venerdì 24 giugno 2011

Il "ponte" tra la Chiesa e Mosca diventa il crocifisso nelle aule (Siro Mazza)

Il "ponte" tra la Chiesa e Mosca diventa il crocifisso nelle aule

Siro Mazza

Che la politica internazionale e le relazioni fra gli Stati possano costruirsi anche attraverso una comune visione spirituale non costituisce certo una novità, anzi. Che ciò però avvenga oggi, in un'età profondamente secolarizzata, fa ben sperare e dimostra l'importanza del fattore religioso anche nella vita pubblica.
In tal senso, un chiaro segno della buona qualità dei rapporti tra Italia e Russia si è avuto ieri, presso l'Ambasciata italiana a Mosca, dove si è svolta la presentazione dell'edizione in russo del volume L'identità religiosa e culturale europea. La questione del crocefisso, scritto dal prof. Carlo Cardia. Docente di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritto delle istituzioni religiose presso l'Università degli Studi di Roma Tre, Cardia è direttore del Cedir (Centro Europeo di Documentazione sulle Istituzioni Religiose) e collabora con il quotidiano della Cei Avvenire. Pubblicato da Allimandi lo scorso anno, il suo saggio affronta la questione dell'affissione pubblica del Crocifisso, apertasi con la sentenza della Corte di Strasburgo del 3 novembre 2009. L'esposizione del Crocifisso, simbolo per eccellenza della fede cristiana, nelle aule scolastiche o in altri spazi pubblici risponde alla tradizione cattolica e ortodossa: partendo da tale constatazione, il testo esamina il problema dal punto di vista giuridico e culturale, prospettando l'attaccamento di popoli e nazioni ai propri simboli religiosi, storici, culturali, e ricordando che la croce è certo simbolo prezioso del cristianesimo, ma ha anche un fondamentale valore identitario per tutti i popoli di radici cristiane.
Da qui - ha spiegato il nostro ambasciatore a Mosca Antonio Zanardi Landi - «l'idea di far tradurre e pubblicare in russo il volume di Cardia», che «mi è stata offerta in occasione del primo incontro con Sua Eminenza il Metropolita di Volokolamsk Hilarion» e «incoraggiata in seguito da Sua Santità il Patriarca Kirill, in occasione della prima udienza che ha voluto concedermi dopo il mio arrivo». Proprio in base a una comune sensibilità verso tale tema, la questione del Crocifisso ha acquisito una sua centralità nei rapporti di Roma con il Patriarcato: il Patriarca di Mosca espresse infatti piena solidarietà a Silvio Berlusconi sulla sentenza di Strasburgo che vietava il Crocifisso nelle scuole. Contro tale sentenza, il nostro governo fece ricorso con il deciso appoggio di altri dieci Paesi membri del Consiglio d'Europa, fra cui, innanzitutto, la Russia. Nel marzo scorso, la grande chambre della Corte di Strasburgo diede parere favorevole al ricorso.
Quando il caso scoppiò, «Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, assunse una posizione inequivocabile, giudicando l'operato della Corte un attentato alla comune identità cristiana dell'Europa e salutò favorevolmente la decisione delle autorità italiane di adoperarsi per rimuovere tale affronto», afferma Hilarion (incaricato per gli affari esteri del Patriarcato di Mosca) nella sua prefazione alla versione in russo del libro di Cardia, che si aggiunge a quelle di Franco Frattini e Gianni Letta dell'edizione originale. «L'impegno congiunto degli Stati europei e dei leader religiosi - scrive ancora - il cui risultato è stato il ristabilimento della giustizia, ha dimostrato che i popoli europei sono disposti a difendere la propria identità cristiana». A sua volta, l'ambasciatore Zanardi Landi ha giudicato l'azione condotta dall'Italia a Strasburgo «un pieno successo» nei confronti del quale «la Federazione russa ha costituito un alleato importantissimo e decisivo». E per tale ragione, sin dall'inizio della sua missione, il diplomatico (arrivato a Mosca come ambasciatore alla fine dello scorso anno, dopo aver rappresentato l'Italia presso la Santa Sede) ha sentito di «dover tributare un ringraziamento tanto ai rappresentanti del governo russo che della Chiesa Ortodossa». Nel frattempo, il Patriarca Kirill ha parlato di una «nuova fase di sviluppo per le relazioni cattolico-ortodosse in Russia» quando venerdì scorso ha accolto il nuovo Nunzio Apostolico nella Federazione Russa, monsignor Ivan Jurkovic (già Nunzio Apostolico in Ucraina), nominato da Benedetto XVI lo scorso 19 febbraio, due giorni dopo aver ricevuto in udienza il presidente della Federazione Russa, Dimitrij Medvedev.

© Copyright Il Secolo d'Italia, 23 giugno 2011

1 commento:

Anonimo ha detto...

Solo la Santa Russia salverà quest'Europa smemorata.
La Terza Roma salverà l'antica Roma e la Seconda Roma!
Il trionfo apparterrà solo a Cristo!