Il Papa accusa: “Troppi giovani precari”
GIACOMO GALEAZZI
INVIATO A SAN MARINO
Troppi giovani precari. «La laicità sana sta in una società attenta alla vita e alla famiglia. Il potere civile è autonomo e la Chiesa collabora nella difesa dei valori». Il Papa teologo sale sul Monte Titano per lanciare il monito al denaro che cancella l'etica. Nella capitale dell'off-shore mette in guardia dall'edonismo e dalla smania di potere che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità.
Lungo il corteo papale occhieggiano ovunque sportelli bancari. Dal paradiso fiscale «all'italiana», Benedetto XVI tuona contro «la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la capacità di manipolare la realtà». Il suo «blitz» era atteso da tempo. Benedetto XVI voleva visitare la più antica Repubblica del mondo, che domina dall'alto la Romagna brulicante di giovani e discoteche ma dove soffia sempre più forte il vento della secolarizzazione.
Oltre ai poster che danno il benvenuto al Papa, c’è un cartello gigante: «Lo sviluppo integrale dell'uomo ha bisogno di Dio». Mettere da parte la fede provoca il declino della società. Joseph Ratzinger parla dalla Rocca resa opulenta da 12 banche e 60 finanziarie spuntate in così poco tempo da far ipotizzare all' Ocse un porto delle frodi: società anonime, segreto bancario, 8 miliardi di euro nascosti nei forzieri da evasori italiani. Ora che anche qui gli standard internazionali esigono trasparenza, il Pontefice invoca più etica nella finanza e ripropone l'allarme per il lavoro, rafforzando il grido d'allarme del presidente della Cei: «Il problema dell'occupazione si è accresciuto e sono giustificati i timori per il futuro». Il Papa ricorda i «giovani in crisi per la precarietà» e stigmatizza un potere immorale che lascia in affanno e senza prospettive le nuove generazioni.
«Nell'attuale fase storica e sociale - raccomanda il Papa - non va dimenticata la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi». La visita a San Marino offre al Pontefice l'occasione per mettere in rapporto le difficoltà del lavoro e l'affermarsi di un potere privo di moralità. All'origine del monito papale ci sono due anni di studi del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace sullo «scandalo dei paradisi fiscali e delle banche off-shore, che sono tante e diffuse». A giudizio degli «sherpa» vaticani, i guasti di un sistema basato sull’idolatria del denaro e sull’egoismo oscurano la ragione e la volontà dell’uomo. In un Paese come l'Italia, in cui un giovane su quattro è senza lavoro, la Santa Sede e la Cei sollecitano un'occupazione duratura e non precaria.
© Copyright La Stampa, 20 giugno 2011
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