IMMIGRATI: CEI, IN ARRIVO 200 MILIONI DI RIFUGIATI AMBIENTALI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 giu.
Di fronte ai tanti immigrati che cercano di raggiungere i Paesi dell'Unione europea, "l'ospitalita' diventa la misura concreta dello sviluppo umano".
Lo scrivono i vescovi italiani nel Messaggio per la sesta Giornata per la salvaguardia del creato, che verra' celebrata il primo settembre.
Il messaggio affronta anche il tema dei "rifugiati ambientali", milioni di persone mosse da fattori quali "la variazione repentina e non sempre prevedibile delle sua fasce" che "rischia di intaccare l'abitabilita' di intere aree del pianeta e di incrementare, di conseguenza, i flussi migratori".
"Per quanto sia possibile prevedere, non si e' lontani dal vero immaginando che entro la meta' di questo secolo il numero dei profughi ambientali potra' raggiungere i duecento milioni". In questa prospettiva, i vescovi esortano a "educare all'accoglienza", sulla scorta dell'impegno piu' complessivo che la Cei ha indicato ai credenti italiani di un decennio orientato all'educazione.
"Educare all'accoglienza" significa per i vescovi "coltivare un atteggiamento di gratitudine a Dio per il dono del creato", in secondo luogo significa "vivere personalmente la responsabilita' di rendere sempre piu' bella la creazione" e quindi, come terzo atteggiamento di fondo, "divenire testimoni autentici di gratuita' e di servizio nei confronti di ogni persona umana".
Il testo preparato dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e dalla Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo esorta a riflettere sul tema "In una terra ospitale, educhiamo all'accoglienza", unendo due concetti: la tutela dell'ambiente e la solidarieta' umana.
"Accogliendo l'intero creato come dono gratuito di Dio e agendo in esso nello stile della gratuita' - afferma il messaggio - l'uomo diviene egli stesso autentico spazio di ospitalita': finalmente idoneo e capace di accogliere ogni altro essere umano come un fratello, perche' l'amore di Dio effuso dallo Spirito nel suo cuore lo rende capace di amore e di perdono, di rinuncia a se stesso, "di accoglienza del prossimo, di giustizia e di pace".
La Giornata del primo settembre deve rappresentare, auspicano i vescovi, una "occasione di un'ulteriore immersione nella storia, per ritrovare le radici della solidarieta', partendo da Dio, che creo' l'uomo a sua immagine e somiglianza, con il mandato di fare della terra un giardino accogliente, che rispecchi il cielo e prolunghi l'opera della creazione".
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2 commenti:
Ma sono matti!Sarà la fine dell'Europa e dell'Italia...I vescovi se ne andranno in Arabia?
No, purtroppo non sono matti. Sono tutti contenti e beati di poter applicare ciecamente l'accoglienza a tutti i costi. Senza ovviamente fare nulla per evangelizzare queste masse, convertirle a Cristo unica Verità e Vita, che sarebbe un imperativo per un cattolico e l'unica cosa possibile in questi casi. Anzi, è bene che rimangano nella propria religione (se ne hanno una), godendo anche loro i benefici della società dei consumi (è per questo che vengono). E'la libertà religiosa come la (fra)intendono una buona parte dei vescovi italiani. Comunque la cifra apocalittica mi pare esagerata, in genere la storia ridimensiona ( o qualche volta peggiora, chissà...) certe prospettive (vedi gli allarmi del Club di Roma sulla sovrappopolazione negli anni '70).
L'autodemolizione denunciata da Paolo VI in ogni caso continua.
Paolo
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