui tendiamo, secondo il disegno di Dio".
"Senza illusioni, senza utopie ideologiche, noi - ha poi concluso accennando alla processione che conclude la celebrazione del Corpus Domini - camminiamo per le strade del mondo portando dentro di noi il Corpo del Signore. Anche questa sera, mentre tramonta il sole su questa nostra amata citta' di Roma, noi ci mettiamo in cammino: con noi c'e' Gesu' Eucaristia, il Risorto. Sappiamo che Dio prepara per tutti gli uomini cieli nuovi e terra nuova, in cui regnano la pace e la giustizia, e nella fede intravediamo il mondo nuovo, che e' la nostra vera patria".

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PAPA: NON C'E' NULLA DI MAGICO NEL CRISTIANESIMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 giu.

"Non c'e' nulla di magico nel Cristianesimo. Non ci sono scorciatoie, ma tutto passa attraverso la logica umile e paziente del chicco di grano che si spezza per dare vita, la logica della fede che sposta le montagne con la forza mite di Dio".
Lo ha detto questa sera il Papa spiegando il mistero dell'Eucaristia nell'omelia tenuta in San Giovanni in Laterano per la festa del Corpus Domini, prima della tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore.
"Nell'Ultima Cena, alla vigilia della sua passione, Gesu' ha ringraziato e lodato Dio e, cosi' facendo, con la potenza del suo amore, ha trasformato il senso della morte alla quale andava incontro", ha ricordato Benedetto XVI citando poi le parole del Vangelo che sono ripetute da ogni sacerdote nel momento della consacrazione del pane e del vino: "questo e' il mio corpo che e' donato per voi, questo e' il mio sangue versato per voi e per la moltitudine". "Con questo gesto - ha spiegato Ratzinger - Gesu' anticipa l'evento del Calvario: accetta per amore tutta la passione, con il suo travaglio e la sua violenza, fino alla morte di croce; accettandola in questo modo la trasforma in un atto di donazione".
"Questa - ha scandito il Pontefice - e' la trasformazione di cui il mondo ha piu' bisogno, perche' lo redime dall'interno, lo apre alle dimensioni del Regno dei cieli. Ma questo rinnovamento del mondo Dio vuole realizzarlo sempre attraverso la stessa via seguita da Cristo, quella via, anzi, che e' Lui stesso".

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