Benedetto XVI ai giovani in Piazza Jèlacic: solo nell’amore di Gesù si realizza la vera felicità
“Lasciatevi prendere per mano da Gesù, solo in Lui si realizza la vera felicità”. E’ l’invito che il Papa ha rivolto ieri sera agli oltre 50 mila giovani che hanno preso parte alla Veglia di preghiera nella storica piazza Josip Jèlacic e nelle vie limitrofe. Benedetto XVI li ha esortati a non lasciarsi disorientare da promesse allettanti di facili successi, ma a cercare la verità che va oltre e a non dubitare dell’amore di Dio. Prima della celebrazione, il saluto del presidente della Conferenza episcopale croata, mons. Srakic, e la testimonianza di vita e di fede di due giovani, Daniel e Mateja. Il servizio di Cecilia Seppia:
Sono centinaia, anzi migliaia i giovani arrivati in piazza Jelacic per incontrare il Papa e grazie alla loro presenza questo luogo culmine della frenesia quotidiana, crocevia di incontri e comunicazione diventa uno straordinario cenacolo, un tempio la cui volta è il cielo stesso, che agli occhi di Benedetto XVI sembra chinarsi su ciascuno, per proteggere e accogliere i cuori in cerca di Dio. Ecco allora l’invito del Pontefice, in risposta agli applausi e ai cori dei ragazzi che poco prima avevano portato in processione la Madonna della Porta di Pietra, protettrice di Zagabria: essere sempre lieti nel Signore, custodire questa stessa gioia anche nei momenti oscuri, come ci racconta San Paolo nella lettera ai Filippesi, proclamata in piazza: “Egli si trova in carcere, spiega il Santo Padre, è incatenato, ma l’annuncio e la testimonianza del Vangelo non possono essere imprigionati”. Il Papa descrive la giovinezza come tempo propizio per poter scoprire il significato dell’esistenza, un tempo intriso di speranze, di scelte impegnative, di sentimenti e interrogativi sul senso e sulla felicità di fronte ai quali Gesù si pone come la risposta autentica e decisiva:
"Lasciate che vi prenda per mano! Lasciate che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! DateGli fiducia, non vi deluderà mai! Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre, vi fa comprendere che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella comunione con Lui, perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore, quello che vuole e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato della vita e siamo contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni, anche andando controcorrente.
Ancora una volta Benedetto XVI, richiamando il tema scelto per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, esorta i giovani a rimanere radicati in Cristo, a crescere nell’amicizia con il Signore attraverso la sua Parola, l’Eucarestia, l’appartenenza alla Chiesa, l’aiuto dei sacerdoti:
"Il Signore Gesù non è un Maestro che illude i suoi discepoli: Egli dice chiaramente che il cammino con Lui richiede l’impegno e il sacrificio personale, ma ne vale la pena! Cari giovani amici, non lasciatevi disorientare da promesse allettanti di facili successi, da stili di vita che privilegiano l’apparire a scapito dell’interiorità. Non cedete alla tentazione di riporre fiducia assoluta nell’avere, nelle cose materiali, rinunciando a scorgere la verità che va oltre, come una stella alta nel cielo, dove Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare alle altezze di Dio!"
Per fare ciò il Papa chiede ai giovani di guardare all’esempio e alla testimonianza dei tanti discepoli che hanno vissuto il loro tempo portando nel cuore la novità del Vangelo: Chiara e Francesco d’Assisi, Rosa di Viterbo, Teresa di Gesù Bambino, ma soprattutto, qui in Croazia, il Beato Ivan Merz: "Questa giovane esistenza sottolinea il Pontefice, donata per amore, porta il profumo di Cristo ed è un invito a non temere di affidare se stessi al Signore" e a comprendere, come ha saputo fare Maria, la meta alla quale tutti siamo chiamati: la piena comunione con Dio:
"Tutta la nostra vita è un cammino verso l’Unità e Trinità d’Amore che è Dio; possiamo vivere nella certezza di non essere mai abbandonati. Cari giovani croati, vi abbraccio tutti come figli!".
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