Su segnalazione di Laura leggiamo:
Il ricordo del Beato cardinale Stepinac nelle parole del postulatore della Causa di canonizzazione
Dopo la Messa, Benedetto XVI si è recato nella nuova sede della Conferenza episcopale croata per il pranzo con i vescovi del Paese. Nel pomeriggio, il Papa si sposterà alla Cattedrale di Zagabria per presiedere la celebrazione dei Vespri con il clero, i seminaristi, i religiosi e le religiose croate. Al termine, Benedetto XVi si raccoglierà in preghiera sulla tomba del Beato Alojzije Stepinac, situata alle spalle dell'altare maggiore della Cattedrale. Coraggioso difensore della libertà religiosa sotto il regime di Tito, il cardinale Stepinac si spegne nel 1960 per una malattia contratta in carcere. La nostra inviata, Giada Aquilino, ricorda il porporato nell'intervista al postulatore della sua Causa di canonizzazione, mons. Juraj Batelja:
R. – E’ una bella figura della Chiesa nel XX secolo, uno dei grandi pastori e dei grandi martiri che, con la sua voce viva, con l’esempio della sua vita salvò l’unità della Chiesa in Jugoslavia con la sede Romana, offrì la sua vita per salvare la Chiesa. Di fronte all’offerta di Tito di staccare la Chiesa in Jugoslavia dalla Santa Sede e istituire una Chiesa nazionale, lui si chiese: “Che cosa sarebbe questa Chiesa? Un ramo secco …”. Per questo motivo, rimase fedele fino in fondo, fino alla fine.
D. – Stepinac fu vicino agli ebrei, agli zingari, ai perseguitati. Quanto è attuale, oggi, la sua figura?
R. – Dobbiamo dire che sono stati pochi coloro che hanno levato la voce per difendere i diritti umani e la dignità della persona, dell’uomo durante le persecuzioni, in particolare del XX secolo. Vorrei citare un passo molto importante dalle sue omelie, in cui egli diceva che il razzismo si deve condannare perché noi abbiamo sempre dichiarato, anche pubblicamente, i principi della legge eterna di Dio, senza badare se si tratta di croati o serbi, di ebrei o zingari, di cattolici o musulmani, di ortodossi o di chiunque altro. La Chiesa cattolica non conosce razze di padroni né razze di schiavi. "La Chiesa cattolica conosce solo la razza delle creature di Dio, e se stima qualcuno più degli altri questo è colui che ha il cuore più nobile e non il pugno più forte": queste sono le parole pronunciate dal pulpito del duomo di Zagabria occupata dai tedeschi, quando per dire queste cose, si poteva perdere la vita. Ecco che ci troviamo di fronte ad una testimonianza coraggiosa che è arrivata fino alla fine, per rimanere fedele a Cristo ed i suoi santi insegnamenti. Una cosa molto interessante è stato quanto Stepinac disse una volta: “Dopo le Sacre Scritture, il libro più meraviglioso e utile è quello della vita dei santi”. Nell’anno prima della sua morte scrisse ad un artista: “Soltanto i santi e le sante sono veri eroi ed autentica grandezza dell’umanità”. Oggi, queste parole possono essere applicate a lui come il compimento di una profezia. Ognuno di noi può trovare qualcosa di meraviglioso e utile nel libro della vita di questo vero eroe. (gf)
L’avvicinamento della Croazia all’Unione Europea passa anche attraverso la riconciliazione tra le diverse comunità che hanno vissuto la guerra negli anni ’90. Un conflitto che resta difficile da dimenticare. Ascoltiamo la testimonianza di Mira Dujela, vicepresidente dell’Associazione Italo-Croata a Roma, intervistata da Giada Aquilino:
R. – La guerra ha cambiato tutti i cittadini croati. Ha cambiato tutti noi. Io avevo 14 anni quando è iniziata e per me è stato uno stravolgimento totale della mia vita. Io ho fatto un Capodanno sotto le bombe: c’era solo il tempo di festeggiare, da mezzanotte a mezzanotte e un quarto… Dopodiché si rientrava tutti nei sotterranei, perché iniziavano i bombardamenti. E’ caduta una bomba davanti casa l’unica sera che ero fuori. Sono degli avvenimenti che non puoi dimenticare, così come la sofferenza delle persone in quel periodo. Ti cambia proprio la vita. Mi chiedevo perché sul mio territorio ci fosse un esercito - diciamo - straniero, che fino a poco prima era dello stesso Paese, e che adesso attaccava la mia città invece di difenderla… Mi sono fatta mille domande… Era una cosa più grande di ciò che potevamo immaginare.
D. – Oggi, ci sono tensioni tra le diverse comunità?
R. – Per quanto riguarda la Croazia, noi stiamo lavorando tantissimo e non solo per riconoscere - perché sono già riconosciute - le minoranze linguistiche ed etniche, a parte quella dei serbi, che hanno comunque anche un posto in parlamento da noi. La comunità rom ed altre comunità slovene sono riconosciute a livello statale e hanno un posto nel parlamento e nel governo croato. Sosteniamo anche economicamente queste minoranze: c’è una legislazione proprio in favore delle minoranze linguistiche.
Prima di congedarsi dalla Croazia, Benedetto XVI farà una breve sosta nella residenza del cardinale arcivescovo di Zagabria, Josip Bozanić, quindi si trasferirà in auto all'aeroporto internazionale "Pleso" dove pronuncerà un discorso di commiato. Il decollo dell'aereo pontificio è in programma per le 19.45 e l'arrivo allo scalo romano di Ciampino per le 21.15.
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