Il Papa: «Mostrare la bellezza della fede»
L'invito di Benedetto XVI alla "sua" Chiesa di Roma in apertura del convegno ecclesiale diocesano, lunedì 13 giugno, nella basilica di San Giovanni
di Angelo Zema
«Una rinnovata stagione di evangelizzazione» per «mostrare la bellezza e la ragionevolezza della fede»: è la consegna del Santo Padre alla diocesi di Roma nel discorso pronunciato nella serata di lunedì 13 giugno, nella basilica di San Giovanni in Laterano, in apertura del Convegno diocesano 2011 dedicato al tema dell’iniziazione cristiana. Una consegna affidata ad ogni battezzato, soprattutto alle famiglie, che hanno il compito di accompagnare i propri figli «nella fede sin dalla più tenera età».
Ad ascoltare Benedetto XVI, giunto in basilica alle 19.30, oltre quattromila persone che hanno gremito la cattedrale di Roma e occupato una parte del cortile del Palazzo Lateranense dove era allestito un maxischermo. Una grande partecipazione per la nuova tappa della verifica pastorale, sul tema “La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma” . Dopo l’indirizzo di omaggio del cardinale vicario (il testo nella sezione Documenti), il Papa ha iniziando citando alcune parole di Hans Urs von Balthasar: “La fede non deve essere presupposta ma proposta”. «La fede - ha precisato - non si conserva di per se stessa nel mondo, non si trasmette automaticamente nel cuore dell’uomo, ma deve essere sempre annunciata. E l’annuncio della fede, a sua volta, per essere efficace deve partire da un cuore che crede, che spera, che ama, un cuore che adora Cristo e crede nella forza dello Spirito Santo!».
Un annuncio che «deve risuonare nuovamente nelle regioni di antica tradizione cristiana», nel solco dell’insegnamento del beato Giovanni Paolo II, che già parlava «della necessità di una nuova evangelizzazione rivolta a quanti, pur avendo già sentito parlare della fede, non apprezzano più la bellezza del Cristianesimo, anzi, talvolta lo ritengono addirittura un ostacolo per raggiungere la felicità».
«In quest’ora della storia – ha detto ancora Benedetto XVI - non è forse questa la missione che il Signore ci affida: annunciare la novità del Vangelo, come Pietro e Paolo quando giunsero nella nostra città? Non dobbiamo anche noi oggi mostrare la bellezza e la ragionevolezza della fede, portare la luce di Dio all’uomo del nostro tempo, con coraggio, con convinzione, con gioia? Molte sono le persone che ancora non hanno incontrato il Signore: ad esse va rivolta una speciale cura pastorale».
Serve l’impegno dei genitori e quello della comunità cristiana. «La parola della fede – ha sottolineato - rischia di rimanere muta, se non trova una comunità che la mette in pratica, rendendola viva ed attraente. Ancora oggi gli oratori, i campi estivi, le piccole e grandi esperienze di servizio sono un prezioso aiuto, per gli adolescenti che compiono il cammino dell’iniziazione cristiana, a maturare un coerente impegno di vita. Incoraggio, quindi, a percorrere questa strada che fa scoprire il Vangelo non come un’utopia, ma come la forma piena dell’esistenza». Con l’appello a valorizzare la riscoperta del sacramento della Cresima e a prolungare la conoscenza di Gesù oltre la celebrazione dei Sacramenti.
Il Papa ha riconsegnato idealmente il Catechismo della Chiesa Cattolica ai presenti, «affinché la Chiesa di Roma possa impegnarsi con rinnovata gioia nell’educazione alla fede». «Confido che nelle parrocchie di Roma gli itinerari di iniziazione cristiana educhino alla preghiera, perché essa permei la vita ed aiuti a trovare la Verità che abita il nostro cuore. La fedeltà alla fede della Chiesa, poi, deve coniugarsi con una “creatività catechetica” che tenga conto del contesto, della cultura e dell’età dei destinatari. Il patrimonio di storia e arte che Roma custodisce – ha concluso - è una via ulteriore per avvicinare le persone alla fede. Invito tutti a fare tesoro nella catechesi di questa “via della bellezza” che conduce a Colui che è, secondo S. Agostino, la Bellezza tanto antica e sempre nuova».
© Copyright Roma Sette, 14 giugno 2011 consultabile online anche qui.
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