domenica 5 giugno 2011

L'incontro del Papa con la società civile croata: senza una coscienza aperta a Dio, l'Europa è destinata all'involuzione (R.V.)

L'incontro del Papa con la società civile croata: senza una coscienza aperta a Dio, l'Europa è destinata all'involuzione

Se l’Occidente emargina dalla vita sociale la coscienza, “l’Europa è destinata all’involuzione”. Se invece la ascolta, “c’è speranza per il futuro”.
Lo ha affermato ieri pomeriggio Benedetto XVI al Teatro Nazionale di Zagabria, durante il suo Incontro con gli esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale e imprenditoriale della Croazia, alla presenza anche del Corpo diplomatico e dei leader di altre religioni. Il Papa ha ribadito che le religioni devono essere sempre “una forza di pace”. Il servizio di Alessandro De Carolis:


La costruzione di una società realmente civile e libera – e dunque rispettosa dell’uomo e dei suoi diritti – passa per un “punto critico” inalienabile: la coscienza. Ascoltarla apre al progresso, negarla condanna all’involuzione. Al Teatro Nazionale croato – simbolo culturale di un popolo che da 20 anni ha ripreso a coltivare in piena autonomia le sue arti e la sua cultura – platea e palchi sono gremiti dagli esponenti più autorevoli del Paese. Occhi e orecchi sono in ascolto di una “lectio magistralis” che non si limita a stimolare l’intelletto degli oltre 750 invitati, ma cerca il loro cuore. Dopo aver premesso che le religioni devono “purificarsi” per corrispondere in modo genuino alla loro missione – “essere una forza di pace” – Benedetto XVI dichiara subito che l’oggetto della sua riflessione è la coscienza, intesa come "luogo" in cui trovano “fondamento trascendente” quei valori che sono il fondamento di qualsiasi società:

“Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro”.

Ricordare le “radici cristiane”, così sentite in Croazia, “è necessario”, ha proseguito Benedetto XVI, “anche per la verità storica”. Occorre capire, ha insistito, “il perché e il come” si siano prodotti degli eventi – la nascita di un movimento artistico come di una università – per valorizzarne il dinamismo, quello di “una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale”. E qui, il Papa ha preso ad esempio il gesuita e studioso di scienza, padre Ruđer Josip Bošković, che nel Settecento redasse una “Teoria della filosofia naturale” nella quale ben risalta, ha detto, “il felice connubio tra fede e scienza”:

“In Bošković c’è l’analisi, c’è lo studio di molteplici rami del sapere, ma c’è anche la passione per l’unità. E questo è tipico della cultura cattolica. Per questo è segno di speranza la fondazione di un’Università Cattolica in Croazia. Auspico che essa contribuisca a fare unità tra i diversi ambiti della cultura contemporanea, i valori e l’identità del vostro Popolo, dando continuità al fecondo apporto ecclesiale alla storia della nobile Nazione croata”.

“L’apertura mentale” di uomini come padre Bošković, ha esortato Benedetto XVI, stimoli la costruzione del bene comune, al quale la Chiesa dedica “il suo contributo più proprio e prezioso”. Un contributo, ha soggiunto, che comincia dalla famiglia e trova sponda nella parrocchia, grazie alle quali bambini e ragazzi imparano le Sacre Scritture – definite dal Papa “il ‘grande codice’ della cultura europea” – e si aprono al "senso della comunità fondata sul dono” e “non sull’interesse economico o sull’ideologia:

“Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito, nel gioco e nello sport, nelle relazioni interpersonali, nell’arte, nel servizio volontario ai poveri e ai sofferenti, e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico”.

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